Luca Falcon ha vissuto almeno due vite distinte, la prima fino a 27 anni e poi un’altra, più breve e intensa, fino al 3 marzo 2024, un giorno dopo il suo trentacinquesimo compleanno. Nel 2016 Luca viene investito da un’automobile mentre tornava da lavoro in moto, un impatto violentissimo che lo costringe a letto per un anno intero prima di poter cominciare a muoversi in carrozzina. Ha danni permanenti al braccio sinistro, a un occhio e, soprattutto, quando torna a camminare nel 2018, i medici gli spiegano che amputargli la gamba è la migliore delle opzioni se vuole tornare a vivere. Luca e la moglie Giulia questo lo chiamano l’anno zero, l’anno della rinascita. Dopo 42 operazioni chirurgiche Luca decide di tornare in moto, quindi con una Honda Africa Twin completa di cambio DCT arriva a Caponord. Da qui, con Giulia, apre Karma on the Road, con l’obiettivo di donare delle protesi ai bambini in Africa. Questo perché, spiega Luca in un video di Federico Buzzoni che l’ha intervistato lo scorso novembre, in Europa il sistema sanitario ti mette a disposizione continuamente nuove protesi che si adattano meglio al tuo corpo, ma quelle vecchie sono praticamente indistruttibili e non vengono sfruttate a dovere.
In Africa, dove nella maggior parte dei casi le protesi non le hanno e basta, queste protesi usate possono cambiare la vita delle persone, cosa di cui Luca e Giulia si sono resi conto piuttosto in fretta. Va a finire che ne raccoglie seicento. Poi, il 4 febbraio, Luca parte per quello che sarà il suo ultimo viaggio, con l’obiettivo di attraversare il continente africano per raggiungere Cape Town. Muore in Angola, in un incidente con un camion di cui, probabilmente, non si saprà mai abbastanza. Karma on the Road doveva essere un’altra storia, doveva portare del bene in giro per gli altri e farlo il più a lungo possibile, perché cambiare in meglio la vita degli altri può dare un senso alla tua esistenza. Giulia fatica a credere all'epilogo. Non se lo spiega, lei che assieme a Luca ha combattuto per anni, abbracciando questa vita strana e difficile. "Oggi è con il cuore a pezzi che vi scrivo”, si legge sui social in una lettera che in qualche modo racconta tutto di questa coppia.
La lettera di Giulia al marito Luca Falcon
“Il 3 marzo, il giorno dopo il suo 35° compleanno, Luca è morto in un incidente con un camion in Angola. La dinamica non è chiara, non ho ancora il referto della polizia, ma è irrilevante. Il fatto è che l’amore della mia vita non c’è più.
Lui era felice, il post del suo compleanno lo dimostra.. inoltre è stato istantaneo, non si deve essere accorto di niente. Almeno sappiamo che si è spento facendo ciò che amava di più nella vita: viaggiare in moto.
Io invece resto qui. A chiedermi che senso abbia tutto questo. Io e lui abbiamo messo tutti noi stessi per superare l’incidente in cui era stato investito nel 2016, per vedere il lato positivo, ispirare gli altri, fondare Karma on the Road e aiutare tante persone.
Nel 2016 c’era qualcosa da imparare e lo abbiamo fatto al 100%, lavorando gratis per un futuro migliore. Il bene fatto rimane e sarò sempre orgogliosa di averlo fatto con lui.
Ora però non vedo cosa dovrei imparare da tutto questo. Il buio ha preso il posto della speranza… forse l’ho usata tutta in questi anni, o mi è stata solo portata via con lui. Ammetto di essere incazzata nera e totalmente delusa dalla vita.
Mio marito, il mio Scronky, è l’uomo migliore che abbia mai conosciuto, il primo a cui chiedevo consigli e con cui volevo continuare a condividere la mia vita divertendoci e facendo del bene. Pensate che già gli rompevo le scatole per il rinnovo delle promesse nel 2028… non so che dire, io so solo che sento un vuoto che mi strappa l’anima.
So che gli volevate bene e vi giuro che onorerò la sua memoria. Il docu-film uscirà e sarà la testimonianza della sua forza e di quanto lui ed io siamo riusciti a fare da soli in questi anni. Nessuno dimenticherà.
Mi sto interfacciando con l’ambasciata italiana in Angola perché torni a casa il prima possibile e appena avrò notizie vi comunicherò dove avverrà il suo funerale, che sarà civile.
Grazie a tutti. Sento la vostra vicinanza e vi ringrazio con il cuore. Sono in mille pezzi, ma magari un giorno voi mi aiuterete a rimetterli assieme.
Vi voglio bene.
Giulia Trabucco Falcon”
Impossibile mettersi a scrivere una lista di consigli per Giulia. Una serie di piccole cose buone, di risvolti positivi, di retorica molle, unta e stantia. È tutto sbagliato in una storia così perché non c'è lezione da imparare. C'è, casomai, un risvolto dell'eistenza da conoscere, fermandosi un minuto per riflettere sul fatto che la vita è anche questo. Ha fatto bene Federico Buzzoni a rilanciare l'intervista fatta a Luca, perché tutto quello che può servire a noi è conoscere di questi ragazzi. C'è un libro di Raphaëlle Giordano che si intitola così: La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola. Può darsi che siano discorsi da cantanti indie, roba buona per un post su Instagram. Eppure Luca Falcon questa roba l'ha capita nel 2016, l'ha interiorizzata e ha fatto quello che sentiva dentro, riuscendo, nella sua seconda vita, a costruire molto più di quanto avrebbe mai sognato di fare nella prima.