La scuola riparte ogni anno, e sempre con gli stessi problemi. Il tempo ciclico degli anni scolastici si ripete senza che il tempo lineare degli anni solari corrisponda a qualche forma di progresso, né di miglioramento. Tutto parte dalle condizioni in cui viene messo chi ci lavora, nella scuola. Perchè poi viene fin troppo facile prendersela con i vizi socioculturali che degraderebbero i ragazzi, quando invece questi sono la parte migliore della società. Il mondo scuola soffre il precariato, l'assenza di fondi, il disinteresse della politica: lo dimostrano i numeri, i sistemi di reclutamento che di anno in anno cambiano senza risolvere nulla; e anche quando i soldi arrivano, come nel caso del Pnrr, vengono utilizzati per creare concorsi farlocchi che non garantiscono la sicurezza del lavoro. Ne abbiamo parlato con Luigi Sofia, docente precario, consigliere comunale a Pisa e portavoce dei colleghi, che sta organizzando con i sindacati una grande manifestazione in programma per il 27 settembre.
Ci spieghi bene lo scandalo del concorso Pnrr?
Lo scandalo del concorso Pnrr purtroppo riguarda migliaia di insegnanti precari della scuola pubblica. Il problema è già all'origine perché il Ministero ha pensato di risolvere la questione del reclutamento scolastico con i fondi europei che dovrebbero essere invece utilizzati per fare tante altre cose, per esempio intervenire sulle infrastrutture visto che le scuole cadono a pezzi. I soldi destinati al reclutamento dovrebbero essere i fondi ordinari, su cui chiaramente lo Stato non investe niente. Dico questo perché oggi il ministro e il governo si appellano sempre all'Unione Europea rispetto alle restrizioni e rispetto a quello che è appunto lo scandalo del concorso PNRR, cioè il fatto che non ci possano essere per esempio una graduatoria di merito e una graduatoria ad esaurimento.
Entriamo nel dettaglio.
Oggi noi precari non conosciamo qual è la nostra posizione all'interno della graduatoria perché la graduatoria non c'è: è sequestrata, è scomparsa. Nessuno può essere informato sulla propria posizione in maniera trasparente. Questo perché non esiste una graduatoria di merito. Significa, in sostanza, che se tu hai superato tutte le prove del concorso, dovrai semplicemente ripeterlo anche se sei vincitore perché i posti sono limitati e i partecipanti sono tanti. Se hai superato tutte le prove ma non sei vincitore rispetto al numero dei posti, non sei in nessuna graduatoria a scorrimento, come invece accade per tutti gli altri concorsi pubblici, quindi dovrai semplicemente ripeterlo in autunno, o alla prossima occasione.
Un concorso senza avere la certezza del posto in caso di vittoria: solo nella scuola esiste questa possibilità?
Io credo che sia un precedente anche abbastanza pericoloso perché se una prova viene superata da un candidato, questo deve avere per forza una testimonianza all'interno di una graduatoria. Poi magari l'accesso al ruolo non sarà immediato perché i vincitori sono in numero superiore rispetto ai posti, ma in qualche modo l'idoneità ti deve essere riconosciuta in maniera trasparente. Non si possono ripetere gli stessi concorsi alle medesime condizioni soltanto tre, quattro, cinque mesi dopo. È una barbarie.
Come si fa a indire un concorso senza avere i posti a disposizione? Non è un controsenso?
Esatto. Tra l'altro c’è una cosa che il ministro non lo dice: sono stati tagliati dei posti contingentati. I sindacati parlano di circa 70.000 posti, ma al ministero ne hanno messi a disposizione solo 40.000, quindi ne sono stati tolti 30.000. I problemi legati al precariato restano gli stessi, tanto che all'inizio dell'anno scolastico c'è stato un record di supplenti. Questi sono dati oggettivi.
Le cattedre vacanti ci sono, ma come mai non diventano posti stabili?
Questa è un'altra delle richieste che facciamo noi precari, ma anche i sindacati. Si chiede di trasformare l'organico di fatto in organico di diritto. Le cattedre che vengono occupate fino al 30 giugno, ma rimangono libere, dovrebbero diventare posti stabili, cioè cattedre che vengono poi assegnate di ruolo. Il problema non è la mancanza di insegnanti o cattedre, ma piuttosto la mancanza di volontà politica di stabilizzare una categoria che è continuamente vessata dalle scelte dei governi.
Non si investe abbastanza nell'istruzione in Italia, questo è evidente.
