A pochi giorni dalla morte di Simona Cinà, 17 anni, ritrovata senza vita in una villetta di campagna nel trapanese, le indagini vanno avanti con grande cautela e riserbo. Intanto, il dibattito pubblico si accende, soprattutto attorno ai comportamenti dei ragazzi presenti quella sera e al clima di omertà che – secondo gli inquirenti – starebbe ostacolando la ricostruzione dei fatti. A Uno Mattina è intervenuta la criminologa e psicologa Tonia Bardellini, che ha invitato a mantenere una posizione equilibrata e a rispettare il lavoro della magistratura. “Il gruppo di solito può essere un supporto emotivo, soprattutto tra ragazzi. Altre volte agisce in maniera negativa”, ha detto Bardellini in apertura, facendo riferimento al contesto sociale in cui si è consumata la vicenda. “In questo caso, senza fare illazioni perché ci troviamo in una fase embrionale, quindi stiamo attentissimi, è stata sottolineata l’omertà dei ragazzi, che noi a livello emotivo, parlo da psicologa, possiamo capire, perché agisce il timore di parlare; però ci auguriamo che venga meno nel tempo”.

Simona era uscita di casa per una festa privata. Secondo quanto ricostruito finora, nella villetta erano presenti almeno otto coetanei. Alcuni di loro sono stati già ascoltati, ma le versioni fornite risultano frammentarie, a tratti contraddittorie. Il corpo della giovane è stato trovato la mattina seguente, sul divano del soggiorno, privo di evidenti segni di violenza. Gli investigatori non escludono al momento alcuna ipotesi, dall’incidente al gesto volontario, ma mantengono uno stretto riserbo. Bardellini ha sottolineato che l’ambiente della scena potrebbe non essere stato lasciato intatto: “Possiamo presupporre che la scena fosse alterata. La procura ci tutela e sottolinea la segretezza delle indagini e quindi dobbiamo ribadirla e essere cauti. Tutte le linee oggettive le dirà soprattutto l’autopsia”. Nel corso della trasmissione, è stato ricordato l’appello del fratello di Simona, che ha invitato alla calma e a non fare processi sui social. Una posizione che Bardellini ha sostenuto con forza: “Penso che sia una giusta linea quella di dare fiducia alla magistratura, come fa il fratello di Simona. Bisogna essere collaborativi. È un discorso di collettività che deve credere nelle istituzioni e di una famiglia che non può ragionare a priori. O di un senso comune che va a sensazioni. Il tossicologico, l’autopsia ci diranno, ripeto, verità oggettive”. Intanto la Procura di Trapani attende i risultati dell’esame autoptico e tossicologico, che saranno decisivi per chiarire le ultime ore di vita di Simona. I telefoni dei presenti sono stati acquisiti e si stanno analizzando messaggi e video della serata. Nessuno è al momento indagato, ma gli inquirenti invitano chi sa qualcosa a parlare.
