Ma Silvio Berlusconi, oltre a tutto il resto, era anche un grande collezionista d'arte? C'è chi ha dei dubbi (come il suo amico Vittorio Sgarbi) e c'è invece chi non ne ha, come il gallerista dell'ex premier, Lucas Vianini, che in un'intervista al Guardian ha parlato della sua esperienza come collaboratore del Cavaliere: “Aveva un particolare amore per la pittura mitologica, in particolare per la mitica storia d'amore di Selene ed Endimione”. Donne impegnate in un amore mitico, quelle amate in arte da Silvio. Niente passione, solo pura forma: “Ho sempre pensato che, essendo un uomo così innamorato della vita, Berlusconi amasse l'idea dell'immortalità, e forse per questo preferiva il mito dell'amore eterno. Aveva un'anima sensibile”. Così sensibile da conservare soprattutto nudi accademici, corpi “privi di valore erotico o pornografico”. Il lato oscuro della Luna-Berlusconi. Ma quali sono le ragioni delle critiche di Vittorio Sgarbi? I tarli e l’eccesso. Scrive ancora il quotidiano: “Sgarbi ha dichiarato che Berlusconi ha raccolto la collezione, che comprende dipinti di donne nude e paesaggi delle sue città preferite - Venezia, Napoli e Parigi - come risultato di ‘notti insonni’, puntando sulla quantità piuttosto che sulla qualità”. Insomma, più un vezzo che una vera propensione all’arte. Inoltre, anche la manutenzione non fu delle migliori, dato che i tarli danneggiarono molte delle 25 mila opere raccolte a Villa San Martino. Vianini, però, non ci sta: “Sgarbi non è stato molto generoso nella sua valutazione e non ha considerato le opere importanti della collezione”. Non si trattava, a dire del curatore, di ostentazione della ricchezza. L’amore per i quadri, per la loro “bellezza e piacevolezza”, era sincero.
Nel corso dell’intervista Vianini ha poi raccontato di quella notte in cui, durante un’asta in televisione, ricevette la chiamata. L’indirizzo di spedizione? Villa San Martino di Arcore. Dopo un’iniziale titubanza, Vianini fu costretto a credere alle parole dell’interlocutrice: si trattava della segretaria di Silvio. Neanche a dirlo, l’ex premier comprò tutte opere messe in vendita: “La mostra è terminata dopo tre ore perché non avevo più quadri da presentare, tanto che ho dovuto chiedere all'assistente di recuperare altre opere dal magazzino per poter continuare la mostra”, racconta il curatore. Nel corso della visita alla reggia del Cavaliere scattò subito l’amicizia: “Sono stato accolto dal maggiordomo, che mi ha portato in una stanza, e dopo pochi minuti sono entrati di corsa i cani ed è apparso Berlusconi. Mi ha accolto con un grande sorriso e una stretta di mano decisa. Essendo appassionato d'arte, ho ammirato l'armonia di Villa San Martino”. Vianini non si risparmia e scende nei dettagli di quella prima passeggiata nel castello: il rumore del legno che scricchiola, i candelabri veneziani, i colori dell’albero di Natale e le foto di famiglia nelle cornici d’argento. Ci fu anche un aperitivo, rigorosamente analcolico. Cominciò, quindi, la catalogazione. Ci tiene però a sottolineare il Guardian che non tutti accettano l’interpretazione dell’estetica di “un uomo noto per la sua passione per il bunga bunga”. Che quello per i corpi femminili dei dipinti fosse disinteressata curiosità per le regole da accademia, in effetti, è difficile da credere. Evidentemente non per Lucas Vianini il curatore del lascito del Cavaliere. Speriamo che, almeno lui, prenda le giuste contromisure per gli insetti infestanti.