Vittorio Feltri contro la dinastia Agnelli-Elkann, una sfida tra mostri sacri (o dissacranti) in particolare quella (per metà postuma) tra il fondatore di Libero e l’Avvocato. Su Il Giornale Feltri prende di mira i fratelli Elkann, nipoti di Gianni, approfittandone anche per pungere il nonno. Per Vittorione i rampolli della dinastia Agnelli (John, Lapo e Ginevra Elkann) sarebbero "più belli che bravi", in quanto a suo dire incapaci di gestire efficacemente l'immenso patrimonio lasciato loro in eredità. "Sebbene la cassaforte Exor abbia riportato utili stellari per il 2024, con 14,7 miliardi di euro, la realtà dietro questi numeri racconta di una nave di lusso che fa acqua da tutte le parti", scrive.
Feltri prosegue sottolineando come la situazione finanziaria dell’azienda oggi controllata dalla famiglia Elkann sarebbe stata "gonfiata dai successi passati, merito soprattutto di Sergio Marchionne, il salvatore della Fiat". Tuttavia, nonostante i fasti di Exor, la gestione familiare attuale sembrerebbe a detta del giornalista avvolta in "un fumo azzurrino di futuri investimenti immaginifici", mentre i problemi pratici si moltiplicano.
L’articolo elenca una serie di guai che coinvolgono i fratelli Elkann. Feltri scrive che John, Lapo e Ginevra sono stati oggetto di "sequestri di beni per un valore di 80 milioni di euro", aggiungendo che si tratta di un'indagine per "evasione della tassa di successione e truffa". E non manca un commento graffiante sulla madre Margherita Agnelli, "trattata come una matta" a suo dire per aver rivelato alcuni presunti altarini legati alla residenza fiscale della vedova Marella.
Sul fronte mediatico, Feltri evidenzia come John Elkann, presidente uscente di Gedi (proprietaria di Repubblica e La Stampa), abbia sostituito il direttore di Repubblica, Maurizio Molinari, con Mario Orfeo in un momento in cui il gruppo ha subito perdite pesanti. "Gedi ha perso 103 milioni di euro nell'ultimo anno", osserva Feltri, e accusa la gestione Elkann di alimentare "un’opposizione sistematica al governo Meloni", riferendosi alle frequenti critiche politiche rivolte alla destra italiana.
Passando alla Juventus, la storica squadra controllata dalla famiglia Agnelli-Elkann, Feltri critica la gestione finanziaria: "La Juventus ha visto crolli in borsa e ricapitalizzazioni", dimostrando come l'eredità sportiva della famiglia sia altrettanto in difficoltà.
Feltri non risparmia neanche l'automotive: "Stellantis, guidata da Exor, sta affondando in Borsa e cerca disperatamente alleati", scrive, sottolineando il distacco dalle scelte di Marchionne, che aveva salvato Fiat dalla rovina. La famiglia, a suo avviso, è oggi “incapace di affrontare la dura realtà”.
Nel concludere, Feltri riflette sul paragone tra John e suo nonno, Gianni Agnelli: "John, come il nonno, ha più fascino che capacità". Nonostante l'ammirazione che circondava l’Avvocato, Feltri non nasconde le sue critiche: "Gianni ha lasciato rovine ovunque abbia messo le mani", aggiungendo che gran parte della fortuna della Fiat sarebbe stata sostenuta dallo Stato e dagli interventi di altre nazioni. Con una stoccata finale, Feltri denuncia che Gianni Agnelli sarebbe stato circondato da "prezzolati cicisbei perennemente in brodo di giuggiole per le sue battute cretine e le telefonate alle sei del mattino". E Vittorione? "Io dormivo".