Per un motivo o per un altro si parla sempre della famiglia Agnelli-Elkann, che solo negli ultimi giorni sono stati al centro dell'attenzione mediatica per diverse vicende. Dal gossip, per il presunto flirt tra Fedez e Cosima Rattazzi Agnelli, al giornalismo per la presunta vendita del quotidiano Repubblica, che oggi ha come nuovo direttore Mario Orfeo. Fino ad arrivare al calcio con la Juventus, dove sembra poter tornare presidente Andrea Agnelli. E la questione Stellantis, criticatissima, come la sta gestendo John Elkann? Ne abbiamo parlato, come della Ferrari e di molto altro, con l'esperto Gigi Moncalvo, giornalista e scrittore ben informato, non a caso in uscita col libro “Agnelli, the Italian Royal Family”. Ecco l'intervista con rivelazioni clamorose.
Ha letto della presunta nuova fiamma di Fedez? Cosima Rattazzi Agnelli. Come prenderebbe la famiglia questa liaison?
Suo nonno paterno è il conte Urbano Rattazzi, un combattente della Seconda guerra mondiale che si era arruolato nel battaglione Barbarigo della Decima Mas. Pur non essendo un fascista, il nonno materno è un eroe di guerra, un pilota americano che ha combattuto in Corea e in Vietnam, un ganzo pazzesco. Lei comunque è una ragazza molto intelligente che probabilmente è stata intrappolata e ha capito subito che bisogna stare lontani da Rozzano, soprattutto una come lei così intelligente, seria e importante. Io ho sentito suo padre per altre ragioni e gli ho anche chiesto notizie in merito. Lui mi ha risposto testualmente: “Ma quale liaison? Sono diventati amici a New York questo weekend. Mia figlia è una persona serissima”. Lei ha una triennale alla Bocconi, un master a Escp (École supérieure de commerce de Paris), che è la business school più importante del mondo. Fa un lavoro che ha trovato lei con le sue forze su LinkedIn, senza alcuna spinta. Suo padre va molto orgoglioso di lei e non dimentichiamoci che è di una famiglia di livello, i Rattazzi.
Scusi, ma in che senso stare lontano da Rozzano?
Bisogna stare lontani da Rozzano perché quel video è la dimostrazione che l'hanno attirata in una trappola e che Fedez non ha avuto nessun rispetto per lei. Questo è dimostrato da tre episodi.
Sarebbero?
La seconda dimostrazione della trappola è che questa immagine è stata poi inviata da qualcuno immediatamente in Italia e la terza è che poi hanno fatto filtrare il nome di questa ragazza, nome importante e pregiato, con un pedigree ben lontano da quella della famiglia Lucia. Figurati se i Rattazzi si vanno a incrociare con la famiglia Lucia. Il primo è che quella immagine è stata catturata da un telefonino che continua a inquadrare in una posizione molto ferma e molto vicina i due, con una differenza: Fedez sa che c'è questo cellulare, perché è di fronte a lui, mentre lei è di spalle e non si accorge di nulla.
Ma perché cosa ci sarebbe di male?
Non nelle famiglie, nelle frequentazioni. Lui frequenta degli ultras del Milan inquisiti per gravi reati. Lei è di tutt'altro genere, è abituata alla riservatezza. Per carità, l'amore è cieco, ma qui siamo ben lontani dal parlare dell'amore. Siamo in una discoteca di New York con un'atmosfera particolare, magari hanno bevuto due drink e se uno ti corteggia in un certo modo, è simpatico, allora magari passi sopra i tatuaggi che devastano il suo collo e il suo volto e fai una pomiciata, come si diceva ai miei tempi. Lei ha una storia familiare importantissima, non solo per il padre Lupo Rattazzi, che è uno dei più intelligenti maschi di tutta la stirpe Agnelli, ma anche sua madre Dana, una signora che adesso ha 64 anni, una ex fotomodella e figlia di questo capitano William Franklin Moore. Sono due mondi ben lontani, quindi ci può essere una serata, ma in realtà lei è la persona ideale per consentire a lui di dare una lezione a Chiara Ferragni. Della serie “tu con il figlio di Tronchetti Provera e io con la figlia di Lupo Rattazzi”.
Però lei hai parlato di “trappola”, ma nessuno ha forzato la ragazza a baciare Fedez.
No, nessuno l'ha forzata, però c'era uno in contatto con Fedez che evidentemente aveva l'ordine di filmare. E così se fosse successo qualcosa, la persona sarebbe stata pronta con il telefonino. Quindi la cosa mi pare premeditata proprio per il destinatario di quel bacio. Non è Cosima Rattazzi, il destinatario di quel bacio, il destinatario in diretto è Chiara Ferragni.
Dire che sia un bacio pilotato è un'affermazione pesante.
