Il Senato ha votato la fiducia al decreto Pnrr, all’interno del quale c'è anche l’emendamento sull’aborto, che nei giorni scorsi è stato fonte di polemiche enormi. Diventa legge la norma che prevede la presenza di associazioni antiabortiste nei consultori ai quali si rivolgono le donne che intendono interrompere la gravidanza. A introdurre nel Pnrr le norme sull'interruzione volontaria di gravidanza, regolata in Italia dalla legge 194 del 1978, è stato un emendamento di Lorenzo Malagola, deputato di Fratelli d'Italia. Il passo successivo sarà la firma del Presidente della Repubblica. Mario Adinolfi, cultura da democristiano di sinistra, poi spostatosi verso lidi più legati al cattolicesimo non sappiamo se integralista ma di sicuro intransigente ha commentato l'avvenimento.
Mario Adinolfi, cosa ne pensa dell'inserimento dei pro-vita all'interno dei consultori?
Tutti danno sempre molto valore alla legge 194 del 1978, davvero non capisco come possa essere contestabile completarne l’applicazione dell’articolo 2, rendendo effettiva la presenza nei consultori di volontari che possano aiutare le mamme a tutelare la vita dei loro figli nascituri.
Giorgia Meloni ha chiarito, in risposta alla Spagna che aveva contestato l'atteggiamento del Governo italiano, la sua posizione in difesa della 194.
La Meloni sa che io ho idee molto diverse dalle sue. Lei proclama una difesa della legge 194 che davvero mi rende incomprensibile la polemica dei suoi avversari. Sull’aborto dicono la stessa cosa: viva la 194. Per inciso, dicono una cosa sbagliata. Dal governo non arriva alcuna azione antiabortista. Per cui i tifosi dell’aborto come diritto cos’hanno da rimproverare?
Come si pone la Chiesa sul tema delle nascite?
La Chiesa anche con il recentissimo documento di Papa Francesco, Dignitas infinita, ribadisce la condanna dell’aborto con estrema nettezza.
C'è il tema, anche, del calo della natalità...
Con le nascite arrivare a quota 379mila nel 2023, ennesimo record negativo, siamo all’emergenza nazionale. Avere sessantamila aborti l’anno, 165 bambini nascituri soppressi al giorno, è follia autodistruttiva.
Quindi? Che fare?
Nel 2018 ho presentato una proposta di legge: mille euro al mese ad ogni partoriente italiana sposata, priva di altre forme di reddito che si dedichi alla crescita dei figli e alla cura della famiglia, per i primi otto anni di vita del figlio, rinnovabili se nasce un secondo figlio, vitalizi alla nascita del quarto figlio o di un figlio disabile. Costa 9 miliardi in 3 anni, 3 miliardi annui in media, farà impennare le nascite. Con 379mila nati in un anno, di cui 100mila stranieri, l’Italia è finita. La questione aborto-nascite è la prima emergenza nazionale. Aumenterebbero i diritti di ogni donna, crollerebbero gli aborti. Non viene realizzata perché viene considerata, sbagliando, una proposta “patriarcale”.
La maternità surrogata per lei è uno svilimento della figura femminile?
L’utero in affitto è un crimine che nasce proprio dalla premessa abortista. Se il bambino nascituro è solo una cosa, che può essere eliminata, allora quello appena nato è una cosa che può essere venduta. Ovviamente anche la donna viene umiliata, piegata al denaro dei più ricchi, considerata una cosa che si può affittare.
Cosa ne pensa della vicedirettrice del Tg1, Incoronata Boccia, che ha parlato dell’aborto come di un omicidio?
Ha avuto un grande coraggio. Ha detto cose vere: l’aborto è un omicidio, la politica ha paura di dirlo, lo diceva madre Teresa. Avrei aggiunto la citazione di Pier Paolo Pasolini che sul Corriere della Sera scriveva in prima pagina di essere contro l’aborto perché è la legalizzazione dell’omicidio, specificando che oggi il Corriere della Sera censurerebbe quell’articolo di Pasolini, non lo pubblicherebbe mai. Sandro Ruotolo, uno dei giornalisti Rai più faziosi di sempre che è passato dal Tg3 al ruolo di responsabile informazione del Pd, ha osato dire che Incoronata Boccia come giornalista Rai “deve rappresentare le opinioni di tutti” e dunque andrebbe cacciata. Qui non so più se ridere o piangere.
Lo Stato non vuole abolire l'aborto, ma regolamentarlo in altro modo, pur mantenendone il diritto. Perché si parla di abolizione del diritto da parte di una certa politica?
L’aborto per la stessa legge 194 non è un diritto, solo un delitto depenalizzato a certe condizioni. Il diritto è quello alla vita di ciascuno di noi, che prima di essere quel che siamo oggi siamo stati tutti bambini nascituri nel ventre materno. Il ventre materno deve tornare a essere il posto più sicuro del mondo, non il posto dove viene ucciso un bambino ogni sei nati. Nel giuramento di Ippocrate di 25 secoli fa c’è scritto che il medico non deve fornire medicamenti che inducano l’aborto, è uno dei fondamenti della nostra civiltà. Da mezzo secolo si è deciso di minarlo con leggi che tolgono ogni diritto al soggetto più debole di tutti perché senza voce, il bambino nascituro. Per fortuna altrove, penso agli USA, si sta mettendo macchina indietro, in 14 Stati l’aborto è stato praticamente vietato e sono nati sessantamila bambini in più. Qui dobbiamo decidere se vogliamo più figli o più aborti, io credo che la scelta sia ovvia, la politica sia conseguente.