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Ma il benzinaio del video con il tubo nel cu*o è matto? Ecco l’opinione (inaspettata) della psichiatra Donata Marazziti: “La malattia mentale è altro, ma chi pubblica o commenta...”

  • di Giulia Sorrentino Giulia Sorrentino

24 maggio 2024

Ma il benzinaio del video con il tubo nel cu*o è matto? Ecco l’opinione (inaspettata) della psichiatra Donata Marazziti: “La malattia mentale è altro, ma chi pubblica o commenta...”
Ma il (presunto) benzinaio ripreso nel video virale con il tubo nel cu*o ha un disagio mentale? Ha dei problemi o è solo un esibizionista? E noi che lo guardiamo e lo commentiamo come siamo messi? Lo abbiamo chiesto alla psichiatra Donata Marazziti, che ci ha parlato anche dei rischi dei social, del web e della privacy: "La malattia mentale è altro. Ma chi pubblica o commenta questi filmati..."

di Giulia Sorrentino Giulia Sorrentino

Il video del benzinaio che si infila la pompa nel sede (che poi probabilmente non era nemmeno un dipendente del distributore) è diventato virale. Ma perché? E con quali conseguenze? “Tutto ciò potrebbe avere degli effetti negativi sulla nostra mente, tra cui l’emulazione”: ne abbiamo parlato con la psichiatra Donatella Marazziti, che, oltre ad aver analizzato con delle ricerche proprio il tema della privacy, è stata molto ferma sul tema. Queste persone che si ridicolizzano sul web hanno o no un disagio mentale? In questi anni sono stati tanti i personaggi che abbiamo potuto scorgere nei meandri del web, con il solo e unico scopo di fare click, view e quella cosa chiamata “engagement”. Ma come sono arrivati i giornali a parlare di argomenti del genere? Che cosa siamo diventati? E, soprattutto, dove andremo a finire?

Donatella Marazziti psichiatra
Donatella Marazziti, psichiatra

Dottoressa, ha visto il video diventato virale del benzinaio? Che cosa ne pensa? Sono persone che hanno dei disagi mentali per arrivare a fare certi gesti? Oltre a quello c'è stato un altro episodio: una donna nuda piegata a 90 in autostrada che stando alle cronache "ha tirato fuori il retto dall'ano a ripetizione".

È difficile giudicare un comportamento del genere. Anzi, vorrei proprio evitare di dire che di tratta di un individuo von disturbi psicopatologici, una spiegazione semplice che ci fa comodo, ma che altro non fa se non danneggiare chi soffre davvero. Direi che il soggetto in questione è solo un maleducato senza pudore. Questa è una forma di stupidaggine, non di disagio mentale.

E allora come mai certa stampa arriva a pubblicarli?

Non si rendono conto che l’amplificazione del comportamento è forse più’ grave del comportamento stesso e dei danni che possono creare.

Cosa dovrebbe fare l'ordine degli psichiatri?

Si tratta di un problema che non riguarda gli psichiatri, ma la società civile e l’educazione civica. Purtroppo per molti adesso vivere equivale a esporsi ed è per questo che compiono simili gesti. Ma non vanno confusi i due piani. Queste persone credono che più ci si espone, più like si ottengono e più si diventa importante.

Come bisognerebbe agire a livello dei social?

Ritengo che i social vadano controllati e regolamentati. Il che non vuol dure limitare la libertà personale. Penso ai messaggi indegni che sono apparsi sui social quando un anno fa è stata uccisa una mia collega a Pisa e quanto a lungo sono rimasti online. È assurdo. La vita non è esposizione, ma nella società di oggi non è chiaro. Ho scritto un articolo a cui ho dedicato molto tempo, passato inosservato in Itala, ma non all’estero, che parla di lavaggio del cervello da parte dei social. Siamo di fronte a una nuova epidemia (intossicazione da social media?)? I lati positivi di internet alla fine espongono gli utenti ai suoi lati oscuri. In quanto tale, le facili interconnessioni e comunicazioni rapide possono portare all’evitamento delle relazioni reali e della dipendenza sui social media.

Benzinaio di Brescia
Benzinaio di Brescia

E che tutela abbiamo allora?

La tutela dovrebbe partire da un progetto educativo che parta dalle famiglie, poi ci sono la scuola e i buoni maestri. Solo così possiamo colmare il gap e disagio educativo. Dobbiamo poi sottolineare, che nonostante l’enfasi sul politicaly correct, alla fine la privacy, invece che essere tutelata, si è drasticamente ridotta. Come ho sottolineato nel mio studio, la vera questione è: chi fa controllare effettivamente i social media? La facilità di ottenerne qualunque tipo di informazioni potrebbe essere alla base di fake news. Tutti, anche le persone senza reali competenze o capacità possono diventare esperti ed essere sotto i grandi riflettori del web, promuovendo la ricerca di visibilità. Il problema correlato è: chi seleziona effettivamente le informazioni? E gli utenti di Internet possono distinguere cosa è vero da cosa è falso? Ancora una volta, è evidente che anche si Internet c’è la possibilità di commenti contraddittori: quando ci sono opinioni dominanti, quelle opposte sono trascurate, odiate, umiliate o perseguitate. È questo un rischio reale per l'omogeneità di pensiero, il pericolo de “pensiero unico”

Questi articoli portano anche a una emulazione da parte di altre persone con disturbi?

Certi comportamenti non devono essere confusi con la psicopatologia, troppo facile dare giudizi senza sapere niente. Questo va detto soprattutto per il rispetto nei confronti di coloro che soffrono davvero di patologie mentali. L’emulazione purtroppo c’è ed è facile che ci sia soprattutto da parte dei più fragili, dei giovani e degli adolescenti che andrebbero tutelati. La storia è piena, sia in passato che di recente, di esempi su quanto facilmente gli esseri umani possano essere influenzati e possono cambiare le loro opinioni, convinzioni politiche o religiose attraverso mezzi aperti o sottili di indottrinamento e diventare individui controllati che potrebbero addirittura perpetrare atti efferati, in nome del dominante (unico) pensiero. 

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