Una ragazza può passare la serata come vuole, con chi vuole, baciare chi vuole, però quando si accorge che di questo bacio viene fatto tutto questo can-can, comincia a farsi delle domande. Non è un bacio spontaneo, ma spintaneo: aveva cioè altri scopi secondo me. Poi, per carità, mi sbaglierò, perché nella testa della gente, nei sentimenti, nell'atmosfera, nella chimica che si viene a creare, ci possono essere mille risvolti e mille motivazioni, però ci sono quei tre elementi che mi fanno sospettare. Uno su tutti, il fatto che lui sapesse di essere filmato da quello con il telefonino, lei no perché si vede che è di spalle, si vedono i suoi capelli, non il suo volto. Quindi lei non si accorge di questo. Poi si fa uscire da Fabrizio Corona la notizia di quel bacio e non mi sembra una cosa molto corretta, specialmente per una ragazza così seria, posata e amante della sua riservatezza. Su di lei non c'è nulla in rete, né sui social non ci sono foto su internet, perché la sua cifra, così come quella di suo fratello Nicolas, che è più giovane di lei di sei anni, lei ne ha 25 e lui 19, è la riservatezza di quel ramo della famiglia, in particolare del ramo che riguarda Lupo Rattazzi. Altri si sarebbero volentieri messi in mostra, ma lei è molto rispettosa delle forme, non vuole approfittare del cognome che porta. Una ragazza può passare la serata come vuole, con chi vuole, baciare chi vuole, però quando si accorge che di questo bacio viene fatto tutto questo can-can, comincia a farsi delle domande.
Intanto gli Elkan sono al centro di una questione più importante: Repubblica è in vendita o no?
Ricordiamo che cosa hanno fatto con Il Secolo XIX: se ne sono disfatti in un tempo brevissimo a favore dell'italiano più potente in questo momento, Gianluigi Aponte, che ha sposato non solo una donna ricchissima, figlia di un banchiere svizzero. Se arriva uno con i soldi, John è pronto a vendere tranquillamente. Anzi, si disfa non di uno ma di dieci giornali. Non dimentichiamo che Repubblica ha una redazione molto folta, che rappresenta un grande costo. Lì ci deve essere una cordata che smetta di essere il più acerrimo avversario di Giorgia Meloni, che smetta di attaccarla continuamente facendo una campagna contro questo governo da vari punti di vista, politico, finanziario, culturale. In questo momento la preoccupazione più importante di John Elkan è quella di aspettare con trepidazione ogni venerdì dopo le ore 17, quando chiude la Borsa e comincia il weekend, nel timore che arrivi qualche notizia o qualcuno suoni alla porta a Torino dove si trova per notificargli un ipotetico ordine di cattura.
E oggi chi è a capo di questa cordata?
C'è una persona che sta cercando di mettere insieme questa cordata ed è un personaggio molto importante nell'editoria, ma non è lui che fa l'operazione, i soldi li devono tirar fuori quelli che lui mette insieme, ma unire un tot di quote da milioni di euro può diventare difficile.
Il nome?
Claudio Calabi. Quindi una cosa vera c’è e vi assicuro che John Elkan sta esaminando i compratori e i di contatti che sta creando il manager Calabi e John lo prende seriamente in considerazione perché vuole disfarsi dei giornali. Claudio, peraltro, è lo stesso manager scelto da Chiara Ferragni, perché è considerato un uomo di grande prestigio e capacità nel mettere insieme le cordate visto che qui ormai i soldi non li vuole più tirare fuori nessuno.
Che giornale diventerebbe, quindi, Repubblica?
Non di centro ma nemmeno un giornale contro il governo. Sarebbe un giornale non filogovernativo, ma senza la sprezza, la continuità, la quotidianità di attacchi che c'è adesso. Contro la Meloni si sono accaniti molto e molto duramente e spesso immeritatamente e a prescindere. Ma già con la scelta di Mario Orfeo come direttore di Repubblica fa capire molto, perché Orfeo non è un direttore qualsiasi, è come il Presidente della Repubblica Mattarella, è uno di quelli a tempo indeterminato. In Italia siamo tutti a tempo determinato, mentre lui e il Presidente della Repubblica sono gli unici due a tempo indeterminato. Se nel caso dovessero cambiare editore e il giornalista dovesse vendere, i nuovi editori dovrebbero tenersi Orfeo che ha dimostrato grandi capacità di navigazione in mezzo a tante procellose vicende della vita politica italiana.
Non a caso Mario Orfeo ha messo a capo della politica un nome come quello di Stefano Cappellini.
Certo, perché Repubblica secondo gli addetti ai lavori ha bisogno di un po' più di moderazione, che non vuol dire stare a destra, ma c’è bisogno di un po' meno estremismo e per la politica Cappellini rientra perfettamente nel disegno che ha Orfeo e di cui c’è bisogno. Le battaglie di Repubblica non sono più come quelle dei tempi di Scalfaro, di Ezio Mauro, non c'è più Silvio Berlusconi da attaccare personalmente, quotidianamente. Però l’acredine che Repubblica mostrava prima del ritorno di Orfeo contro la Meloni e contro il melonismo era francamente esagerato e non è che producesse una grande vendita di copie, lo dimostrano i dati. Repubblica e La Stampa messi insieme non arrivano a 120mila copie, duemila meno di quelle che vende il Corriere, e parlo di quelle in edicola. Poi tutto il resto, le copie drogate, quelle dell'abbonamento online, o quelle regalate negli alberghi sono un altro discorso, servono per buttare fumo negli occhi degli inserzionisti.
