La "confessione" di Carmen Lasorella, storica giornalista Rai, in onda nella nuova puntata de La Confessione di Peter Gomez, è un viaggio tra emozioni, ricordi e rivelazioni. A fianco dell'attore Claudio Santamaria, Lasorella ha ripercorso la sua carriera con un tono che mescola il racconto personale con la consapevolezza di un cambiamento epocale nella storia del giornalismo e del mondo. Un'intervista che, ancora una volta, riporta alla memoria il dramma del Medio Oriente, l'amarezza per Gaza e una carriera che l'ha vista testimone diretta dei conflitti più sanguinosi degli ultimi decenni. Uno dei momenti più intensi della conversazione è sicuramente il ricordo di Carmen Lasorella del suo incontro con Yasser Arafat nel 1997. Il leader storico dell'OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) aveva pronunciato una frase che ha segnato profondamente la giornalista: “Nessuno può fermare la marcia della storia”. Parole che oggi risuonano con un amaro retrogusto, visto l'oscuro destino della sua terra. Lasorella racconta con una certa emozione come il leader palestinese si fosse aperto durante l'intervista, svelando la sua umanità, lontano dai riflettori. Ricorda anche la famiglia di Arafat, la moglie e la bambina, e il contesto completamente diverso da quello che oggi si vive in Palestina. Una riflessione che si chiude con un pensiero doloroso: “Gaza è morta, Gaza non c’è più”. Un pezzo di storia che Lasorella ha vissuto in prima persona, documentando le atrocità dei conflitti in luoghi come l'Iraq, il Libano, l'Eritrea, e il Ruanda, dove la figura di una donna in mezzo alla guerra era considerata quasi "alienante", se non si parlava di una veterana come Oriana Fallaci.


In un’intervista dal tono decisamente più personale, Claudio Santamaria ha raccontato i suoi esordi e il rapporto con il celebre regista Bernardo Bertolucci. Il provino per L’assedio nel 1998 si trasformò in una lezione di umiltà. Santamaria ricorda l’incontro con Bertolucci con un mix di ammirazione e nervosismo, raccontando le difficoltà di far breccia nel cuore del maestro. Una scena che lo vede in un gioco di “risposte” che, alla fine, segnò la sua carriera: “Allora cosa?” aveva detto Bertolucci, come se volesse testare le sue capacità, facendogli sentire subito il peso del suo mito. Nel corso della puntata, Santamaria ha anche parlato dei suoi ruoli più recenti, come quello in Lo chiamavano Jeeg Robot e del suo impegno in Il Nibbio, dove interpreta Nicola Calipari, l’agente dei servizi segreti italiani ucciso in Iraq. Ma non solo cinema: l’attore romano ha anche espresso le sue opinioni politiche, rifiutando l’idea di spendere miliardi di euro per il riarmo europeo, preferendo invece investire in sanità, istruzione e supporto alle famiglie. Non è mancato un tocco più personale, legato alla sua storia d’amore con la giornalista Francesca Barra. La loro relazione, che ha preso piede dopo un incontro casuale durante l’adolescenza, è diventata un argomento di affettuose rivelazioni. Santamaria ha raccontato delle sue “fissazioni”, dalle diete estreme alle curiosità sulla figura di Nikola Tesla, fino alla sua passione per l’arabo, nata durante il set de Il Nibbio. Un uomo dalle mille sfaccettature, che trova equilibrio tra la sua carriera e la vita privata, sostenuto dall’amore della sua compagna.

