Alla vigilia dei vent’anni dalla morte di Gianni Agnelli, avvenuta a 81 anni il 24 gennaio 2003, il quotidiano La Repubblica – il cui gruppo editoriale, Gedi, ha come presidente John Elkann – ha affidato a un intervento del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, il ricordo di una delle figure più importanti dell’imprenditoria e del costume italiani del Novecento. Mattarella si sofferma principalmente sull’Avvocato capitano d’industria, all’autorevolezza e all’influenza nel contesto internazionale di una “personalità assurta a simbolo dell’imprenditoria italiana negli anni della grande crescita economica e sociale del nostro Paese, in una fase di distensione assicurata dalle istituzioni multilaterali e in particolare dal rafforzamento di quelle europee e dal legame occidentale”. Una figura, scrive, che “sollecita tutti a un confronto esigente”.
In questo senso, evidenziandone lo spirito cosmopolita anche a livello industriale, il Presidente della Repubblica ne ricorda la “forte amicizia che coltivava con gli Stati Uniti d’America” e i suoi saldi legami europei, evidenziando come, nella sua visione, Gianni Agnelli sia stato un “costruttore di relazioni che contribuirono a un clima di pace, con lo sviluppo, nei tempi del confronto Est-Ovest, di scambi economici anche attraverso iniziative assai rilevanti di cooperazione con Paesi a economia di Stato”. Dopo avere accennato al legame che il suo nome ha con “passaggi cruciali nelle relazioni sindacali, favorendo così il conseguimento di significativi traguardi” e il “dialogo costruttivo con le parti sociali”, Mattarella cita il suo “spirito di innovazione” e il suo “dinamismo”, aspetti che lo hanno fatto assurgere ad “alfiere del prestigio della Repubblica”.
Agnelli fu senatore a vita dal 1991, quando venne nominato dall’allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, sino alla morte, frequentando i banchi del Senato come prima aveva fatto il fratello Umberto (nella VII legislatura, tra il 1976 e il 1979) e la sorella Susanna, senatrice tra il 1983 e il 1992, dopo essere stata deputata dal 1976 al 1983 nonché ministro degli Esteri nel governo Dini, quando l’Avvocato appunto era senatore a vita. Nell’intervento del Presidente della Repubblica c’è anche spazio per il ricordo di uno dei suoi ultimi interventi pubblici, a Palazzo Giustiniani, un anno prima della morte, parole che Mattarella inserisce nel contesto attuale di un’Europa in guerra e che, per questo, richiama le “aspirazioni autentiche dell’umanità che lo rendono ostinatamente attuale”.
Cosa disse Agnelli in quel consesso lo riporta proprio l’intervento del Capo dello Stato: “Per secoli gli uomini hanno pensato che un destino diverso da quello altrui attendesse ogni comunità nazionale. E perché questo destino si avverasse non hanno esitato ad utilizzare gli strumenti, anche i più cruenti, della conquista e del predominio. Oggi, la compagine mondiale ha fatto sua la convinzione che si può percorrere un cammino comune, nel reciproco rispetto e nella reciproca valorizzazione. Ha fatto sua la convinzione che esiste un destino comune nel conquistare insieme l’affrancamento da ogni genere di povertà e privazione materiale e immateriale”.