Piermaria Capuana, classe 2003, è un giovanissimo politico italiano che ha rapidamente guadagnato visibilità e consensi grazie al suo coinvolgimento attivo nella politica studentesca e locale in Sicilia. Tesserato di Forza Italia, ricopre attualmente la posizione di capogruppo al consiglio comunale di Catania, dimostrando una notevole leadership nonostante la sua giovane età. In precedenza, ha anche svolto il ruolo di assessore nel comune di San Giovanni La Punta. La politica il giovane Capuana sembra averla nel Dna, anche perché suo padre Daniele è stato a sua volta un golden boy della politica: vicepresidente del consiglio di Catania a soli 22 anni nel 1997, rieletto poi nel 2000. Lo abbiamo intervistato.
Capuana, dove nasce il suo amore per la politica?
Sono cresciuto in una famiglia dove si parlava di politica e giornalismo. Seguivo mio padre durante le campagne elettorali, nei comitati, incontravo le persone e osservavo con molta curiosità. Suscitato, l’interesse è diventata passione, all’inizio tra i banchi di scuola, dove sono stato il rappresentante più votato nella storia della provincia con 952 preferenze all’Ettore Majorana di San Giovanni La Punta e poi da presidente della consulta provinciale studentesca di Catania, dove ho avuto l’onere e l’onore di rappresentare 70.000 studenti delle scuole superiori. Ho sempre cercato di coniugare l’impegno, la passione e l’ambizione rappresentando studenti, dirigenti e personale scolastico, mediando e collaborando con le istituzioni, proponendo e lavorando con senso del dovere, affrontando le difficoltà con l’entusiasmo e la perseveranza di chi si vuol rendere protagonista di un cambiamento.
Perché ha scelto di mettersi in gioco nel suo piccolo paese a soli 18 anni?
Avevo e ho anche adesso intraprendenza e coraggio nel fare politica. Credo che puntare sui giovani non debba essere una scommessa, ma un investimento, soprattutto al giorno d’oggi in cui si ha la necessità di coinvolgere sempre più i giovani nella cosa pubblica. Essere stato assessore è stata una grande prova, che ho deciso di affrontare con maturità, entusiasmo e responsabilità. Ho iniziato il mio mandato tra stupore e pregiudizi riguardanti l’età e la capacità di saper fare ma l’ ho concluso rispondendo con la forza dei fatti, dimostrando attraverso il duro lavoro e l'impegno costante, che si possono ottenere risultati tangibili, mettendosi al servizio della comunità che si rappresenta.
Prima assessore, adesso capogruppo di Forza Italia al consiglio comunale della seconda città della Sicilia
Il capogruppo è un ruolo al servizio della cittadinanza e di rappresentanza del partito, mi onora essere stato scelto, crediamo che Catania debba ricollocarsi al centro delle scelte strategiche del nostro territorio, nel dibattito pubblico e nell’azione politica nazionale. Vogliamo contribuire a cambiare le cose, nel ruolo che i cittadini ci hanno affidato.
Lei dice questo, però Catania è sempre più pericolosa
A favore della legalità e del contrasto alla criminalità abbiamo già chiesto con una mozione votata all’unanimità dal Consiglio comunale di Catania l’impiego dell’Esercito nell’ambito dell’operazione “Strade Sicure”. Per contrastare l’illegalità è necessario aumentare i presidi di vigilanza e garantire un controllo dell’ordine pubblico sulle zone centrali e periferiche della città.
Prima di intervistarla noi di MOW siamo andati nel quartiere Librino di Catania. Siamo rimasti senza parole, oltre la delinquenza si nota nella zona una totale assenza delle istituzioni e del comune
Catania è suddivisa in sei municipalità. Ognuna rappresenta esigenze e problematiche differenti - come ogni città - ,alle quali bisogna dare soluzioni sostanziali. È importante rafforzare il decentramento comunale con una maggiore attenzione alle periferie, in materia di infrastrutture, verde pubblico, servizi e legalità. Devo dire che a Librino, ci sono importanti realtà di volontariato e società sportive che rappresentando un importante spiraglio di luce per chi vuole togliersi dalla strada, e che sono un grande esempio di riscatto sociale.
Sono passati sette mesi dalla morte di Silvio Berlusconi, quanto manca la sua presenza all’interno del partito?
Berlusconi manca a tutti noi. L’Italia ha perso un grande leader politico, che passerà alla storia per aver cambiato la nostra nazione. I segni tangibili di tali cambiamenti sono riscontrabili dall’imprenditoria alla politica, dal calcio alla Televisione. È stata proprio la sua visione di nazione e il suo coraggio di lottare per le sue convinzioni a farmi identificare - già all’età di 14 anni - in un “berlusconiano”. La sua mancanza è tangibile, ma il suo spirito resta vivo in tutti noi. È nostro compito rappresentare la sua eredità politica.
Forza Italia senza Berlusconi può ancora dire la sua in Sicilia e in Italia?
Lo dicono i dati, il partito ha preso quasi il 15% sia alle comunali di Catania del 2023 che alle regionali in Sicilia del 2022, soltanto nell’isola abbiamo diecimila tesserati. I tesseramenti sono a quota 100.000 in Italia e 10.000 in Sicilia. Il Futuro di Forza Italia siamo noi che ci crediamo, determinati a fare la differenza, guidati dalla memoria del passato e dalla volontà di esserci, continuando a portare avanti uniti, compatti e motivati il progetto creato dal Presidente Berlusconi.
Capuana, a quali politici si ispira?
Oltre naturalmente a Berlusconi, direi a Don Luigi Sturzo, il quale incarna i valori popolari e cattolici, integrando principi morali e sociali con la fede nell'impegno politico, ponendo particolare attenzione alle esigenze della comunità e Piero Calamandrei, che rappresenta il mio lato liberale. Con la sua difesa della democrazia e della giustizia sociale, orientato a proteggere le libertà individuali, promuovere l'equità e garantire la tutela dei diritti civili.
Dove si vede fra 10 anni?
Al servizio di coloro che credono nel cambiamento, nei prossimi anni, continueremo a dimostrare con l’impegno che investire nei giovani è fondamentale per rivitalizzare l'interesse verso la politica. La scelta di dedicarsi al bene del nostro paese non significa per me garantirsi un posto privilegiato, bensì offrire agli altri l'opportunità di essere protagonisti. Sono convinto che in politica si cresca facendo gioco di squadra, e tra dieci anni mi vedo accanto alle persone che mi affiancano dal primo giorno e che vorranno far parte di questo progetto condividendone la visione, definendo insieme il percorso e gli obiettivi da raggiungere. Se devo immaginare il mio ruolo futuro, lo vedo indietro rispetto ai miei elettori, ma con un passo avanti per cambiare il nostro paese. Con l’auspicio che le dinamiche che spesso pervadono la politica, limitando e isolando chi è giovane, ambizioso e desidera contribuire positivamente, non prevarichino il buon senso, il merito e l'appartenenza, superando queste “logiche illogiche” che possono frenare e ostacolare chi aspira a fare la differenza.