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Papa Francesco è morto e ora chi sarà il prossimo papa? Da Parolin a Zuppi (progressista) fino a Sarah (ultraconservatore). E come funzionerà il Conclave? Ecco chi sono i cardinali elettori, i papabili e cosa accadrà ora

  • di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

21 aprile 2025

Papa Francesco è morto e ora chi sarà il prossimo papa? Da Parolin a Zuppi (progressista) fino a Sarah (ultraconservatore). E come funzionerà il Conclave? Ecco chi sono i cardinali elettori, i papabili e cosa accadrà ora
La morte di un pontefice, per quanto triste, impone considerazioni pratiche per la Chiesa cattolica, che si troverà a dover scegliere il suo successore. Ora che Papa Francesco è tornato alla casa del Signore, il mondo cattolico guarda ai papabili che negli ultimi anni sono diventati dei punti di riferimento per le varie correnti della Chiesa. Ma come funziona un Conclave? E chi sono i più quotati per diventare successori di Bergoglio? Vi spieghiamo tutto qui

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Prima il ricovero all’ospedale Gemelli di Papa Francesco, molto complesso per via di una polmonite bilaterale e poi un’insufficienza renale dovuta a un’infezione. Ora il pontefice è tornato alla casa del Signore, riuscendo a tenere il suo ultimo grande discorso in occasione della Pasqua, chiedendo la pace, pregando per il futuro. E del futuro della Chiesa, ora, si dovrà parlare. A partire da quel che accadrà in Vaticano, poiché il seggio pontifico non può rimanere vuoto e la Chiesa, la grande nave bimillenaria cui si affida il 18% della popolazione mondiale, deve trovare un successore. Ma come funziona?

Papa Francesco, ora ricoverato all'ospedale Gemelli per un'infezione polimicrobica
Papa Francesco, ora ricoverato all'ospedale Gemelli per un'infezione polimicrobica

Come si diventa papa

Il papa viene eletto dal Conclave dai cardinali elettori (cioè i cardinali sotto gli ottant’anni) e questa riunione a porta chiuse è stata per la prima volta regolamentata nel 1274 nella costituzione apostolica Ubi periculum promulgata durante il Concilio di Lione sotto Papa Gregorio X e in cui si stabiliva: “Durante il tempo dell'elezione i cardinali nulla percepiscano dalla camera apostolica, né di quanto possa venire alla stessa chiesa da qualsiasi fonte durante la vacanza; tutti i proventi, invece, durante questo tempo rimangano in custodia di colui alla cui fedeltà e diligenza la camera stessa è stata affidata, a disposizione del futuro pontefice. Chi poi avesse ricevuto qualche cosa, sarà tenuto da quel momento ad astenersi dal percepire qualsiasi reddito a lui spettante, fino alla completa restituzione delle somme ricevute” , con uno specifico obiettivo: “L'esame del tempo passato insegna quanti disastri produca e di quali e quanti pericoli sia costellata una troppo lunga vacanza della sede romana; una ponderata considerazione dei danni di quel periodo mostra la stessa cosa. Perciò evidenti ragioni ci consigliano, mentre attendiamo con zelo alla riforma di cose anche meno importanti, di non lasciare senza riforma opportuna ciò che è esposto a un maggior pericolo”. La figura del papa deve essere ristabilita, con “il potere di intercessione della preghiera umile e devota”, attraverso un lavoro serrato mai interrotto da stimoli esterni.

