Rocco Pindinello è un ristoratore della provincia di Lecce che 20 anni fa si è trasferito in Ucraina, a Černivci, dove ha aperto il suo locale, Al Vesuvio, in cui offre cucina tipica del Paese che l'ha ospitato, come italiana. Nel frattempo, si aggira tra fornelli e i tavoli con "Boia chi molla" ricamato sul grembiule (rigorosamente nero) e la croce celtica al collo. "Fascista? Potete anche chiamarmi così", dice lo chef ai microfoni da Fabrizio Spucches che l'ha intercettato nell'ambito del suo progetto Put in Peace. Inoltre, Pindinello si dice pronto a servire l'Ucraina "anche con le armi", essendo un ex militare, alpino della Julia. "Perché il Comunismo è sempre il nemico". Qui di seguito l'intervista integrale.
Perché sei rimasto in Ucraina e non torni in Italia?
Sono un italiano che vive a lavora qui a Černivci. Vengo dalla provincia di Lecce, da un paese che si chiama Racale e faccio il cuoco nel ristorante di mia proprietà. Ristorante che si chiama Al Vesuvio. Facciamo la cucina italiana e la cucina ucraina. Sono rimasto in Ucraina perché questa nazione mi ha dato molto. Ho tanti amici qui. Sono vent’anni che ci risiedo e lavoro insieme agli ucraini per cui adesso è arrivato il momento di dare qualcosa a loro, di aiutarli in qualsiasi maniera. Per ora, cucinando. Cucino per i ragazzi volontari che si sono arruolati in difesa della patria. Quando arriveranno i carri armati non so che tipo di aiuto potrò dare. Ma, di sicuro, anche militare. Perché sono un ex militare, un alpino della Julia. So anche usare le armi.
Non hai paura?
No. Paura mai. Mai tirarsi indietro. Non ho paura di niente.
Cosa pensi di Putin?
Penso che Putin in questo momento stia facendo il proprio interesse. Non è una persona stupida né un pazzo come dicono tutti tanto per chiudere il discorso. Secondo me approfitta delle debolezze dell’Occidente per fare i suoi interessi che sono quelli di riprendersi i Paesi dell’ex Unione Sovietica che si sono staccati e vogliono invece entrare in Europa. Lui cerca di riprenderseli e l’Ucraina è uno di questi casi. Oggi ci troviamo in una situazione di aggressione, non di guerra. Intendiamoci bene: qui c’è un popolo che si sta difendendo da un’aggressione.
Una domanda un po’ più personale: vedo la croce celtica e la scritta “Boia chi molla” che hai sul grembiule. Sei fascista?
Io sono di destra. Se mi vuoi chiamare fascista, mi puoi chiamare fascista. O sovranista, quello che vuoi. Comunque sono un anti-comunista.
Perché?
Beh, ne abbiamo la riprova adesso: Putin è il comandante dell’Armata Rossa. I carri armati che sono arrivati in Ucraina hanno la falce e il martello. Il Comunismo cambia ma è sempre lo stesso da 100 anni a questa parte. Cambiano i nomi, gli strumenti, ma l’animo è sempre quello: cattivo.
E invece cosa pensi del Duce, per esempio?
Il Duce è un fatto storico. In Italia, se consideriamo i 20 anni dell’intero Fascismo, non si può dire che non sia stato un periodo di riforme, e di innovazione. Poi c’è stata la guerra, come c’è qui in Ucraina adesso, e la guerra è sempre una rovina per tutti, una cosa deprecabile. Però durante il Fascismo l’Italia è passata da uno Stato monarchico e agricolo a essere una potenza industriale. Siamo stati i primi del mondo in molti campi: la tecnologia, l’aeronautica, il cinema…
Tornando a oggi, si dice ci siano molte persone fasciste e naziste in Ucraina, anche nel governo di questo Paese. Cosa ne pensi?
Penso che se ci sono, sono dei nazisti stupidi. Perché poi hanno eletto un Presidente ebreo. Quindi mi sembra assurdo, mi pare solamente Propaganda. Anche il Vice Primo Ministro qui è di origini ebree. Quella dell’Ucraina nazista è una favola, secondo me. Non ha senso. Sono solo i soliti gli argomenti dell’anti-fascismo che i comunisti sfoderano sempre quando non sanno cosa dire.
“Boia chi molla” cosa vuol dire per te e perché lo porti lì sul grembiule?
“Boia chi molla” serve in questo momento perché non bisogna arrendersi. Quindi: “Boia chi molla!”. È un grido di forza.