Ma quindi è Giorgia Meloni ad avere teso il trappolone a Gennaro Sangiuliano? Ed è per questo non lo “dimette”? Vuole vederlo dimenare nella gabbietta? O è botulino o è davvero micidiale, la Maria Rosaria Boccia. A vederla, nel video di anticipazione dell’intervista rilasciata a La Stampa sembra assai navigata: regge la videocamera con una freddezza e nonchalance, non un’espressione a tradire qualunque emozione, anzi, con il sorriso perenne sembra guardare dall’alto in basso Gennaro Sangiuliano e soprattutto Giorgia Meloni. Che adesso chiama “l’altra persona”. Lo spiega un retroscena pubblicato da Repubblica: “«C’è bisogno che spieghi a chi mi riferivo quando parlavo della “altra persona” nel mio ultimo post», domanda sorridendo. È quello in cui la ormai ex first-lady del ministero della Cultura, sui social, aveva scritto ieri mattina: “Ma chi ha davvero fatto il gossip: io, lui, o “l’altra persona” sfruttando un momento strategico per il Paese?”, “Ecco, mi riferivo a Giorgia Meloni”. L’intervista a Maria Rosaria Boccia ha senz’altro svelato molte contraddizioni nell’imbarazzante intervista rilasciata da Gennaro Sangiuliano al Tg1. E molti danno ragione a Maurizio Crozza, che in una imitazione clamorosa di Sangiuliano gli fa dare la colpa dell’intervista lacrimante proprio al premier: “È stata lei a volermi mandare al Tg1 a fare quella figura”. Il che, al di là della caricatura, è la verità per come la raccontano: è stata Giorgia Meloni a non volere le dimissioni e a obbligarlo ad andare al Tg1 in prima serata a “raccontare tutto in punto di verità”. Le conseguenze sono facili da calcolare.
Anche in pieno affaire, quando già il ministro nella sua lettera a La Stampa aveva parlato di “fatto privato”, i follower della Boccia su Instagram erano 27mila. Dopo l’intervista di Sangiuliano al Tg1 sono diventati 100mila. Più che triplicati. Non c’era da aspettarselo? Non c’era da aspettarsi che Sangiuliano non reggesse la telecamera? E così la Boccia, che fino a qualche giorno fa parlava sì di complotto contro il ministro, ma attribuendolo al “fantomatico portavoce”, specificando che “il ministro non ha portavoce da giugno”, dando persino l’indicazione dell’area politica di questa manina perfida, Forza Italia, pare avere cambiato strategia, punta al pesce grosso: non le basta “dimettere” lei, la Boccia, Sangiuliano, vuole anche mettere zizzania, riferendosi alla Meloni come una che il gossip lo usa, altro che subirlo: “Chi chi ha davvero fatto gossip? Io lui o “l’altra persona”?” Riferendosi chissà o al comando impartito dalla premier a Sangiuliano di presentarsi al Tg1 con il capo coperto di cenere, o – addirittura – a una regia contro Sangiuliano che parte proprio dal vertice. Di sicuro la Boccia ha preso malissimo l’appellativo con cui la Meloni l’ha appellata, “questa signora”, rispondendo su Instagram “Questa persona ha un titolo, un nome e un cognome”. Ma forse ancor di più per avere obbligato Sangiuliano a dire in diretta, davanti a milioni di italiani, “gliel’avevo detto che non avrei lasciato mia moglie”, alla quale ha chiesto scusa piangendo. “Ma non si è scusato con me e con la mia famiglia”, ha detto ancora Maria Rosaria Boccia secondo gli audio che Repubblica ha potuto ascoltare.
Certo, poi ci sono tutti gli altri argomenti dell’intervista alla Boccia, in cui smonta punto per punto la narrazione di Sangiuliano. “Io ho sempre saputo che le trasferte le pagava il ministero […] Io comunicavo solo ed esclusivamente con il capo segreteria, anche per le traserte”. “Il ministro era stato invitato più volte dal direttore del Parco per verificare nuove scoperte ma non aveva mai accolto l'invito. Poi è venuto in visita privata a Pompei e, dopo aver pranzato, siamo andati agli Scavi e abbiamo fatto anche il sopralluogo per il G7, come certifica la mail pubblicata da Dagospia, inviata dal direttore del parco anche a me. Zurchtrieghel in tal senso è stato sollecitato più volte da Sangiuliano […] erano contenuti il percorso principale, i due percorsi alternativi per i ministri che partecipano al G7 e il dettaglio dell'organizzazione”. “Io ho visto il decreto firmato dal ministro e io personalmente ho firmato il mio contratto che è stato controfirmato dal capo di gabinetto in presenza del ministro”. Se era tutta una sceneggiata napoletana di Sangiuliano, al momento non è dato sapere. Ma in ogni caso, il ministro, una bella figura non fa e che la nomina a "Consulente Grandi Eventi" fosse vera o finta non fa nessuna differenza, dato tratta della credibilità di un ministro e dei criteri di scelta della Meloni nelle nomine. E poi lancia due bombe: “Con una persona con la quale ho una relazione non mi scambio solo delle foto innocenti ed emoticon. Parliamo della nostra vita personale quotidiana. Semmai posso scambiarmi anche qualche messaggio più piccante”. Infine la frase che sta facendo venire i patemi d’animo al governo: “Io ho ascoltato conversazioni e letto messaggi di persone che a mio avviso hanno ricattato il ministro”, e soprattutto, “Io ero a stretto contatto con il ministro. Quindi ho ascoltato telefonate e ho letto messaggi”. Il confine tra donna delusa (non tradita “può tradirmi chi mi è caro, il ministro mi ha trattato in maniera poco rispettosa”) nel privato e donna determinata a intestarsi un faccia a faccia con la premier sul piano politico è diventato labilissimo. Come diceva Shakespeare: “Una donna è un piatto per gli dei, se a condirla non è il diavolo. O cuor di tigre nella pelle d'una donna. L'inferno non è mai tanto scatenato quanto una donna offesa”. E qui le donne offese sono due (senza considerare la moglie).