E la Ferrari potrebbe vincere il titolo costruttori in Formula 1, forse l'ultimo biglietto da visita positivo degli Elkann visti i problemi con Stellantis?
La Ferrari rappresenta le contraddizioni degli Elkann: sono patrioti e sono italiani solo quando vince la Ferrari, allora si ammantano del tricolore, cantano l'inno di Mameli anche se non sanno le parole. Ma, che la Ferrari vinca o meno il titolo come pilota e soprattutto come mondiale costruttore, a loro non cambia niente, perché è uno dei cinque marchi più affermati nel mondo insieme a Coca Cola e a pochi altri. La produzione della Ferrari nei pochi impianti che ha si limita a 10mila vetture l'anno a fronte di una quantità di richieste gigantesche. Quindi la vera forza della Ferrari è che se anche non vince, come fa da anni, il titolo costruttori o il campionato mondiale con un suo pilota, continua a vendere sempre lo stesso numero di automobili perché di più non riesce a produrne. Quando c'è da tenere aperti gli stabilimenti di Stellantis non fanno gli italiani, fanno i contro-italiani, quando invece ci sarebbe da occuparsi veramente dell'economia di questo paese, dare finalmente un contributo concreto allora lì si dimenticano di essere italiani. Sono passati i tempi in cui era vivo suo nonno Gianni Agnelli e dettava lui le condizioni.
Abbiamo visto Lapo Elkann scatenato sotto il podio in Messico.
Però bisognerebbe dargli delle lezioni sulle parole dell'inno di Mameli, perché se lo vuoi cantare devi anche conoscere le parole e invece lì lui aveva una tattica che viene usata spesso, quella di pronunciare soltanto le vocali, per cui tu non capisci se sa o non sa le parole, ti sembra un audio distorto o che sia fuori sincrono. Lui conosce l'inno di Mameli solo dalle vocali, per lui è l'inno di Aei.
Nel frattempo lei ha scritto un altro libro sugli Agnelli.
Sì, “Agnelli, the Italian Royal Family”, ed è con il titolo in inglese perché sono stati acquistati i diritti all'estero, descrivo tutti i rami della famiglia, perché noi conosciamo le figure di primo piano, ma non le altre. Non conosciamo bene i Rattazzi, per esempio, e tra le nonne importanti c’è Susanna, la sorella di Gianni Agnelli e nonna di Cosima, la presunta fiamma di Fedez. Cosima ha preso un quarto del sangue di sua nonna e del suo Dana, state tranquilli che non può certo arrivare uno da Rozzano ad abbindolarla o a circuirla, perché è una ragazza che ha una forza, un carattere e una determinazione notevolissime. La famiglia Agnelli fa come il vecchio Gianni aveva previsto, staccano le cedole alla fine dell'anno, passano alla cassa.
E la Juventus che fine farà?
La Juventus dimostrata quanto poco abbia a cuore la abbia John Elkann. Dopo undici giornate di campionato e quattro turni di Coppa dei Campioni, è l'unica squadra italiana o anche nel mondo che non ha uno sponsor sulla sua maglia, su cui c'è provvisoriamente la scritta Save the Children e naturalmente mi auguro che non facciano pagare nulla a questa onlus. Quindi vuol dire che non c'è nessuno interessato al prezzo che probabilmente chiede la Juventus per lo sponsor di maglia. Ma John Elkann, se contasse qualcosa in Stellantis e volesse fare qualcosa a favore della Juventus, magari diminuendo il buco dei 200 milioni di debiti, perché non prendere uno dei marchi di quella casa e non li mette sulla maglia dando un po' di soldi? Fino a qualche anno fa c'è la Jeep, che fa sempre parte del gruppo Stellantis, ma ci sono anche la Citroen, la Peugeot, c’è Philips di cui è azionista, o Louboutin, la famosa casa francese comprata da John. O qualche società cinese delle sue, ecco che non avrebbe problemi a trovare uno sponsor se solo volesse.
Si dice che Andrea Agnelli voglia riprendersi la Juventus.
Magari fosse vero. In questo modo potremmo vedere chi tra i due cugini è il migliore e ha davvero il cuore bianconero. Il problema è che John non venderà mai ad Andrea: ha paura dei confronti, specie da parte di chi vuole “vendicarsi”. Quindi se Andrea si nascondesse bene e mimetizzasse il suo ruolo come capo-cordata, potrebbe anche essere possibile.
Mi sta dicendo che sarebbe lui il finanziatore ma non dovrebbe saperlo il cugino?
Questo è molto difficile, quasi impossibile da realizzare. Nel mondo degli affari i blitz sono rarissimi, ci sono troppi “spioni” in circolazione.