Che il mondo del giornalismo stesse vivendo una fase di transizione era chiaro da tempo. Mentre i giornali di destra si scambiano i direttori editoriali e altre firme da anni, a sinistra la crisi di Repubblica nel 2024 aveva portato non solo a vari scioperi contro l’allora direttore Maurizio Molinari (vi abbiamo raccontato tutto qui), ma persino contro l’editore, il gruppo Gedi, che vede come primo azionista la famiglia Agnelli-Elkann. La situazione era a tal punto drammatica che non solo Molinari scelse di dimettersi per lasciare il posto a Mario Orfeo (qui vi diciamo chi è), ma anche John Elkann decise di tirarsi fuori e, almeno formalmente, diventare meno influente sul colosso editoriale dietro Repubblica, rinunciando alla presidenza a favore di Maurizio Scanavino, già amministratore delegato del gruppo.
Questo accadeva a fine 2024. Ora, invece, la notizia sembra essere un’altra, almeno stando a delle fonti vicine al Foglio. Al quotidiano romano fondato da Giuliano Ferrara potrebbe arrivare come nuovo direttore proprio Maurizio Molinari, per ora editorialista di Repubblica ma evidentemente poco a suo agio in una redazione che per mesi ha protestato contro di lui. E Claudio Cerasa? Sembra si sia liberato un posto alla guida de Il Messaggero, attualmente in mano a Guido Boffo, classe ’70, giornalista sportivo e poi capo della cronaca di Torino. Prima di lui, anche se solo per un mese, c’era stato però un altro giornalista di area liberale, Alessandro Barbano, ex direttore de Il Riformista, noto per essere stato molto critico, ai tempi della direzione de Il Mattino di Napoli, con il Movimento 5 Stelle. Con Cerasa Il Messaggero avrà una nuova linea editoriale più definita e smaccatamente politica?
Per ora si tratta solo di indiscrezioni, ma la dinamica, come abbiamo visto, non è nuova. Negli ultimi anni Il Foglio è diventato il megafono delle correnti italiane più atlantiste e, pur non risparmiando critiche durante la campagna elettorale a Donald Trump, anche molte firme conservatrici, come Giulio Meotti e Camillo Langone, hanno trovato spazio proprio su questo giornale. Cosa accadrà adesso se alla guida dovesse arrivare l’ex direttore di Repubblica, quotidiano antiberlusconiano di nascita e considerato vicino alla sinistra parlamentare italiana (non proprio la classe politica più abituata a leggere il quotidiano dell’elefantino)? L’apparente atteggiamento di benevolenza del governo Meloni verso Il Foglio cambierà? Di certo il sostegno a Israele non mancherà. Negli ultimi anni Maurizio Molinari, infatti, si è esposto con decisione a favore di Israele, ospitando su La Repubblica e al festival che ogni anno si tiene a Bologna il filosofo francese Bernard Henri-Lévy (magari anche lui inizierà a essere ospitato sul Foglio?), attirando anche per questo ulteriori critiche, soprattutto dopo il 7 ottobre 2023.