Possibile intesa (o almeno tregua) in vista tra John Elkann, presidente di Stellantis, e il governo di Giorgia Meloni? Il rapporto tra i due, complicato da tensioni passate, sembra avvicinarsi a un punto di svolta, con una possibile “stretta di mano” che potrebbe sigillare un accordo sull’automotive, settore chiave per il futuro industriale del Paese.
Il primo segnale di un cambiamento è arrivato con la recente sostituzione di Maurizio Molinari alla guida del quotidiano La Repubblica, un gesto che, secondo un’analisi de Il Foglio, viene interpretato come “un segnale di distensione” tra Elkann e Meloni. Tuttavia, l’interrogativo resta aperto: si tratta di una semplice mossa editoriale o c'è una trattativa più ampia in corso?
Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, ha confermato durante un’audizione dell’11 ottobre che la multinazionale “non lascerà l’Italia”, ma ha anche sottolineato che i costi di produzione nel Paese sono eccessivamente alti, alimentando il dibattito tra gli alleati del governo. Secondo esponenti di Fratelli d’Italia, come riportato da Carmelo Caruso su Il Foglio, gli “Elkann vogliono ancora soldi, aiuti”, mentre il vero problema sarebbe “una mancanza di visione” dell’azienda.
Non meno rilevante è la questione legata alle scelte passate di Stellantis durante la pandemia. Come si legge nell’articolo de Il Foglio, “le scelte di Stellantis devono essere chiarite, anche quelle passate, in ogni sede, compresa la Commissione Covid. Perché hanno prodotto mascherine?”. Una domanda che riecheggia nelle stanze del governo, mettendo ulteriormente alla prova il rapporto tra Meloni ed Elkann.
A complicare ulteriormente la situazione c’è il delicato tema della transizione ecologica. Meloni, parlando alla Camera il 15 ottobre, ha bocciato le politiche europee sull’addio al motore endotermico, definendole “una follia” e lanciando un messaggio chiaro a Elkann. Come ha affermato la premier, il passaggio forzato all’elettrico mette l’Italia in una posizione di svantaggio, poiché il Paese “non detiene le materie prime, non controlla le catene del valore” e i prezzi dei veicoli elettrici sono proibitivi.
In questo contesto, emerge una figura centrale: John Elkann. Secondo Il Foglio, il presidente di Stellantis, che non ha mai avuto un incontro ufficiale con Meloni, sarebbe pronto a stringere la mano alla premier per raggiungere un accordo sul futuro dell’automotive italiano. Elkann, che vanta una solida relazione con Mario Draghi e Sergio Mattarella, potrebbe essere disposto a superare le tensioni, convinto che “la vita è troppo breve per non diventare filogovernativi dopo sei mesi”.
A metà novembre, è prevista la chiusura del tavolo sull’automotive tra il governo e Stellantis, con la presentazione di un piano industriale e una firma attesa a Palazzo Chigi. Come riporta Il Foglio, la “stretta di mano Meloni-Elkann” potrebbe rappresentare una sorta di “piccola Yalta”, un incontro simbolico che potrebbe ristabilire l’ordine nell’equilibrio industriale e politico italiano.
Questa possibile intesa non riguarda solo il settore dell’auto, ma coinvolge anche Repubblica e la gestione della narrazione politica del Paese. Il nuovo corso editoriale del quotidiano, meno aggressivo verso il governo, potrebbe essere un segnale di un dialogo in atto tra Elkann e la premier. In gioco c’è molto di più di una semplice battaglia industriale: è il futuro della leadership economica e politica italiana.