image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • Sport
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Calcio
  • Volley
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • Sport
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • calcio
  • Volley
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Cover Story
  • Topic
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Attualità

LA VERA DIMOSTRAZIONE DI POTERE: abbiamo letto il linguaggio del corpo di Giorgia Meloni alla Casa Bianca: mentre Zelensky si toglie la divisa per sottomettersi a Trump, lei gli sussurra all’orecchio (“Non voglio mai parlare con la stampa italiana”) e...

  • di Anna Vagli Anna Vagli

  • Foto: Ansa

19 agosto 2025

LA VERA DIMOSTRAZIONE DI POTERE: abbiamo letto il linguaggio del corpo di Giorgia Meloni alla Casa Bianca: mentre Zelensky si toglie la divisa per sottomettersi a Trump, lei gli sussurra all’orecchio (“Non voglio mai parlare con la stampa italiana”) e...
Chi ha seguito l’incontro agli Stati Uniti tra Trump e i leader europei avrà visto due figure spiccare su tutte: Zelensky, che arriva alla Casa Bianca vestito di nero e senza la sua divisa (un atto di sottomissione verso il leader Maga?) e Giorgia Meloni, che ha bruciato tutta la concorrenza e si è dimostrata la vera alleata degli Stati Uniti in Ue: e per capirlo abbiamo letto il suo linguaggio del corpo…

Foto: Ansa

di Anna Vagli Anna Vagli

All’arrivo di Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca c’è già un dettaglio comportamentale che racconta molto: il presidente ucraino non indossa la sua consueta divisa militare, ma una giacca nera. Un cambio d’abito apparentemente minimo, in realtà il segno di una cornice imposta. Donald Trump, con il suo completo blu e la cravatta rossa d’ordinanza, aveva chiesto esplicitamente di evitare l’uniforme da guerra. La scena restituisce un equilibrio delicato: da una parte Trump, fermo nella sua estetica immutabile, mascella serrata, busto eretto, simbolo di dominio; dall’altra Zelensky, più raccolto, con lo sguardo misurato e le braccia vicine al corpo. L’uomo che ha fatto del verde militare il proprio marchio di autenticità si trova a cedere sul terreno dell’immagine, costretto a rimodellare la propria presenza pubblica per rispettare la regia dell’interlocutore. È un linguaggio non verbale che dice: le regole della scena non le decido io. In questo contesto, già carico di simboli e gerarchie, irrompe Giorgia Meloni. Nella coreografia rigida di una conferenza stampa internazionale, la premier italiana – unica donna tra leader uomini abituati a dettare i tempi della scena – si avvicina a Trump e lascia scivolare una frase che i microfoni non dovevano catturare: “I never want to speak with my press!”

Donald Trump e Zelensky alla Casa Bianca
Donald Trump e Zelensky alla Casa Bianca Ansa

È un frammento minuscolo, ma dal peso specifico enorme. Non un errore, non un fuori onda da archiviare: un gesto che racconta dinamiche di potere, confidenza e rappresentazione. Il primo dato da registrare è il fattore di genere. Meloni non arretra, non modula la voce per restare invisibile; al contrario, entra nello spazio di Trump, piega il busto verso di lui e abbassa il tono come farebbe chi rivendica un rapporto privilegiato. In un contesto diplomatico storicamente maschile, il suo corpo trasmette un messaggio implicito ma fortissimo: una donna può stare fianco a fianco con un leader percepito come ingombrante, senza subire il confronto. Anzi, può permettersi di ironizzare davanti a lui, di confidargli una verità privata che esclude tutti gli altri. È un segnale che parla alle donne che osservano da casa: non un modello astratto, ma un esempio concreto di come occupare la scena senza chiedere permesso. Il linguaggio non verbale amplifica il contenuto della frase. L’inclinazione del busto, la riduzione della distanza interpersonale, il tono volutamente basso: tutto costruisce una bolla di intimità selettiva. In quell’istante non esistono altri leader, non esistono telecamere. Esistono due persone che condividono un segreto. È il gesto tipico di chi, pur in pubblico, stabilisce un cerchio di appartenenza, un “noi” contrapposto al “loro”.

I leader europei alla Casa Bianca
I leader europei alla Casa Bianca Ansa

È una strategia potente: chi osserva intuisce di essere escluso e allo stesso tempo percepisce la complicità come legame autentico. Sul piano psicologico, c’è un tratto ancora più fine. Il sussurro non è solo complicità, è anche controllo della cornice narrativa. Dire “non mi va mai di parlare con la mia stampa” equivale a rivendicare la libertà di gestire in prima persona la propria narrazione, senza passare attraverso filtri esterni. È una battuta che si trasforma in autoritratto, restituendo un tratto della sua identità politica. L’azione assume anche un valore scenico rispetto agli altri leader presenti. Creare un momento di intimità con Trump davanti a Macron, Zelenskyj e Stubb significa alzare la posta: io posso permettermi ciò che voi non potete. È un modo per rafforzare il proprio posizionamento internazionale non solo con i contenuti, ma con il linguaggio dei corpi. Una leader che sussurra in un orecchio così ingombrante comunica di essere in grado di maneggiare spazi di prossimità che altri evitano. Non va sottovalutata la dimensione emozionale: parlare a voce bassa di fronte a decine di telecamere è un gesto a doppio taglio. Da un lato è forza – decido chi ha accesso al mio messaggio – dall’altro è vulnerabilità esibita come arma – con te posso abbassare la guardia. È proprio questa ambiguità a rendere il gesto potente: la premier si mostra capace di oscillare tra controllo e confidenza, tra durezza e ironia. In definitiva, quel sussurro dice molto più di quanto sembri. È performance politica. Ma soprattutto, è la prova che una donna può stare sulla scena internazionale senza adottare modelli maschili di forza: può usare l’ironia, la confidenza, persino il sorriso per affermare la propria presenza. Il corpo di Giorgia Meloni parla chiaro: in politica il potere non si misura solo nelle parole pronunciate davanti ai microfoni, ma anche in quelle bisbigliate al momento giusto, alla persona giusta, nel posto giusto.

