Vabbè dai, facciamo un po’ di sano maschilismo e sessismo patriarcale, tanto programmi Rai non ne ho, mi odiano a destra come a sinistra come al centro e quindi, tutto sommato, chi se ne stracatafotte. Per cui: ma siete sicuri che la coppia Soncini-Lucarelli sia meglio di quella Facci-Morgan? La Soncini (mica io) ha parlato di “una signora”, nella quale definizione evidentemente la Lucarelli si è riconosciuta, “che stigmatizzava la destra che dà spazio a coloro che compiono reati contro le donne, lo stalker Facci e lo stalker Morgan”, e la Soncini ha pensato: “Sì cara, ma tu te li sei scopati entrambi, cosa ci dice questo di te?”. Evvai!
La Lucarelli, che di comunicazione è esperta e che sa o dovrebbe sapere che ogni smentita è una notizia data due volte, ha tenuto a far sapere a Dagospia (che aveva ipotizzato – come nel frattempo stavano, a torto o a ragione, ipotizzando praticamente tutti – che “la signora” criticona e trombona fosse proprio la Lucarelli) che sì, nella definizione di “signora” si era proprio riconosciuta, e da un lato intimava Dagospia di ritirare la supposizione e dall’altro confermava in pieno la supposizione di Roberto D’Agostino. Diciamo che è tutta una faccenda di supposte, anzi di una supposta soltanto, poiché la Lucarelli ammette la “breve relazione sentimentale” (se si chiama una bottarella, magari un paio di bottarelle e via, è offensivo? Chiedo per un amico magistrato) con Morgan ma precisa che a Facci, in altre parole, non gliel’ha mai data.
Evvai! Ci interessava tantissimo.
Adesso io mi chiedo e vi chiedo: c’è una che critica Morgan e Facci in quanto stalker (lo dice la Soncini, mica io) ma almeno uno dei due se lo è fatto (che è il contrario di quanto ha scritto Facci a proposito della ragazza presunta vittima del presunto stupro di Apache La Russa. Infatti lo “sbaglio stilistico” di Facci è stato quello di mettere al “passivo” la ragazza “fatta” da Apache, quando sanno tutti che sono le ragazze che “si fanno” i ragazzi). E c’è n’artra che je dice: “E allora di te che dovemo di’?” (coi sottintesi che ne derivano).
Facci e Morgan sono quello che sono (e ci mancherebbe): comunque due intellettuali con i quali andare d’accordo o anche no, non è questo il punto. Facci scrive, anche libri di sicuro spessore, Morgan fa musica e anche lui scrive libri (magari di meno spessore, ma è una mia impressione, e comunque ci tenta). Facci e Morgan parlano di musica, di altri libri, della funzione dell’intellettuale, si chiedono cosa sia il concetto di cultura e il ruolo dell’intellettuale e via discorrendo (non che la cosa abbia peso, che se lo chiedano o meno è infine abbastanza irrilevante come irrilevanti sono, ahinoi, gli intellettuali).
La Soncini e la Lucarelli scrivono anche loro, articoli e libri. Che parlano di cose molto femminili: chi scopa con chi, chi pubblica video hard, chi bisogna scoparsi o meno, quale deve essere l’educazione sentimentale della donna di oggi, che è sbagliato il dark humor e che bisogna pentirsi come il fidanzato di una delle due – non so di quale, per me la Soncini e la Lucarelli sono praticamente intercambiabili, sono vecchio, perdonatemi -, come sono fatti gli uomini di oggi, come sono fatte le donne, esibiscono culture varie abbastanza etniche ed esterofile (e pirofile) proprio come una volta si esibivano le vetrinette con le bomboniere (mi fanno entrambe questa impressione, che ci posso fare), insomma scrivono articoli e libri che rientrano perfettamente nella categoria dei “femminili” (è una categoria editoriale, mica una categoria mia) e si sono azzuffate nel fango delle scopate mentre noi tutti mettevamo i popcorn nel microonde.
Così mi chiedo e vi chiedo: ma davvero le cortilare un po’ pazzerelle che litigano davanti a tutti nel ballatoio della pubblicistica varia e avariata, dandosi, praticamente, della moralmente discutibile e della maldicente avvelenata, hanno i titoli per parlare di Facci e Morgan? Che comunque non mi risulta abbiano mai parlato di chi scopa con chi, di come deve essere o non dev’essere la donna con la quale state, che non hanno mai scritto volumi sulle puttane e sulle sante (che sarebbero i corrispettivi al maschile dei libri del duo Soncini-Lucarelli che parlano di relazioni sane con uomini sani e di relazioni malate con uomini malati) e che insomma, in fin dei conti, non hanno mai fatto alcun ragionamento sessista, magari soffrendolo sulla propria pelle ma senza mai farne un paradigma generale.
Come dire, come posso trovare delle parole in punta di penna? Ecco, forse ci sono: possono due (per così dire) lavandaie della scrittura (lavandaie non è un’offesa, a meno che una delle due o entrambe pensino che lavare i panni sia un’offesa, e comunque cito la Treccani: lavandàia – Donna che esercita il mestiere […] di lavare la biancheria altrui, in casa, in un lavatoio pubblico o in apposite aziende […]: In usi fig., e come termine di confronto, donna maleducata e sboccata: è una vera l.; contegno, linguaggio da lavandaia – se volete dare del sessista a qualcuno datelo ai compilatori della Treccani, ma oddio, anche a me, figuratevi), dicevo: possono due lavandaie mettersi a discutere sulle carriere e sulle opportunità o meno di lavoro di due che quantomeno non fanno fenomenologia della trombata giusta e di quella sbagliata?
Nell’attesa di una risposta quasi quasi mi faccio uno shampoo. E dato che sono per la separazione delle carriere (tra scrittori e shampist*) c’è un* sciampist* disponibile?
P.s. A scanso di equivoci io ADORO la lavanderia letteraria. Senza le lavanderie e le cucine non ci sarebbe letteratura. Proust e Arbasino e anche un po’ Simenon e senza dubbio la Christie, docent.
P.s 2: Ovviamente non sono sessista e ci sono donne, scrittrici e articoliste, che di tutto parlano, e bene, ma non di faccende di letto. Al limite mi potere dare del sessista riguardo alla Soncini e alla Lucarelli, nel limite e nei confini di questo articolo (e soprattutto dei LORO articoli) che di certo non esonda (come stanno cercando di fare con Facci) oltre i confini del presente scritto.