La Guardia di Finanza pare abbia scoperto che Lapo Elkann avrebbe avuto solo 1.200 euro nei conti correnti italiani, nell'ambito di un'indagine che ha portato al sequestro di 74 milioni di euro per frode fiscale a suo carico e dei fratelli John e Ginevra. Questa scoperta, un po’ paradossale, avviene in un momento difficile per Lapo, segnato da ripetuti insuccessi imprenditoriali, come il crollo dell'azienda di occhiali Italia Independent e la svalutazione della Laps to go, una delle sue ultime avventure commerciali. La crisi economica sembra aver pesato non solo (apparentemente) sui suoi conti personali, ma anche su quelli aziendali, con diverse perdite registrate negli ultimi anni.
Una delle sue società, la L Holding, ha subito un grave contraccolpo con la perdita di 680mila franchi svizzeri (circa 726mila euro) dalla YoungTimers Ag di Basilea, attiva nel settore finanziario e del commercio di auto da collezione. La L Holding, che possiede una partecipazione del 23% in YoungTimers, avrebbe inoltre messo in pegno azioni per 10 milioni di euro presso la Deutsche Bank, ottenendo in cambio una linea di credito di 2 milioni di euro, a sostegno di nuove iniziative imprenditoriali.
Nel frattempo, si è appreso che i conti di Lapo e il fratello John, come molti altri ignari correntisti, sarebbero stati vittime di spionaggio da parte di Vincenzo Coviello, un dipendente di Intesa Sanpaolo. L'uomo, ora sotto inchiesta, avrebbe spiato i conti bancari di circa 7.000 clienti, inclusi quelli degli Elkann. Si indaga se Coviello abbia agito da solo o su mandato di qualcun altro, mentre la Procura di Bari continua a portare avanti le indagini. Questo aspetto dell’inchiesta potrebbe estendersi anche ad altre procure, tra cui quella di Torino, sollevando interrogativi sul livello di accesso e sulle motivazioni dietro tali operazioni.