Selvaggia Lucarelli su “X” nega così l’esistenza di una gogna mediatica contro Giovanna Pedretti: “Per la cronaca, la gogna di cui qualcuno sta parlando, è stata: un servizio di un tg, un post sui social, una storia su Instagram. La signora non è stata ‘sommersa’ da insulti, ma non si riesce mai a raccontare la verità”, che è come se Joe Biden dicesse: “Bombe atomiche sul Giappone? Ma quando mai! Giusto due: una su Hiroshima e una su Nagasaki. Ma non si riesce mai a raccontare la verità, con questi giapponesi”. Inizio a credere che, davvero, ci stanno drogando con le scie chimiche o con le scimmie chimiche. Altrimenti non mi spiego. Matteo Salvini, quello che citofonava davanti alle telecamere chiedendo “Scusi, lei spaccia?”, adesso è contro la gogna mediatica. È come se Selvaggia Lucarelli se la prendesse, che ne so, con Le Iene e con il loro modo di fare giornalismo e poi difendesse il suo fidanzato… Ah l’ha fatto? Urca. Decisamente: ci stanno drogando con le scimmie chimiche e neanche di roba buona, la tagliano quantomeno col detersivo, perché stiamo iniziando a sentirci tutti puri e puliti e candeggiati e irreprensibili e nessuno può commettere errori che ti mettono al muro social, dimentichi tutti dei propri, dei nostri, errori. È il nazismo woke, bellezza. Perché, voglio dire, sono oramai due giorni che mi interrogo come sia possibile considerare una notizia il ritenere non desiderabili persone omofobe e abilisti nel proprio locale. Verità? Bufala? Ma chi se ne impipa. Per essere vera o bufala dovrebbe essere una notizia. È una notizia? Da quando abitiamo in un paese dove la norma è sentirsi a disagio accanto a omosessuali e diversamente abili? Ma davvero è una notizia da verificare il non sopportare omofobi e abilisti? Ma davvero è l’uomo che morde il cane? Dice: e allora il generale Vannacci? Esatto! Esiste una sola persona in Italia che va in un ristorante, si sente a disagio perché ci sono omosessuali, torna a casa e lo scrive su un sito di recensioni, ed è il generale Vannacci. Vuoi verificare la notizia? Telefona al generale Vannacci e chiedi se è mai stato in quella pizzeria. Dice: e tutti quelli che si sono comprati il libro al contrario? Scimmie chimiche. Come si chiamava la droga dei nazisti? Pervitin! Ci stanno bombardando di Pervitin con le scimmie chimiche. Ne sono quasi certo. Quelle strisce per aria che sembrano cocaina e invece è anfetamina. Perché altrimenti, no, non si spiega, un cuoco che telefona per fare fact checking. Sarà stato inconsapevolmente sotto Pervitin. Tipo che deve fare per forza qualcosa e quindi fa una minchiata perché non riesce a rilassarsi. Anche perché, sotto Pervitin, dal fact checking al fact cooking è un attimo. “Pronto sono Biagiarelli. Il font non corrisponde”. E la povera trapassata che dice: “Eh?”. “Ha presente i tre puntini in cima. Ecco. Li immagini come un margine”. “Come, che? Ma scusi lei chi è?”. “Un non chef, ho scritto così sul mio icser (si chiama icser o come, adesso, dopo che Elon Musk ha deciso di cambiargli il nome quel giorno che si è trovato sotto un bimotore agricolo caricato a Pervitin), praticamente cucino per Selvy, viaggio con Selvy, scrivo come Selvy. Diciamo che cerco la verità- Ha presente la verità? Ecco, io la cerco. Ha presente la titina? Ma non divaghiamo. Ha presente la sfocatura?”. “Click”. “Signora! Signora… mi ha riattaccato. Vabbè, denuncio tutto con un post. Però prima faccio la cacca. Perché devo fare la cacca? Ah, sì: esistono le recensioni false ai ristoranti. Questo sì che è uno scoop. Tutti credono nelle recensioni dei ristoranti, come tutti credono alle recensioni che Selvy fa del mio libro. Ecco, faccio la cacca e poi scrivo un post con la mia scoperta. Esistono le recensioni false. Altro che la Ferragni col suo pandorino! Il mio sì che è uno scoop! Adesso vediamo chi porta i pantaloni in questa casa. Mi alzo la gonna, faccio la cacca e poi scrivo lo scoop!”.
Secondo la Lucarelli il microfono tra i denti della signora del Tg3 non è violento come quello de Le Iene. I microfoni del Tg3 sono di gomma. E profumano. Come la gomma delle matite delle elementari. Fragola. O Ciliegia. Tutti, vedendo un microfono del Tg3 hanno voglia di metterselo in bocca. A questo proposito: Jari Pilati, il giornalista dal microfono profumato, interpellato da MOW ha dichiarato: “Io non esisto”. Ma Pervitin a quintali ci stanno facendo piovere in testa con le scimmie chimiche. “Io non esisto”. I microfoni del Tg3 sono di gomma, profumano, e se ne vanno in giro svolazzando da soli. “Siamo spiacenti. L’utente da lei chiamato non esiste. Il telefonino sì. L’utente no. Se vuole può lanciare un messaggio nello spazio siderale”. Sto dicendo che esiste una correlazione tra la non gogna e il suicidio? È quello che si domandano in molti. Anche gli inquirenti. La figlia della povera Pedretti ne è convinta: “Hai massacrato mediaticamente mia madre. Trovati la prossima vittima”, ha scritto sui social alla Lucarelli. Ha ragione Gianmarco Aimi quando scrive che il traffico web e social hanno preso il posto della deontologia. Oltre al traffico e al ranking c’è anche la reputation. Come scrive Moreno Pisto, Chiara Ferragni è finita. Nessuno riuscirà più a guardarla senza pensare al pandoro. Riusciranno gli italiani a guardare la Lucarelli senza pensare alla povera Pedretti? Aumentiamo la dose di Pervitin?
P. S. Approfitto di questo spazio per smettere momentaneamente i panni della satira e porgere le mie davvero sentite condoglianze alla famiglia della gentile Sig.ra Pedretti.