Qualcosa è andato storto. Gli uomini (e le donne) dello United States Secret Service (USSS), ovvero gente pagata per difendere i presidenti degli Stati Uniti e le rispettive famiglie, oltre che i candidati alle elezioni presidenziali e i capi di Stato in visita negli Usa, hanno quasi fatto ammazzare Donald Trump.
L'intera agenzia è finita nel mirino dei media, della politica, dell'opinione pubblica globale. Com'è possibile che un 20enne appassionato di armi sia riuscito a salire su un tetto, situato a 150 metri dal palco dove stava tenendo il suo comizio elettorale Trump, appostarsi, prendere la mira – per fortuna del tycoon non proprio ottimale – e sparare diversi colpi contro The Donald e la folla?
Gli errori dei servizi di sicurezza
Ad aggravare la situazione, per gli agenti speciali dello USSS, ci sono altri errori macroscopici dell'intero apparato di sicurezza attenzionati da esperti e analisti. Il primo: nonostante gli avvertimenti di alcune persone presenti al Butler Farm Show relative ad una strana figura avvistata sopra un tetto, pare che nessuno della polizia locale abbia mosso un dito.
E ancora: quando è partito il primo sparo diretto verso l'ex presidente, gli agenti dei servizi segreti – come viene genericamente tradotto in italiano lo USSS – si sono fiondati su Trump, senza però – fanno notare alcuni - schermare del tutto il corpo del politico, come la prassi avrebbe suggerito. Anzi: il candidato repubblicano ha avuto il tempo di alzare più volte il pugno al cielo e incitare la folla. E questo quando ancora nessuno sapeva quanti e dove fossero gli attentatori.
In generale, a pesare sull'operato degli agenti c'è ance la posizione dell'assalitore, che era al di fuori del perimetro di sicurezza. Sono dunque emersi interrogativi sia sulle reali dimensioni dello stesso perimetro sia sugli sforzi compiuti per bonificare e mettere in sicurezza l'edificio dell'American Glass Research, usato dal ragazzo come base operativa.
La polemica sulle quote rosa
Sono poi finite nell'occhio del ciclone le donne del Secret Service presenti in loco. Le stesse che, nei filmati dell'attentato, appaiono poco coordinate e insicure nelle azioni da compiere. Una di loro, per esempio, mentre The Donald viene trasportato via, perde attimi preziosi a cincischiare con i suoi occhiali da sole e si inchina per recuperare il cappellino rosso del tycoon. Va da sé, lasciando esposto il corpo del politico ad altri, eventuali colpi.
Scene simili si sono ripetute mentre Trump veniva caricato su un van blindato: agenti sperduti - a dire il vero sia uomini che donne - che si guardano intorno con aria perplessa. Certo, sarebbe riduttivo dare la “colpa” del fallimento dello USSS in Pennsylvania alle donne. Qualcuno, soprattutto tra le fila della destra e dei conservatori, sta però infilando il coltello nella piaga.
In che modo? Facendo notare come il Secret Service, negli ultimi anni, abbia preferito dare la priorità assoluta al "DEI", l'acronimo utilizzato per le iniziative che promuovono diversità, equità e inclusione - a cui i repubblicani si sono opposti, in tutte le agenzie federali, scuole e altre organizzazioni, nonché a livello statale – che non al rafforzamento sul campo. Nel 2023 l'obiettivo dello USSS era emblematico: aumentare la rappresentanza femminile al 30% entro il 2030...
La “capa” del Secret Service nel mirino
Ad alimentare il fuoco della misoginia contro le agenti donne troviamo infine un fatto non da poco: a guidare l'intera baracca dello USSS è una donna. Si chiama Kimberly Cheatle, ed è stata nominata direttrice del Secret Service dal presidente Joe Biden nel 2022.
Dando un'occhiata al suo curriculum, la signora ha scalato i ranghi dell'agenzia nell'arco di più di due decenni, per poi ritrovarsi ad essere Senior Director in Global Security presso PepsiCo (l'azienda rivale di Coca Cola). Il suo vecchio compito? Supervisionare i protocolli di sicurezza negli stabilimenti nordamericani dell'azienda. Ecco, questo aspetto non è andato giù a molti repubblicani.
In ogni caso, ricordiamo che il Secret Service ha accolto le donne tra le sue fila negli anni '70. E che l'agenzia, già in passato, ha dovuto affrontare molteplici critiche, sotto la guida sia di uomini che di donne. Non solo per ripetute violazioni della sicurezza, ma anche per una serie di presunte condotte scorrette e scandali dei suoi agenti, tra cui molestie e aggressioni a colleghe, assunzione di prostitute, sfruttamento di minori e guida in stato di ebbrezza.
Forse le quote rosa – le donne rappresentano il 30% dei servizi - sono un falso problema. Anche se in una brochure dello USSS del 2021 si leggeva che: "L'adozione di una forza lavoro diversificata e inclusiva consente ai servizi segreti di essere più reattivi e meglio preparati ad affrontare le crescenti minacce alla sicurezza che gravano sui leader, sui sistemi finanziari e sulle infrastrutture critiche della nostra nazione". Non sarebbe andata proprio così...