La caccia all’uomo è finita? Vittorio Sgarbi ha annunciato le dimissioni da sottosegretario alla cultura, dopo una battaglia interna al Parlamento e sui giornali che lo ha visto protagonista per giorni, soprattutto su Report e su Il Fatto Quotidiano, per via del caso del presunto quadro rubato. La scelta arriva non sono dopo la mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle e appoggiata dall’opposizione, ma dopo l’apparente “tradimento” del ministro Sangiuliano, che già ai tempi di un’altra inchiesta, quella sulla gestione “casa e bottega” del suo staff. C’è chi, come Camillo Langone, ha difeso a prescindere da tutto, anche dalla “presunzione di colpevolezza”, il critico d’arte, che tuttavia ha scelto di fare un passo indietro. Ma cosa succederà ora a Palazzo? Sgarbi, per molti una risorsa quando si tratta di patrimonio culturale italiano, si vedrà subito rimpiazzato? Il ministro Sangiuliano sta già pensando ad altri?
Presumibilmente il posto di Vittorio Sgarbi al momento non verrà rimpiazzato, o quantomeno non occuperanno subito la sua casella con un altro sottosegretario. Bisogna tenere presente che il ministero in questione, quello della cultura, è già di per sé una realtà con pochissimi fondi, ci sono già altri sottosegretari. Per cui difficilmente il rimpiazzo avverrà in tempi brevi. Un altro aspetto da considerare è che ci sono altri ministeri, come quello dell’università, che sono sprovvisti di sottosegretari: per cui un’altra ipotesi è quella di spostare la casella del sottosegretario Sgarbi e prevedere un analogo ruolo, per un’altra persona e per un altro ministero. Ricordiamoci che il ministero dell’università è comunque molto importante e non ha un sottosegretario. Un’altra spina nel fianco potrebbe essere quella dei moderati, che starebbero già facendo delle pressioni in queste ore per avere una loro posizione, ipotesi che però difficilmente potrà essere messa in atto. Ultimo, ma non per importanza, il momento delicato in vista delle elezioni europee, con diversi nomi che circolano e, spettando al premier Giorgia Meloni l’ultima parola, magari lei si riserverà di prendere questa decisione in un momento un po’ più tranquillo. Tutti gli scenari che ci sono stati paventati non prevederebbero quindi un’immediata sostituzione di Vittorio Sgarbi, ma ci sarebbe una situazione di stallo, non solo perché la notizia è arrivata in modo inaspettato, ma soprattutto perché i motivi sopracitati sarebbero tutti estremamente validi per non prendere una decisione affrettata.