Il nodo Becciu potrebbe sgonfiarsi prima di quel che si pensa, nonostante sia diventata una abitudine consolidata quella di trattare la vicenda intorno al cardinale sardo, già nel 2020, con clamore, senso del gossip e, possibilmente, un po’ di inclinazione al teatro. La storia è semplice. Nel 2020 il cardinale Becciu avrebbe perso i “diritti connessi al cardinalato” (nota ufficiale della Sala Stampa Vaticana, 24 settembre 2020). Per intero: “Oggi, giovedì 24 settembre, il Santo Padre ha accettato la rinuncia dalla carica di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e dai diritti connessi al Cardinalato, presentata da Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Angelo Becciu”. Tra questi diritti c’è quello di votare, se si è cardinali elettori (e cioè sotto agli 80 anni), al Conclave per l’elezione del nuovo pontefice. Il motivo? Delle accuse contro di lui per un palazzo a Londra e la gestione controversa di alcuni fondi della Conferenza episcopale italiana (Cei). Accuse che si conclusero con un processo e una condanna in primo grado (ma dopo le dimissioni) e che potrebbero essere ribaltate in appello proprio in autunno.
Con la morte di Papa Francesco si torna a votare e Becciu, come riportato dall’Unione Sarda, è ripartito per Roma per poter partecipare: “Richiamandomi all'ultimo Concistoro (quello nel quale è divenuto cardinale Arrigo Miglio, già arcivescovo di Cagliari e che accolse Bergoglio nella sua storica visita del settembre 2013) il Papa ha riconosciuto intatte le mie prerogative cardinalizie in quanto non vi è stata una volontà esplicita di estromettermi dal Conclave né la richiesta di una mia esplicita rinuncia per iscritto. L'elenco pubblicato dalla Sala Stampa non ha alcun valore giuridico e va preso per quello che è”. Ora, quindi, pretende di poter votare al Conclave e ora la Congregazione generale dei cardinali, che si è già riunita il 23 aprile, dovrà decidere se farlo partecipare o no. Per ora, almeno nelle comunicazioni ufficiali, Becciu è stato inserito nella lista dei cardinali non elettori.

Primo punto. Becciu è ancora cardinale. La rinuncia ai diritti connessi al suo ruolo non equivale a dire che non sia più un cardinale. Questo lo ha detto lui stesso, come riporta il Corriere della Sera, in un’intervista del 2020: “A dir la verità non sono uscito da ex cardinale, ma con la sospensione delle prerogative cardinalizie”. Ma questa sua dichiarazione smonta quanto sostenuto in queste ore, visto che, come egli stesso ha ammesso cinque anni fa, era stato sospeso dalle “prerogative cardinalizie”, tra cui il diritto di eleggere il papa. Quindi è cardinale ma potrebbe non avere diritto a partecipare al Conclave.
Secondo punto. È vero, il bollettino della Santa Sede non ha valore legale. Ma questo non vuol dire che non abbia alcun peso o valore. Da un punto di vista consuetudinario, de facto, le comunicazioni diffuse dalla Sala Stampa, riportano un contenuto ritenuto ufficiale e normalmente implicano la presenza di documenti che il Vaticano, per semplificare, non è obbligato a divulgare. Nello specifico, la Sala Stampa della Santa Sede ha questo compito: “Pubblicare e divulgare le comunicazioni ufficiali riguardanti sia gli atti del Romano Pontefice sia l’attività della Santa Sede, attenendosi alle indicazioni della Segreteria di Stato” (art. 10, comma 1, dello Statuto della Segreteria per la comunicazione). Normalmente, le dimissioni, i “pensionamenti” e altre questioni simili vengono comunicate e date per buone anche solo dopo aver preso visione della comunicazione della Sala Stampa.
Terzo punto. La partecipazione al Concistoro, che secondo Becciu dimostrerebbe che le sue prerogative cardinalizie, e quindi anche il diritto di eleggere il papa, sono ancora intatte, non prova nulla. La presenza al Concistoro riguarda tutti i cardinali, non ha a che fare con i loro diritti connessi al ruolo (Canone 353 del Codice di diritto canonico). Come ha detto lo stesso Becciu, egli è ancora cardinale, pur avendo ammesso che le sue prerogative sono state sospese. Questo vuol dire che Becciu può partecipare al Concistoro, in quanto cardinale, anche senza avere più diritto a eleggere il papa. Certo, a norma di legge, Becciu avrebbe dalla sua qualche argomento che, tecnicamente, potrebbe aiutarlo in questo tentativo di rientrare, all’ultimo minuto, tra i cardinali elettori (qui vi spieghiamo come funziona il Conclave). Ma la scelta potrebbe basarsi anche su questo genere di considerazioni, oltre a una considerazione che tuteli il “contegno” imposto dal momento e che potrebbe spingere il Congregazione a rifiutare qualsiasi tentativo di distogliere l’attenzione dal tema della successione e del futuro della Chiesa.
