L’inno di Mameli ha risuonato a Città del Messico. Carlos Sainz ha vinto il Gp messicano, mentre Charles Leclerc è arrivato in terza posizione (Lando Norris ha finito solo secondo). Un grande weekend per la Ferrari, quindi. E al momento della premiazione anche Lapo Elkann ha cantato l’inno nazionale. Le telecamere lo hanno inquadrato mentre festeggia scatenato il successo del Cavallino. L'unico dubbio è sulla conoscenza del testo: possibile che il fondatore di Italia Independet non si ricordasse il testo? Per la famiglia Elkann, però, non c’è solo da gioire. Continuano gli sviluppi sulla gestione dell’eredità di Gianni Agnelli, le indagini per frode fiscale e truffa nei confronti dello Stato: stavolta si parla di una villa a Marrakech, tra le favorite della moglie dell’avvocato Marella Caracciolo. Sul banco della procura ci sono, sommando tutte le ricchezze della famiglia torinese, almeno 170milioni che sarebbero stati nascosti al fisco. Per ora sono stati sequestrati preventivamente 74milionii. La villa marocchina Ain Kassimou, invece, pesa per 15milioni sul bilancio delle presunte evasioni. L’immobile, dicono gli inquirenti, non apparteneva a Marella Caracciolo, bensì era di proprietà della società lussemburghese Juky Sa, nata del 2003 proprio per la gestione delle proprietà degli Agnelli. Infatti, tra i membri della Juky Sa si distinguono Sigfried Maron, consulente finanziario dell’Avvocato e ora di John Elkann. Nell’organigramma sono presenti anche Mark Loesch e Patrick Geortay, i quali, pare, non abbiano mai venduto le quote societarie. Come spiegare, quindi, i 5 milioni di crediti indicati nella dichiarazione dei redditi del 2020 di John, Lapo e Ginevra Elkann?
Per la procura si tratterebbero di soldi spostati sui conti della società del Lussemburgo. Marella Caracciolo avrebbe acquistato le quote della Juky, passate poi ai fratelli Elkann al momento della sua morte insieme al credito da 15milioni. “Dall’analisi della documentazione sequestrata l’8 febbraio 2024 nello studio Ferrero, in particolare la stampa della dichiarazione dei redditi di John Elkann con indicazioni manoscritte a lato, è emersa l’esistenza di un credito di 15milioni nei confronti di Juky. Credito precedentemente vantato dalla nonna Caracciolo, dalla quale i nipoti hanno eredito una quota del capitale sociale. La ricostruzione della Guardia di Finanza, sul punto, è attendibile e senza spiegazioni alternative: si tratta di un credito sottratto ad imposizione in conseguenza della mancata apertura della successione in Italia”, ha scritto il giudice Antonio Borretta nel documento che autorizza il sequestro preventivo.