Le ultime indicazioni sulle modalità dell'elezione del papa sono state definite nel 2013 da Benedetto XVI nel motu propriu "Normas Nonnullas"
Le ultime indicazioni sulle modalità dell'elezione del papa sono state definite nel 2013 da Benedetto XVI nel motu propriu "Normas Nonnullas"

Per diventare papa, ufficialmente, basta essere maschi, battezzati e non sposati, quindi anche un non cardinale, cosa rarissima, può diventare papa. Le regole per l’elezione del papa sono cambiate negli anni, l’ultima volta nel 2013 con il motu proprio (cioè, per semplificare, un documento preso “di propria iniziativa” dal papa) di Benedetto XVI Normas Nonnullas in cui si stabilisce definitivamente che la scelta del papa passi solo per scrutinium, e cioè attraverso una maggioranza di due terzi tra i cardinali elettori (un tempo si poteva diventare papi anche per acclamationem seu inspirationem e per compromissum, rispettivamente per accordo unanime ispirato dallo Spirito Santo o attraverso la formazione di un collegio ristretto di cardinali, quindi di un gruppo di lavoro più piccolo accettato però dal Conclave). Anche i cardinali non elettori, quindi ultraottantenni, possono essere eletti come pontefice, ma durante l’elezione si tende a tenere conto anche dell’età del candidato, cercando di preferire possibili futuri pontificati sufficientemente longevi

Papa Francesco ha nominato 110 dei 138 cardinali elettori che potrebbero partecipare a un futuro Conclave (aggiornamento a febbraio 2025: il numero può cambiare in base a vari elementi, tra cui l'età degli attuali cardinali, che sopra gli ottant'anni
Papa Francesco ha nominato 110 dei 138 cardinali elettori che potrebbero partecipare a un futuro Conclave (aggiornamento a febbraio 2025: il numero può cambiare in base a vari elementi, tra cui l'età degli attuali cardinali, che sopra gli ottant'anni smettono di essere cardinali elettori, anche se restano comunque, come qualsiasi maschio, battezzato e non sposato, elegibili come pontefici)

Chi sono i cardinali elettori

Al momento ci sono 135 cardinali elettori di cui 108 nominati da Papa Francesco, questo vuol dire che la maggioranza, quasi la totalità, degli attuali cardinali con diritto di voto al Conclave sono stati formati tali dall’attuale Papa. Questo potrebbe spingere l’elezione verso un successore di Bergoglio in continuità con il pontificato di questi anni. Nel corso degli anni l’ala conservatrice della Chiesa ha spesso indicato le nomine del Papa una strategia per garantire una sorta di linea successoria bergogliana. In effetti, molti cardinali scelti in questi anni sono figure semisconosciute, provenienti dal Sud del mondo e spesso legate a una visione della Chiesa di tipo missionario ma più “progressista”. Anche Matteo Matzuzzi, caporedattore e vaticanista del Foglio, ci aveva spiegato che tutti i concistori (le riunioni cardinalizie in cui vengono creati nuovi cardinali) tranne i primi due, puntavano a formare un collegio cardinalizio vicino all’agenda del Papa. Tuttavia, come vedremo, tra i papabili ci sono anche cardinali creati da Benedetto XVI o, addirittura, da Giovanni Paolo II.

I papabili secondo il The College of Cardinals Report, la piattaforma curata da Edward Pentin e Diane Montagna
I papabili secondo il The College of Cardinals Report, la piattaforma curata da Edward Pentin e Diane Montagna

Chi sono i papabili

Attualmente la piattaforma più affidabile sembra essere il The College of Cardinals Report, una pagina creata nel 2024 da Edward Pentin e Diane Montagna con l’obiettivo di creare dei profili facilmente consultabili dei cardinali, con le loro opinioni su vari temi legati al futuro della Chiesa e con i loro dati più importanti (chi li ha nominato cardinale, l’età, il luogo in cui hanno operato come funzionari della Chiesa e gli attuali incarichi in Vaticano).

