Friedrich Merz vince le elezioni tedesche e ora dovrà formare un governo. Il nuovo cancelliere, un cristiano democratico con nessuna esperienza pregressa al governo, dovrà formare un governo e il centrodestra che guida potrebbe giù spaccarsi di fronte alla possibilità di fare entrare nel governo Afd, il partito di estrema destra che con circa il 20% dei voti è arrivato secondo. Il problema, tuttavia, sembra un altro: cosa ha fatto Merz in tutti questi anni. Fino al 2009 impegnato politicamente, ritorna in politica quando se ne va Angela Merkel e prende il suo posto nel Cdu (l’Unione cristiano-democratica di Germania), nel frattempo diventa consulente e lavora per varie aziende tedesche, soprattutto nel settore finanziario (dal 2005 al 2009 è membro del consiglio di vigilanza di Deutsche Börse, poi Axa e altre compagnie assicurative (dal 2010 al 2019 è stato anche membro del consiglio di vigilanza della società sportiva Borussia Dortmund). La cosa si fa più interessante negli ultimi anni.
Dal 2011 è membro del comitato consultivo internazionale della Robert Bosch GmbH, una delle più grandi multinazionali tedesche nel settore automotive (primo punto). Dal 2016 presidente del consiglio di vigilanza di BlackRock Germany, la sezione tedesca del più importante gruppo finanziario al mondo, lo stesso gruppo che nel 2018 vive gli uffici di Monaco sottoposti a perquisizione dalle autorità tedesche nell'ambito di un'indagine sullo scandalo fiscale noto come “Cum-Ex”: questo schema prevedeva transazioni complesse che permettevano a più parti di reclamare rimborsi fiscali su una singola operazione di dividendi, causando perdite significative per l'erario tedesco. BlackRock è stata sospettata di aver partecipato a queste operazioni tra il 2007 e il 2011. In risposta, Friedrich Merz ordinò un'indagine interna, promettendo piena collaborazione con le autorità.
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Collaborazione, in effetti, che ha sempre cercato di coltivare. Come riporta il Wall Street Journal, al momento della sua nomina in BlackRock, Merz era anche presidente dell’Atlantik-Bruecke, un’associazione che si occupava di stimolare i rapporti tra colossi imprenditoriali tedeschi e leader politici. Merz potrebbe essere diventato, così, la chiave di volta di tutto l’arco finanziario e produttivo in Germania e, di conseguenza, d’Europa. Un po’ di contesto. Nel 2020, la Commissione Europea ha assegnato a BlackRock un contratto per fornire consulenza sull'integrazione dei fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) nelle normative bancarie dell'UE.
Il problema? BlackRock aveva 46 miliardi di dollari in debiti e azioni di compagnie operanti nella foresta pluviale amazzonica, ha almeno tre fondi legati al settore petrolifero (iShares Oil & Gas Exploration & Production Ucits Etf (Spog); iShares Stoxx Europe 600 Oil & Gas Ucits Etf (De) (EXH1); Shares U.S. Oil & Gas Exploration & Production Etf (Ieo)), per cui venne accusato di conflitti di interessi come riporta il Guardian. Negli ultimi cinque anni, invece, si sarebbe convertito completamente alle nuove indicazioni green, promettendo una trasformazione interna a favore dell’ecosostenibilità entro il 2030, in linea con i desideri dell’Unione Europea. Questo cambio di rotta permetterà a BlackRock di mantenere il suo ruolo centrale nelle dinamiche finanziarie europee? E che ruolo avrà Merz, ex uomo forte del gruppo in Germania, ora a capo di uno dei due Paesi – l’altro è la Francia – che trainano le politiche Ue?
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Lo stesso discorso vale per la Robert Bosch GmbH. Un esempio significativo dei rapporti tra l’azienda e l’Ue è rappresentato proprio dall’interesse europeo per le tecnologie innovative di Bosch nel campo della riduzione delle emissioni di CO₂ nei veicoli, in conformità al regolamento (CE) n. 443/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio. In altre parole, Bosch potrebbe essere l’interlocutore privilegiato, di concerto con BlackRock (che detiene delle obbligazioni proprio nell’azienda di prodotti automotive tedesca), per l’Unione Europea. Tuttavia, nonostante i collegamenti e i rapporti tra queste realtà finanziarie, che vedono in Merz una figura nevralgica anche nel possibile dialogo a livello europeo, la vittoria del cancelliere tedesco si è basata, come scrive Politico (che comunque non sostiene che Merz sia un negazionista o completamente ostile a politiche ambientaliste; per esempio è un sostenitore del nucleare), anche su un atteggiamento “anti-woke” nei confronti delle politiche sul cambiamento climatico, dichiarando in un comizio a Bochum: “Voglio dirlo chiaramente: cambieremo e dobbiamo cambiare questa situazione”.
Con l’atteggiamento che ci si immagina pensando a un “falco” dell’economia, anche Merz ha mantenuto un atteggiamento ambivalente, in grado di attrare credito e consensi sia tra i più moderati (l’ala conservatrice che lo ha premiato), sia tra chi vede come plausibile un’alleanza con l’alt-right (dopotutto lo stesso Merz si è detto più volte disposto a dialogare con l’Afd e non solo con i Socialdemocratici). Questo equilibrismo politico nel settore ambientale potrebbe spingerlo a fare gli interessi dei vecchi amici più che del popolo tedesco? Abwarten und Tee trinken (“chi vivrà, vedrà”).
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