In questa ennesima guerra tra Israele e Hamas, ultimo regalino del narcolettico della Casa Bianca, in tutto il mondo – Italia compresa – si stanno scatenando le tifoserie dove si fronteggiano studentelli, casalinghe di Voghera e pescivendoli veneziani che sputano sentenze senza alcun titolo. Nella mischia si sono anche infilate alcune mie conoscenti e amiche musulmane, che grazie al nostro stile di vita occidentale hanno potuto gioire dei piaceri della vita e di alcuni peccatucci tipo ses*o, alcool, droga e rock ‘n’ roll alla faccia del loro Dio. Donne che hanno pure frequentato vari soldati americani della caserma Ederle e qualcuno se lo sono sposato diventando cittadine americane. Come fanno queste a stare insieme a quelli che armano Israele con missili e jet che bombardano la Palestina? Saranno mica ipocrite? Perché sanno benissimo che i loro stessi mariti sono stipendiati per andare orgogliosamente a sparare ai terroristi islamici, mentre loro scenderanno in piazza a manifestare pro-Hamas e contro “l’usurpatore sionista”. Che contraddizione! Tutta questa cagnara alla fine non è tifoseria, è un problema di civiltà e di religione, ed è inutile girarci attorno! Da una parte abbiamo i tagliagole islamici circondati da innocenti palestinesi, e dall'altra ci siamo noi con la nostra ubriacatura di libertà, estremizzata a tal punto da rinnegare noi stessi, i nostri principi, i nostri valori e la nostra morale. Abbiamo tradito così tanto noi stessi che abbiamo vanificato il concetto di verità. Le verità storiche non contano nulla per la studentessa appena maggiorenne del Manzoni o per la svariata quantità di ignoranti che girano nei social: per queste persone gli ebrei in Palestina spuntarono fuori come i funghi da un giorno all’altro. La domanda principale è: dove è finita la nostra libertà di stampa, tanto sbandierata come trofeo occidentale? I media mainstream sono diventati così faziosi al punto di travisare lo stesso concetto della propria libertà, estremizzata a tal punto da diventare libertà di dire il falso, creando il caos assoluto? Per esempio, per il missile caduto nell’ospedale di Gaza, tutti si sono affrettati ad accusare Israele di quel crimine, infervorando il mondo, per poi scoprire 24 ore dopo – prove alla mano – che il missile era partito da Hamas e non da Israele, che per loro errore o incompetenza era finito sul parcheggio dell’ospedale e che le vittime non erano cinquecento come avevano detto. Non contano più le verità storiche, i fatti e la realtà che ci circonda. Le persone, essendo state truffate dai media troppe volte, non si fidano più. E, non sapendo più distinguere tra il vero e il falso, si fidano solo delle loro sensazioni a pelle e dei loro sentimenti. È qui che muore la verità: la verità perde il suo significato, soverchiata dall’opinione diffusa. L’opinione, quindi, oggi diventa verità. Non mi sorprende che gli studenti del Manzoni manifestino con le bandiere palestinesi e con cartelli “Free Palestine”, gioendo per la mattanza di civili israeliani innocenti a opera di terroristi: non possiamo stupirci di ciò, quando dalla terza media in poi i libri di storia raccontano la nascita dello Stato di Israele in modo fazioso, parziale e truffaldino, tanto quanto i meme che ultimamente stanno girando nei social contenenti qualche isolato e manipolato versetto del Corano, estrapolati dal contesto, che a loro vedere dimostrerebbero la misericordia e la saggezza dell’Islam quando invece leggendo integramente quei versetti si trova solamente odio verso i miscredenti.