Matteo Maria Zuppi, dell'Arcidiocesi di Bologna, vicinissimo a Papa Francesco e considerato tra i cardinali papabili più progressisti
Matteo Maria Zuppi, dell'Arcidiocesi di Bologna, vicinissimo a Papa Francesco e considerato tra i cardinali papabili più progressisti

Tra i papabili più giovani c’è il cardinal Matteo Maria Zuppi, sessantanove anni, creato da papa Francesco nel 2019, considerato non solo un forte sostenitore di Papa Francesco ma sostanzialmente un esponente della fazione più “a sinistra” del collegio cardinalizio. Sostenitore della chiesa sinodale (più inclusiva e aperta al nuovo), a favore della benedizione per le coppie omosessuali, a favore della facoltatività del celibato (ma contrario, ancora, al sacerdozio femminile). Si tratta anche di un candidato italiano e potrebbe essere il primo papa del nostro Paese da Albino Luciani (Giovanni Paolo I, che morì nel 1978). Zuppi è in assoluto il cardinale più progressista tra i papabili e il più radicale seguace di Papa Francesco tra di loro, ma non è l’unico. Anche i cardinali Pietro Parolin, Luis Antonio Gokim Tagle e José Tolentino de Mendoça sono considerati più aperti rispetto agli altri quotati.

Robert Sarah è considerato tra le voci più critiche all'interno della Chiesa. Nel 2019 un suo libro co-firmato da Benedetto XVI divenne un caso mediatico perché sembrava attaccare direttamente alcune posizioni di Papa Francesco, quell'anno impegnato
Robert Sarah è considerato tra le voci più critiche all'interno della Chiesa. Nel 2019 un suo libro co-firmato da Benedetto XVI divenne un caso mediatico perché sembrava attaccare direttamente alcune posizioni di Papa Francesco, quell'anno impegnato al Sinodo per l'Amazzonia

Dalla versante completamente opposto troviamo invece Robert Sarah, considerato uno dei più conservatori e certamente una delle figure più vicina a Papa Benedetto XVI, che lo creò cardinale nel 2010. Nel 2019 scoppiò una polemica a proposito di un suo libro, Dal profondo del nostro cuore (edizioni Cantagalli) che riportava in copertina come coautore proprio l’allora pontefice emerito, Joseph Ratzinger, in cui si criticavano molte scelte più o meno direttamente di Papa Francesco, che nei giorni della pubblicazione era al sinodo per l’Amazzonia (uno degli eventi di rottura del Papa rispetto ai suoi predecessori). Dopo le critiche alcuni portavoce di Benedetto XVI cercarono di ridimensionare il contributo del papa emerito al libro, ma il legame tra Sarah e Ratzinger era evidente anche dagli incarichi che gli vennero affidati (anche Papa Francesco gli ha affidato comunque ruoli importanti). Fortemente contrario a quasi ogni apertura progressista, dall’aborto ai matrimoni o benedizioni di coppie omosessuali, è un sostenitore della “riforma della riforma” della liturgia, una sorta di aggiustamento in chiave tradizionalista delle decisioni prese durante il Concilio Vaticano II, comunemente considerato una tappa in senso progressista del cammino della Chiesa.

Benedetto XVI e Papa Francesco
Benedetto XVI e Papa Francesco

I papabili vengono indicati nella piattaforma di Pentin e Montagna grazie all’aiuto di vari esperti vaticanisti, ma sembra difficile credere, al momento, che un cardinale come Sarah (o come il conservatore americano Raymond Leo Burke, in passato a capo del Supremo Tribunale della Signatura Apostolica, il massimo organo di amministrazione della giustizia della Chiesa cattolica) possa effettivamente diventare pontefice, non solo per via dell’attuale formazione dei cardinali elettori, che come si è detto è in maggioranza composta da figure create da Papa Francesco, ma anche perché negli ultimi dodici anni i cambiamenti imposti da Bergoglio sembrano essersi radicati profondamente nel tessuto della Chiesa, in un momento di crisi tale che, comunque, ha permesso alla Chiesa di rientrare nel dibattito pubblico, in molti casi, come forza progressista o, comunque, decisamente non conservatrice La Chiesa di Papa Francesco, una Chiesa che lotta per i mali secolari del mondo, dal cambiamento climatico alle guerre alle migrazioni e alla povertà, ha iniziato un cammino irreversibile?

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