Il Calippo al limone è BRAT? Il Calippo al limone non è BRAT, seppur verde. Per quelli giovani che mi leggono, forse, il Calippo non è neanche un lontano ricordo. Per noi cresciuti a pane e fiocchi d’avena (Cristina ndr) il ghiacciolo più iconico rimane proprio lui, il Calippo. Se eravate quella piccolissima percentuale di poveri pazzi che lo preferivano al limone, io vi blocco su Instagram. Se invece, come tutti i sani, lo preferivate alla Cola possiamo andare avanti. Il perché io mi ritrovi, nel 2024, a parlare di un gelato fuori produzione è difficile da dire, ma anche da scrivere. Ma, siccome sono un rompi-palle, lo farò. Da qualche giorno, a meno che non viviate su un monte in provincia di Bergamo in quello 0,5% di Italia non coperto da connessione dati, avrete sicuramente notato l’ennesimo trend della Generazione Z. Pronti, rullo di tamburi: la Calippo challenge o Calippo Tour. Di base, esuberanti ragazzine, minorenni nella stragrande maggior parte dei casi, si ritrae in selfie in varie parti di Italia taggando hashtagCalippoTour. Cercare di spiegarvi il significato profondo di tali azioni, per me, è davvero complesso, senza rischiare querele.
Principalmente queste ragazze vanno in giro per l’Italia a prender Calippi. Come dicevo prima, però, il famoso ghiacciolo è fuori produzione. Quindi, per esclusione, vi lascio immaginare di cosa si tratti. Se avete pensato male, avete pensato bene. Non sono video, attenzione, ma transazioni. Si, perché oltre a dirci con precisione in quale città hanno svolto il lavoro più antico del mondo, le ragazze vengono spesso ricompensate con soldi o “donazioni” che poi ci fanno vedere tramite post e storie schiaffandoci in faccia la loro ricchezza e indipendenza economica che - spoiler - non raggiungeranno mai. Potrei aprire un’enorme parentesi sul sex-working e sulle piattaforme ormai famosissime che lo consentono, ma non voglio parlare di questo. Voglio parlare dei genitori. Si, perché le colpe a mio avviso non vanno ricercate in questa generazione fragile e sottomessa alla fama, ma in quella precedente - chi oggi ha tra i 40 e i 50 anni. Io capisco che crescere un figlio sia difficilissimo, e che spesso non ci rendiamo conto di cosa realmente fanno fuori casa, ma se tua figlia rientra con un bracciale di Bulgari, a 16 anni, io qualche domanda me la farei. Mi sfugge, poi, come queste ragazzine siano cosi abili a nascondere questa vita parallela pur postando tutto su qualsiasi social esistente. Un’amica, un fratello, una cugina di terzo grado, queste non ce l’hanno? Cioè, se io avessi visto una mia amica al liceo postare foto da mezza Italia, con tanto di caption che spiegava perché fosse lì, due domande me le sarei fatte e forse più di un paio le avrei fatte a lei. Tralasciando la pericolosità di queste azioni, e tralasciando pure la dignità, come è possibile che nessuno si accorga che queste ragazze rischiano la loro salute e la loro incolumità solo per vedersi affermate su piattaforme online? Oppure, lo fanno davvero solo per soldi?
Sia chiaro, ognuno può fare quello che vuole del suo corpo, come vuole e quando vuole. Ma il punto non è questo. Il mio timore è che queste ragazzine si sveglieranno un domani con tali rimorsi e sensi di colpa verso sé stesse, da non vivere più. Internet è un posto fantastico, dove però non si scrive mai a matita. Tutto rimane da qualche parte, in qualche anfratto nascosto, anche in un cellulare di qualche demente che un domani potrebbe usare quei video a scopi non proprio ludici. Ho cercato di essere leggero, ma questo tema è molto più pesante di quello che sembra, uno squarcio su una generazione orfana, che chiama aiuto ma con le parole sbagliate, con modelli che spesso sono tutto tranne che sani. Prima di puntare il dito, chiediamoci come siamo arrivati a questo e soprattutto perché - da bravi voyeur - proviamo gusto nel vedere queste challenge grottesche e al limite della pericolosità. Perché diciamocelo, siamo tutti schiavi dello “scrollare” a tempo perso video più o meno sani, per poi voltarci dall’altra parte. Vanno aiutati, non derisi, vanno protetti non incolpati. E poi se proprio la vuoi dare, amica, dalla per te stessa o per qualcosa che valga davvero la pena - che se l’avessero detto a me a quest’ora stavo su uno yatch. Sarà che ho sempre sofferto di mal di mare.