Chi indaga sulla morte di Liliana Resinovich lo sa: le risposte non stanno solo nei ricordi, ma nei dettagli. E a Sebastiano Visintin, il marito della 63enne trovata morta nel gennaio 2022, quei dettagli potrebbero costare caro. Perché ora a studiare i suoi video — quelli girati con la GoPro il giorno in cui Liliana è scomparsa — ci sono esperti di livello: tra i nuovi consulenti nominati da Visintin spunta Michele Vitiello, informatico forense già al lavoro sul caso della scomparsa della quindicenne cittadina vaticana Emanuela Orlandi, di cui si sono perse le tracce il 22 giugno 1983. Con lui, Noemi Procopio, docente e già coinvolta nello studio del microbiota della Resinovich. I due andranno ad affiancare il medico legale Barisani e Luciano Garofano, ex comandante del Ris. Un pool di specialisti che ha il compito di trovare crepe in una verità che ancora non esiste. Ma intanto, più che chiarire, i video la complicano. A segnalarlo è Paolo Ferrini, youtuber toscano che ha analizzato a fondo le registrazioni fornite da Visintin alla procura.


Secondo lui, i filmati mostrano anomalie di tempo e spazio: in uno, la bici percorre 500 metri in 18 secondi; in un altro, 800 metri in 13. Praticamente, a 250 all’ora. "C'è stata post produzione per tagliare qualcosa", sospetta Ferrini, che ha inviato il suo report agli inquirenti. Visintin, unico indagato per omicidio, si difende. Dice di stare male, di essere tornato da poco da un giro tra Austria, Fano e Caorle, dove ha trascorso anche il compleanno della moglie il 26 aprile scorso. Fa ancora l’arrotino, tiene un profilo basso. “Liliana mi manca tanto”, dice. Ma intanto chi indaga vuole capire perché, nei momenti chiave, la realtà sembri accelerata, sfocata, forse ritoccata. I video che dovevano dimostrare l’innocenza dell’uomo ora fanno domande che non hanno una risposta semplice. E gli investigatori, insieme ai nuovi esperti, cercheranno di capire se quelle immagini raccontano una verità o la nascondono.

