Ogni settimana, mentre sistemo i capelli e ascolto la radio, scatta un cortocircuito. Perché passano quei nuovi cantanti italiani trap e io non ce la faccio più. “Mamma, anche tu vuoi fare musica? Sì, voglio fare canzoni anch’io”, mi risponde mia madre, Ornella Muti. Puoi cantare “I tacchi fanno male? Sì, ma non ne posso fare a meno…”, come se fosse poesia moderna. Mi viene in mente Freddie Mercury e penso: “Ma questo si sta rivoltando nella tomba, caz*o”. Perché ormai è tutto finto, tutto rigenerato da AI, auto-tune, software digitali, più qualche corpo nudo buttato là e qualcuno che ripete “yeah yeah”, “hey hey”, “wow wow” e “culo culo”. Davvero sembra un’esibizione, ma intanto la musica vera dov'è finita? Scomparsa!

Come se tutti dicessero: non so cantare, non voglio più studiare per imparare, ma fa niente: uso l’intelligenza artificiale, l’auto-tune e qualche software e via. Ci aggiungo una melodia precotta e il gioco è fatto. Ma se canti così, senza anima, sembra una scoreggia: piace solo a chi la fa. Allora adesso faccio una proposta seria: fermatevi un secondo, abbassate il volume, e scoprite i Mad Mozart. Lì sì che c’è musica che vi fa respirare. Fanno dei live sympho show che ti prendono dalle prime note, mescolano rock, pop, classica - si sente che hanno ascoltato Prodigy, Ac/Dc, Beatles, Nirvana, Coldplay, Michael Jackson, Imagine Dragons, Billie Eilish, addirittura Ludovico Einaudi - e trasformano tutto in uno spettacolo sinfonico potente, teatrale, elettrico e viscerale. Non è un live, è una travolgente tempesta sonora che non ti molla. Ecco il punto: volevo fare musica anch’io, ma questa trap senza sostanza mi fa vomitare. Mentre i Mad Mozart mi riportano al senso vero dell’arte: suonare, emozionare, sorprendere. Altro che “yeah yeah, culo culo”. Questa è vera musica.
