Quando Maria Rosaria Boccia ha parlato della “pellicola privacy” è partita la hola. È una pellicola che si mette sullo smartphone per evitare che chi ti è vicino ti guardi lo schermo. Perché tutti un po’ ci speriamo, nel profondo del nostro cuore annoiato, che la Boccia sia una spia, magari russa, magari sotto il diretto comando di Putin, che vuole vendicarsi, non so, dell’invio di armi a Kiev, dell’atlantismo della Meloni. Luca Telese, che l’ha intervistata ieri a In Onda insieme a Marianna Aprile, glilo chiede: “Lei è una spia?”. La Boccia smentisce. Uffi. Avrebbe sollevato la narrazione dalla commedia all’italiana anni ‘70 (periodo Lando Buzzanca) se non a James Bond quantomeno a Red Sparrow. Dai, la biondona russa! I genitori nati in una città segreta infiltrati sotto l’identità di commercianti di vestiti a Pompei. Niente, non è una spia. Però è informata sui gingilli: la pellicola privacy, i Ray Ban a raggi X. Che uno si chiede se hanno anche la funzione di vedere attraverso i vestiti. Perché, diciamolo fuori dalle mutande, Gennarino Carunchio Sangiuliano deve avercela tanta, la cultura. Roba da lasciare sulla sabbia le tracce dei piedi a paperottolo e una linea dritta in mezzo: la moglie è una bellissima donna, la Boccia brutta brutta non mi pare, e ora si parla di “altre donne”, dice la Boccia.
“Con il quale il ministro aveva una relazione?”. Risposta della Boccia: “Non andiamo oltre”. Donne che praticano il catfight tra loro per Gennarino (Carunchio). La Boccia vuole sapere se è stata defenestrata da Federica Corsini, sposata in Carunchio. La Boccia riceve una chiamata e dall’altra parte un uomo e una donna litigano: sono Gennarino Carunchio e la di lui moglie. La moglie intima al ministro di strappare il contratto con la Boccia. Che la telefonata di Sangiuliano sia partita per sbaglio pare difficile, oppure ci si sono messi in mezzo gli dèi o i servizi segreti (russi). Quello che è più probabile è che Sangiuliano fosse in modalità Jake Blues (“il terremoto, le cavallette”): “Non ha stato io, ha stato mia moglie”. E qui lo storytelling diventa complesso, perché la Boccia ha detto che il ministro Carunchio le aveva detto che non abitava più con la moglie. Sia come sia, la Boccia vuole sapere se è stata defenestrata per carenze curriculari o per il capriccio di una moglie (tutto bellissimo - cit. Moreno Pisto - iscrivetevi alla newsletter). Tanto che tutte le foto travolti da un’insolito destino nel transatlantico d’agosto il ministro metteva i suoi like. Non solo i cuoricini privati. Persino i like pubblici: il bimboministro (che però forse ce l’ha tanto). Intanto lui piange, saluta piangendo i suoi collaboratori al ministero (alcuni dei quali, forse, saranno inguaiati dalla vicenda e avrebbero più motivo di piangere, manco la relazione sentimentale con la Boccia hanno avuto), dice che “non un euro degli italiani è stato speso”, mostra gli estratti conto, anche se le procedure del ministero prevedono i “rimborsi spese”, intanto spendi poi presenti le pezze di appoggio. Ci sono stati rimborsi? Indagherà la Corte dei Conti e forse anche la procura. Sangiuliano promette denunce per difendere la sua onorabilità.
La Boccia continua a dire “continuerà a dire la verità per difendermi”. Con il tribunale di mezzo continueremo a scrivere di questa storia all’infinito. Nel frattempo è anche entrato in scena l’ex marito della Boccia, Marco Mignogna, che sembra ancora traumatizzato. A Paolo Del Debbio dice: “Non invidio il ministro perché quello che passerà non se lo può neanche immaginare”. Applausi! Gli chiedono se sia vero che sia stato sposato con la Boccia dieci anni. Lui, immaginiamo, urla, si prende le goccine e risponde: “Ma lei è pazzo? Dieci anni con la signora Boccia? Assolutamente no, un anno mi è bastato e mi è avanzato. Io non vorrei proprio essere rilevante, mi creda, perché un anno mi è bastato e avanzato. A me non interessano i riflettori, mi interessa solo stare lontano da quella persona […] Se vuole le lascio il numero del mio avvocato che mi sta curando il divorzio dopo dieci anni con la signora” e sembra aggiungere: se ha recuperato l’uso della parola, sa, mutismo post-traumatico da stress. Ah, non è l’ex marito: la separazione è ferma al 2010: “Lei non ha trovato il tempo di venire in tribunale a mettere una firma”.