https://mowmag.com/?nl=1

More

MUCCHE SOTTO LSD IN SARDEGNA: com’è gestita l’emergenza dermatite nodulare? Tra abbattimenti, pastori incazzati ed espropri per progetti green...

di Gianmarco Serino Gianmarco Serino

L'isola di Wight

MUCCHE SOTTO LSD IN SARDEGNA: com’è gestita l’emergenza dermatite nodulare? Tra abbattimenti, pastori incazzati ed espropri per progetti green...

Il risiko dello streaming: Amazon Prime Video e il mega accordo con la Nba. Ma quali partite di basket (oltre alle Finals 2026) trasmetterà la piattaforma di Bezos? Ecco il calendario

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Pacchi e pacchetti

Il risiko dello streaming: Amazon Prime Video e il mega accordo con la Nba. Ma quali partite di basket (oltre alle Finals 2026) trasmetterà la piattaforma di Bezos? Ecco il calendario

“Mario Sechi sostituisce Alessandro Barbero a Rai Storia”? Ecco come nasce (e si diffonde) una fake news

di Gianmarco Aimi Gianmarco Aimi

fact-checking

“Mario Sechi sostituisce Alessandro Barbero a Rai Storia”? Ecco come nasce (e si diffonde) una fake news

Tag

  • Giorgia Meloni
  • Trump
  • analisi
  • Zelensky
  • Attualità
  • Politica
  • Linguaggio del corpo

Top Stories

  • Delitto di Garlasco: spuntano le foto di Andrea Sempio (e delle Cappa) davanti a casa Poggi quel giorno. Intanto l’avv. Lovati aggiunge “un leprotto” ai suoi personaggi

    di Emanuele Pieroni

    Delitto di Garlasco: spuntano le foto di Andrea Sempio (e delle Cappa) davanti a casa Poggi quel giorno. Intanto l’avv. Lovati aggiunge “un leprotto” ai suoi personaggi
  • Delitto di Garlasco, ma davvero Sempio era ossessionato da Stasi tanto da scriverne nei suoi diari segreti? A Lo Stato delle cose condotto da Giletti la svolta nelle indagini: qualcuno sta per essere arrestato?

    di Giulia Ciriaci

    Delitto di Garlasco, ma davvero Sempio era ossessionato da Stasi tanto da scriverne nei suoi diari segreti? A Lo Stato delle cose condotto da Giletti la svolta nelle indagini: qualcuno sta per essere arrestato?
  • “Pacio” Pacini è sgradito e ora pure daspato? Secondo Klaus Davi il capo ultras del Milan potrebbe essere raggiunto da un nuovo provvedimento. Cosa rimane della curva Sud?

    di Domenico Agrizzi

    “Pacio” Pacini è sgradito e ora pure daspato? Secondo Klaus Davi il capo ultras del Milan potrebbe essere raggiunto da un nuovo provvedimento. Cosa rimane della curva Sud?
  • Delitto di Garlasco: preparatevi alla tempesta narrativa sul “mostro” Andrea Sempio. I “nuovi indizi” oltre il DNA, il movente “nella sfera più intima” e le indiscrezioni (ma pure una paradossale verità)

    di Emanuele Pieroni

    Delitto di Garlasco: preparatevi alla tempesta narrativa sul “mostro” Andrea Sempio. I “nuovi indizi” oltre il DNA, il movente “nella sfera più intima” e le indiscrezioni (ma pure una paradossale verità)
  • Requiem di John Elkann all’ecofollia: “automobilisti non disposti a farsi dire cosa acquistare”. Anche Fiat frena sull'elettrico (e meno male che c’era lo spazio sulla 500)

    di Emanuele Pieroni

    Requiem di John Elkann all’ecofollia: “automobilisti non disposti a farsi dire cosa acquistare”.  Anche Fiat frena sull'elettrico (e meno male che c’era lo spazio sulla 500)
  • Stranger Things 5: non divorate le prime quattro puntate di seguito, meglio una a settimana e nei giorni liberi i film anni ‘80 che hanno ispirato la serie. Insomma: fatevi una cultura del SottoSopra

    di Ottavio Cappellani

    Stranger Things 5: non divorate le prime quattro puntate di seguito, meglio una a settimana e nei giorni liberi i film anni ‘80 che hanno ispirato la serie. Insomma: fatevi una cultura del SottoSopra

di Anna Vagli Anna Vagli

Foto:

Ansa

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore [email protected]

Next

Le PAGELLE dell'ultimo saluto a Pippo Baudo: Fiorello torna al varietà? (9), Marini e il selfie cringe (3), Cristicchi “arte pura” (4). E il fotomontaggio col morto? Dalla camera ardente ai funerali a Militello è tutto un grande SHOW

di Grazia Sambruna

Le PAGELLE dell'ultimo saluto a Pippo Baudo: Fiorello torna al varietà? (9), Marini e il selfie cringe (3), Cristicchi “arte pura” (4). E il fotomontaggio col morto? Dalla camera ardente ai funerali a Militello è tutto un grande SHOW
Next Next

Le PAGELLE dell'ultimo saluto a Pippo Baudo: Fiorello torna al...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Chi siamo
  • Privacy