La vera domanda è: ma perché la gente va da Fedez? Perché ci vanno i Saviano, i Nuzzi, i Pietro Orlandi e ora pure i Davigo? Questa domanda me l'ha rivolta ieri sera Francesco Tricarico, il cantautore, quello di “puttana la maestra”, “voglio una vita tranquilla” e soprattutto di “mi state tutti immensamente sul caz*o”. Già, perché? E io gli ho risposto: per la visibilità e, forse, anche per i soldi. Ma se sui secondi non ho certezza (magari non li paga nemmeno, Fedez, i suoi ospiti), la prima motivazione è chiara.
E quindi mi chiedo: ma che visibilità è andare da Fedez per buttarla sempre in caciara, per diventare vittima, l'ennesima, del pressapochismo, della risatina, della superficialità fatta status? Ci va Saviano e Fedez fa una figuretta parlando dell'ingiustizia commessa a Enzo Tortora; ci va il giornalista Nuzzi e Fedez fa una battuta macabra sulla sparizione di Emanuela Orlandi; ci va il magistrato Davigo, che in pochi si ricordano chi sia e in molti manco lo sanno (è diventato noto per l'inchiesta Mani Pulite del 1992) e tutto scivola in un sunto di impreparazione e inesattezze. Adesso chiunque parla dell'uscita infelice sugli indagati che si suicidano ma io, che per ascoltarmi l'intera intervista (1 ora e 40) mi sono addormentato e risvegliato tre volte, ho trovato almeno altri quattro passaggi imbarazzanti: gli attacchi a chi non può replicare, Berlusconi e Craxi, il cinismo con cui parla di chi si toglie la vita in carcere e in tutto questo una costante voglia di fare battute che non c'entrano niente del suddetto Federico Lucia.
Vedete, più che della mancanza di empatia di Piercamillo Davigo (di cui non è mai stato campione) e della scarsa capacità di gestire argomenti seri dei due intervistatori (l'altro è Mr Marra) a me fa specie quando la storia, la nostra storia, diventa commediuola; quando anche chi dovrebbe sostenere la linea dura contro lo sfacelo e il qualunquismo si piega ai meccanismi dei like, dei follower, del presenzialismo e decide che sì, una capatina da Fedez ci può anche stare, e poi ci fa la morale – come fa Saviano, più di altri – sull'importanza della scuola o dei modelli educativi.
E infine mi chiedo: perché ormai lo spazio per approfondire temi complessi si è ridotto così tanto che ci tocca sorbirceli in questo modo da Fedez e Muschio Selvaggio o nei talk show con toni apocalittici e incomprensibili o in trasmissioni impostate e marchettose (Fazio e Vespa, ad esempio)? Perché non c'è un fottu*o programma culturale che si possa definire tale capace di affrontare non la Storia di Roma o l'Antica Grecia ma ciò che è successo negli ultimi quarant’anni e ciò che sta accadendo ora? È possibile che non ci sia qualcuno sotto i cinquant’anni che sia capace di farlo? Ecco, se ci ritroviamo a parlare sempre e solo di cazzate, questa cosa non dice tanto di Fedez&Co, ma dice tanto di noi. Di tutti noi. Rendiamocene conto.