Dopo il pompa tour di Paola Saulino e il calippo tour di Ambra Bianchini arriva il chinotto tour. L'idea è la stessa: una ragazza gira l'Italia per deliziarsi il palato con le virilità locali, a sua volta rendendo felice la popolazione maschile autoctona, svuotandola dei problemi quotidiani. Questa volte le filantrope sono due, si chiamano Sophie Sapphiree e Fralefusa. Sono entrambe del 2005 e hanno una sana passione per il chinotto, come è giusto che sia. Sta diventando un po' una moda, è vero, ma c'è da dire che la suzione, per dirla in maniera quasi noiosa, è uno di quei passatempi che non stufa mai. Per fortuna non corrono il rischio di venire accusate di plagio per il loro chinotto tour, visto che la lingua italiana, nel senso grammaticale del termine, offre all'atto milioni di varianti. Qualcuno lo sospetta ma la stessa Sophie smentisce sui social: anzitutto si sta parlando di chinotti e non di calippi, poi lei offre anche il dolce. Anzi, rimangono libere ancora un sacco di metafore per le prossime ragazze che vorranno sbocconcellare i maschietti dello Stivale: il chupa-chupa, il soffocotto, il sorbetto, il boccalone, il boccaciccio e il bocchino, il soufflé, il cono, e sicuramente altri ancora, varianti locali e dialettali incluse. E non stiamo a elencare la varianti dell'arnese, che dalla banana al toblerone ci sarebbe da organizzare tour fino al 2200. Che siate possessori o appassionate di cannucce in pelle, vediamo cosa raccontano la protagoniste del chinotto tour sui social.
Entrambe affermano gloriosamente di aver lasciato la scuola per fare il chinotto tour, anche perché il preside aveva scoperto la loro iniziativa impreditoriale e le aveva convocate in ufficio. Loro a quel punto volevano “anche il chinotto del preside ma vabbè”. Poi ci sono alcuni aneddoti del tour tipo l'uomo sposato che si prenota per un chinotto al centro commerciale mentre la moglie spendacciona fa shopping. Vi ricordate i vecchi film per adulti, magari in videocassetta, con tanto di trama? Magari adesso si chiama storytelling, ma il bello è che le situazioni del genere funzionano sempre, per quanto assurde possano essere. Ma fare un calippo tour può anche riservare brutte sorprese. La nostra Sophie racconta di quella volta che, dopo una bella serata passata insieme, scopre che il fra aveva un calippo veramente piccolo, e questo causava grosse difficoltà di suzione, quasi una disfagia. Qui si imporrebbe una riflessione sullo shrinkflation e le aziende che per risparmiare stanno riducendo tutte le dimensioni dei gelati, ma passiamo oltre. Se si dovesse mai aprire un sindacato per le turiste del calippo contro problemi del genere, credo che saremo comunque in molti a scendere in piazza.
I chinotto tour vengono ovviamente filmati e sono visibili a pagamento. Gli schinottati hanno la garanzia dell'anonimato, come confermano le ragazze in risposta al commento di un utente che vorrebbe “troppo partecipare” ma è sposato con due figli, e per gli ultimi benpensanti rimasti al mondo che si chiedono cosa ne pensano i loro genitori, Sophie dice che i suoi genitori sono molto aperti mentalmente e che la supportano. Sinceramente, non vediamo perché non debba essere così. Le ragazze del chinotto tour hanno scelto un lavoro che ha la missione più alta al mondo: far stare bene la gente. Un compito esistenziale, come la musica e l'arte, o comunque l'intrattenimento. Il chinotto porta davvero la pace e la serenità, altroché la preghiera o la meditazione, e non c'è bisogno di uno studio accademico per sostenere che se nel mondo si bevessero più chinotti ci sarebbero meno guerre. Lo tengano presente i signori del Nobel, quando sarà ora di assegnare il prossimo premio.