«Un bello e orribile / mostro si sferra, / corre gli oceani, / corre la terra». È Giosuè Carducci a scrivere questi versi, identificando il treno con la scienza nel suo Inno a Satana, oltre un secolo e mezzo fa. Oggi aggiungerebbe: se passa. Sto scrivendo dalla seduta posteriore dell’auto che mi sta portando, senza preavviso, a Bologna. Il mio treno è stato cancellato, quello dopo pure. Dalle 17:00 in poi nessun regionale dalle Marche arriverà nella città dei Pepoli e dei Bentivoglio. Pace. Molte corse sono state eliminate per uno sciopero di 23 ore tra l’8 e il 9. Le uniche due soluzioni sarebbero degli intercity ma entrambi pieni già da giorni. Al call center una donna gentile mi dice che purtroppo non si può fare nulla: «Mi dispiace»; non sai a me.
Ma con la Meloni, i treni non dovevano arrivare in orario? Tutti a darle della fascista, ultimo tassello di una lunga discendenza in nero che possiamo far risalire a Benito Mussolini (e che piroetta intorno ai nomi di un La Russa, un Almirante e un Gianfranco Fini). Ma quanto fascista può essere se per un’intera giornata i treni in Centritalia lasciano a piedi i suoi compatrioti? L’homo sapiens sapiens della moderna destra, Giorgia Meloni, non riesce nemmeno a farmi tornare a casa in treno. Lo sciopero indetto da Fast e Faisa Cisal si è esteso dall’Emilia-Romagna alle regioni limitrofe e la scelta di farlo ricadere in una giornata festiva ha fatto sì che non potessero essere garantite né fasce a piena circolazione, né alternative o treni sostitutivi.
Cosa avrebbe pensato Charlie Chaplin, convinto che «Mussolini [facesse] arrivare i treni in orario in Italia»? Oggi il Presidente del Consiglio incontrerà Ursula von der Leyen per portare a casa almeno quattro punti di intesa sul tema migranti. Ma il problema non sono gli arrivi di quei poveracci dall’altra parte del Mare Bianco; bensì l’arrivo dei treni. Di questi mostri ferrosi che tanto hanno infiammato l’immaginazione di poeti e artisti come William Turner nell’Ottocento e che, da allora, sembra non si siano poi così evoluti.
Abbiamo superato Cesena senza fare il metano, nonostante il prezzo fosse accettabile. I prezzi del gas dovrebbero scendere ai mesi pre-invasione, anche se il mercato avrà bisogno di un po’ per assestarsi. Ma prima arriviamo a Bologna prima i nostri soccorritori potranno tornare a casa. Giorgia dove sei? Dov’è il pugno di ferro? Ora dovrò chiedere il rimborso del biglietto, utilizzando uno dei quattro metodi antidiluviani di Trenitalia, nella speranza di ricevere indietro i miei 40 euro. Nel frattempo piove a dirotto e sfarfalla la luce. Sembra di essere sotto la pensilina in un film neorealista, quasi in bianco e nero. Molto bianco, poco nero.