La narrazione ripetuta a pappagallo degli ebrei che arrivarono in massa in Palestina, cacciando via i poveri palestinesi dalle loro terre, è un falso storico. Mi sono sbattuta non poco per cercare persone che mi spiegassero come le cose andarono realmente, facendomi anche mandare stralci di libri importanti e autorevoli sulla storia di Israele, fra i quali Vittime di Benny Morris e Semiti e Antisemiti di Bernard Lewis. Per esempio, io non sapevo che gli ebrei con la diaspora si sono sparsi in tutto il mondo ma non avevano mai totalmente abbandonato la loro Terra Promessa (termine biblico che significa Israele), perché di insediamenti ebraici in quell’area ne sono sempre rimasti nel corso dei secoli. E in quelle zone c’erano anche gli arabi musulmani, certamente. Gli ebrei in quelle zone non erano padroni a casa loro, ma non lo erano nemmeno gli arabi, in quanto entrambi governati prima dall’Impero Ottomano (che sarebbe l’Impero Turco) e poi, dopo la caduta di quest’ultimo dalla Gran Bretagna, in quanto la Palestina in seguito diventò un protettorato britannico, quindi vissero tutti sotto il Re d’Inghilterra. Non sapevo – e ho imparato – che il movimento sionista nacque già nella seconda metà dell’Ottocento (e non nel 1948), con il desiderio e lo scopo di fondare in Palestina uno Stato dove gli ebrei avrebbero avuto di nuovo una loro Patria. Sottolineo “di nuovo”, perché già nella Bibbia si parla di quelle terre. Già migliaia di anni fa ai tempi di Mosè gli ebrei avevano ricevuto da Dio la loro Terra Promessa dopo essere stati per secoli schiavi dei faraoni in Egitto. E già duemila anni fa al tempo di Gesù gli ebrei vivevano in Giudea, poi ribattezzata dagli antichi Romani “Palestina” più di un secolo dopo la crocifissione. Come non sapevo che il movimento sionista raccolse ingenti quantità di denaro donate dagli ebrei ricchi di tutto il mondo, e che gli ebrei che arrivarono in Palestina dalla seconda metà dell’Ottocento in poi, non arrivarono armati di fucile bensì armati di aratro e di zappa per coltivare la terra, la loro terra, in quanto da loro comprata con regolari e legali contratti di acquisto dai proprietari terrieri arabi, terreni pagati ben cinquecento volte il loro reale valore nonostante fossero ridotti a deserto per colpa dell’incuria di chi di quelle terre non se ne era curato. In sostanza, gli ebrei in Palestina si sono comprati molti terreni, che gli sceicchi arabi vendettero loro liberamente a caro prezzo, e trasformarono quei deserti comprati in meravigliose oasi, attirandosi l’odio dei braccianti arabi, odio inizialmente non per una questione religioso-razziale bensì per invidia sociale. L’odio e l’invidia sociale degli arabi per gli ebrei si trasformò presto in violenza, tale che l’Impero Britannico fece di tutto per separare i due popoli e nel 1947, dopo la fine della seconda guerra mondiale, passò la palla alle neonate Nazioni Unite, che riconobbero legalmente l’esistenza di uno Stato ebraico indipendente e contemporaneamente proposero alle nazioni arabe limitrofe – la Lega Araba – la soluzione di “due popoli, due Stati”, impegnandosi a finanziare l’intera operazione. E nemmeno in quel momento gli ebrei cacciarono gli arabi dal proprio territorio, da loro regolarmente acquistato e pure riconosciuto come Stato indipendente. Furono semmai gli Stati della Lega Araba a unirsi per invadere e impossessarsi del neonato Stato di Israele, richiamando con propaganda radiofonica i loro fratelli in Palestina promettendo loro di ricondurli da padroni al posto degli ebrei al termine della vittoriosa battaglia: vittoria che non ci fu. Dopo la disfatta della Lega Araba, nacquero attorno a Israele i campi profughi con i palestinesi, che le Nazioni arabe ospitanti non vollero per nessun motivo integrare fra loro – nonostante l’Onu fosse pronta a sovvenzionare generosamente la loro accoglienza – perché preferirono tenerli nei ghetti per instillare in loro ancora più odio verso Israele per servirsene successivamente per nuove battaglie, cosa che a loro non riuscì mai. I palestinesi non hanno alcun diritto su quelle terre ed è per questo che non sono ancora uno Stato sovrano, perché sia loro sia i loro padri erano dei senzatetto a causa dei latifondisti arabi che il loro tetto se le sono venduto per la propria ricchezza. Non c’è il minimo dubbio che i palestinesi siano delle vittime, ma lo sono dei Paesi arabi e non di Israele! Perché i loro fratelli arabi di loro si sono sempre disinteressati e li hanno solo sfruttati come agnelli sacrificali per il proprio interesse. E mentre noi duelliamo a suon di click sui social, gli innocenti continuano a morire. L’unica e assoluta verità è che dagli errori ed orrori del passato non siamo stati in grado di imparare nulla.