Ma ve lo immaginate un pacioccone come Donald Trump, uno che vive di battute sul limite, che un giorno dice una cosa e il giorno dopo il suo esatto opposto, un personaggio poco credibile persino agli occhi dei suoi alleati, nei panni di capo assoluto di uno Stato autoritario? Lui, il presidente degli Stati Uniti d'America, ha più volte espresso ammirazione per Xi Jinping e Kim Jong Un, per Vladimir Putin e Mohammed Bin Salman. Ha poi adottato qualche misura di “tolleranza zero” in campo economico (dazi) e sul fronte dell'immigrazione, e ha pure rischiato di morire quando un tizio gli ha sparato durante un comizio. Tuttavia sul conto di Trump, al netto dell'insofferenza per i processi democratici e dell'apprezzamento della figura del “leader ventriloquo del popolo” tanto caro al suo arci nemico Nicolas Maduro, non c'è nient'altro. Eppure quello che è successo negli Stati Uniti negli ultimi giorni sta facendo tremare di paura il mondo progressista a Stelle e Strisce. Il motivo? C'è chi pensa che l'amministrazione Trump intenda cavalcare la morte dell'attivista di destra Charlie Kirk e quella, avvenute poche ore prima, di una ragazza ucraina per mano di un afroamericano per regolare i conti con la galassia Leftist. Si tratterebbe di una deriva pericolosissima.

Avete letto cosa ha scritto su X Laura Loomer, un'influencer di estrema destra, nota per le sue posizioni contro l’immigrazione, per aver condiviso teorie del complotto e per il suo attivismo provocatorio, e per essere una specie di consigliera occulta di Trump? “È tempo che l'amministrazione Trump chiuda, tagli i fondi e persegua penalmente ogni singola organizzazione di sinistra. Se Charlie Kirk muore a causa delle ferite riportate, la sua vita non può essere stata vana. Dobbiamo zittire una volta per tutte questi lunatici di sinistra down. La sinistra è una minaccia per la sicurezza nazionale”, è uno dei tanti messaggi condivisi. “Tra il video di Iryna (la ragazza accoltellata sul bus da un afroamericano ndr) e quello di Charlie, entrambi sanguinanti fino a morire, questa è stata una settimana molto raidalizzante. Un messaggio alla sinistra: Il tempo del dibattito è finito”, ha quindi aggiunto la signora Loomer. Nel caso in cui Trump decidesse davvero di ascoltare l'universo Maga e personaggi del genere (a quanto pare più influenti di quanto non si possa pensare), e di fare piazza pulita all'interno del mondo progressista, c'è effettivamente il rischio che gli Usa possano trasformarsi in una specie di autocrazia, anticamera di una futura (e al momento utopica) dittatura. La deriva autoritaria dell'America è insomma sempre meno uno slogan progressista e sempre più un'eventualità da tenere in considerazione.

C'è un libro, del 1978, che vale la pena leggere. È un libro molto controverso tradotto in italiano nel 2021 da Bietti Editore. Si intitola “La seconda guerra civile americana. I Diari di Turner” di Andrew MacDonald (pseudonimo di William Pierce). L'intera storia è scritta come se fosse il diario personale di Earl Turner, un suprematista bianco, che descrive una società statunitense corrotta, dominata da quello che lui chiama “il Sistema”, che favorisce le minoranze etniche, gli ebrei e via dicendo. A un certo punto un gruppo suprematista, “l'Organizzazione”, inizia a compiere attentati terroristici contro il governo federale. La violenza cresce, le tensioni razziali aumentano. Si arriva a una guerra civile aperta tra la fazione bianca suprematista e il governo/minoranze. Il racconto diventa sempre più estremo, fino a un epilogo che include anche un attacco nucleare. Ok, un libro del genere fa riflettere su come il fanatismo possa diventare sistema. I Diari di Turner non sono solo una fantasia razzista partorita da una mente malata: sono il manuale di istruzioni di un mondo diventato reale. La polarizzazione, le milizie armate, l'odio etnico sdoganato nei talk show, l'autoritarismo travestito da patriottismo: tutto era già scritto nel delirio lucido di MacDonald. Nel frattempo idee del genere sono entrate nei forum online, nei meme, nelle armi caricate legalmente e nelle menti dei nuovi crociati bianchi. E se chi comanda oggi avesse letto quel libro, non tanto per criticarlo, ma per applicarlo al presente?
