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Difendiamoci dagli influencer: perché nelle scuole non ci si occupa di demenza digitale?

  • di Christian Contessa Christian Contessa

3 febbraio 2024

Difendiamoci dagli influencer: perché nelle scuole non ci si occupa di demenza digitale?
Giovanna Pedretti è morta e le circostanze devono essere chiarite. La certezza, però, è che personaggi come Chiara Ferragni e Fedez, Selvaggia Lucarelli e Lorenzo Biagiarelli non perdono occasione per inquinare il dibattito pubblico. Ma com’è possibile che nelle scuole non vengano forniti degli strumenti che combattano la demenza digitale?

di Christian Contessa Christian Contessa

Ha ragione Moreno Pisto quando dice che non abbiamo capito un caz*o. Qui la polemica impazza e tutti stanno dietro alla caduta degli dèi obnubilati da questo reality della demenza generale. Lo comprendo: c'è così poco in tv. Da Chiara Ferragni a Fedez, fino ad arrivare a Selvaggia Lucarelli e quel suo ragazzo che si occupa di soffritti e lo fa in Rai... Ah, sì, Lorenzo Biagiarelli. Nemmeno entro in merito alle caga*e che ha scritto pensando di aprirci a chissà quale verità: la rete è piena di roba fake e il soggetto si è pure preso la briga di telefonare a una signora che cerca di barcamenarsi in questo mondo assurdo come meglio può. Solo questo basterebbe per metterlo alla porta della tv di Stato. Lasciamo stare. In questo momento ci sono le indagini in corso e nei prossimi giorni capiremo se la signora del ristorante - Giovanna Pedretti - si è suicidata. Successivamente capiremo le motivazioni di questo gesto. Se mai dovesse essere che la signora si è tolta la vita per paura di finire dentro un caso mediatico ingestibile è evidente che siamo davanti a un allarme sociale che la politica dovrebbe tenere in seria considerazione e legiferare al più presto. Invece che occuparsi dell'orgoglio italiano sarebbe bene dedicare una commissione per la demenza digitale. Ci rendiamo conto che abbiamo gente che si fa i video mentre viene scorticata viva? Gente che cade dai palazzi per farsi un selfie e, viceversa, gente che ostenta vite che non ha, recensioni che non riceve e ancora peggio gente che usa il proprio potere mediatico per schiacciare le vite altrui? Tutto questo si trasforma in un pantano di emozioni che si pagano anche con la morte.

Lorenzo Biagiarelli e Selvaggia Lucarelli
Lorenzo Biagiarelli e Selvaggia Lucarelli

Siamo diventati come Icaro? Ci lanciamo contro il Sole della popolarità disposti a morire sapendo che le nostre ali sono effimere e si bruceranno. I fatti accaduti alla Ferragni hanno condizionato la gente, certo che sì. La gente si sente Chiara Ferragni quando si fa il selfie nella cabina armadio ma, allo stesso tempo, si sente in pericolo perché pensa che non reggerebbe mai la pressione di tutta la stampa. La gente normale si occupa di arrivare a fine mese e trema quando il postino citofona per una raccomandata. La gente che lavora non gioca come i bambini ricchi al gioco della popolarità. Saranno scritte tante pagine su questo tema ancora poco trattato nelle scuole, dove nessuno parla di psicologia e digitale e soprattutto non si insegna mai abbastanza che “le parole hanno un peso”. Le parole sono immaginario, e definiscono pensieri e azioni, viviamo in una società dove riflettere è praticamente vietato, non devono esistere tempi morti, deve succedere sempre qualcosa altrimenti i nostri super mega processori intelligenti a cosa servono? Ci abbuffiamo di disinformazione, mettiamo la tecnica sopra tutto e questi sono i risultati: l'uomo si fa male ed è disposto a uccidersi per quella botta di dopamina. Siamo un po' tutti colpevoli ed è bene riprendersi.

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