Esatto. Spesso si fa il paragone tra medici e insegnanti, riguardo al declassamento della professione, alla moltiplicazione del lavoro e agli stipendi bassi rispetto alla media europea. Tutto ciò che è pubblico, che sia sanità o scuola, non è una priorità per il governo. E così tanto gli infermieri, quanto i medici e gli insegnanti rimangono il fanalino di coda del paese.
Poi si è cercato di introdurre modelli di privatizzazione anche nelle scuole, prima con le Mad, le messe a disposizione, poi con gli interpelli, ma non sembra che abbiano funzionato del tutto.
Sì, la Mad è un esempio di chiamata diretta, ma non risolve il problema e non si basa nemmeno su criteri di merito.
Alla fine vengono chiamati insegnanti conosciuti o amici, no?
Sì, ricordo che persino il caso di un vicino di casa che è stato chiamato tramite la Mad da una segreteria. Poi c’è il sistema dei concorsi che ha sconvolto il mondo della scuola e dei precari. Non è accettabile, per esempio, che il servizio civile venga valutato più di un anno di insegnamento, che vale solo due punti. È assurdo che un anno di servizio venga considerato meno di una certificazione presa in una qualsiasi università telematica o privata. Questo concorso, in origine, doveva essere riservato ai precari, ma è stato allargato, penalizzando proprio i precari storici.
Sia il concorso che le Mad hanno attirato persone che non avevano mai insegnato, magari in cerca di uno stipendio.
Esatto. Ormai, l'insegnamento non è più un punto di arrivo, ma un ripiego. Le condizioni in cui si trovano gli insegnanti sono tali che, se puoi, eviti di farlo. I precari non hanno diritti, non possono garantire continuità né fare progetti a lungo termine. E poi c'è la questione economica: se sei precario, non puoi nemmeno comprare una casa, perché non puoi accedere a un mutuo. Come si fa?
Pensavo anche agli insegnanti di sostegno: negli ultimi anni, il modo più veloce per entrare a scuola è stato pagare 3.000-4.000 euro per fare un Tfa abilitante.
Sì, il sostegno è stato l'unico percorso, anche se a un prezzo troppo caro. Sui posti comuni e sulle materie siamo a zero. Il Paese non conosce ancora un sistema di reclutamento stabile. Continuano a esserci concorsi su concorsi, ma manca un sistema di stabilizzazione. Ora hanno introdotto le abilitazioni, ma anche queste saranno erogate da enti privati, che faranno pagare fior di quattrini. È una mercificazione anche questa.
Lo stesso vale per i percorsi abilitanti: anche chi vince il concorso deve poi pagare 2500 euro per poter insegnare.
Esatto. Chi ha più soldi può ambire a un posto, chi ne ha meno è destinato a soccombere. È l'emblema del capitalismo applicato a un sistema pubblico.
Mi viene in mente anche il flop del liceo "made in Italy". Cosa sta facendo il governo per la scuola?
Anziché andare avanti, si torna indietro. Siamo parte di una comunità europea, eppure si insegna il “made in Italy”, quando nel Paese esistono ancora problemi come il caporalato e le morti sul lavoro. È davvero qualcosa di cui essere fieri?
So che stai organizzando delle manifestazioni per il precariato.
Sì, il 27 settembre ci saranno sit-in e flash mob in diverse città, come Roma, Firenze, Milano, Bari e Napoli, sotto gli uffici scolastici regionali. Vogliamo lanciare un messaggio al ministro: non vogliamo più fare concorsi. Chi ha superato un concorso deve essere inserito in una graduatoria trasparente per l'assunzione di ruolo.
Sì, anche perché si prevede un concorso all'anno ormai.
È assurdo. Ci sono classi di concorso che non hanno ancora fatto la prova orale, e già esce il secondo bando. È una commedia.
A livello di riforme della scuola, da Gelmini a Renzi, è mai stato fatto qualcosa di concreto per il precariato?
No, l'unica cosa che chiediamo da anni è l'introduzione del doppio canale, che permetta di assumere i precari storici tramite una graduatoria specifica e, dall'altro lato, di reclutare i nuovi laureati. Ma non si può ignorare il precariato e fare finta che non esistano persone che hanno lavorato nelle scuole per dieci anni.
Anche perché i fondi si possono trovare.
Certo, ma stabilizzare i lavoratori costa, e l'Italia preferisce investire in armi e produzione bellica piuttosto che in scuola o sanità.