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Mostra del cinema di Venezia, Capezzone asfalta gli attori alla protesta pro Gaza: “Smandrappati e gondolieri per Hamas. Riondino e Zerocalcare? Praticamente un’assemblea del liceo okkupato”

  • di Redazione MOW Redazione MOW

31 agosto 2025

Mostra del cinema di Venezia, Capezzone asfalta gli attori alla protesta pro Gaza: “Smandrappati e gondolieri per Hamas. Riondino e Zerocalcare? Praticamente un’assemblea del liceo okkupato”
Il direttore editoriale di Libero ci va già pesantissimo sulla manifestazione pro Gaza alla mostra del cinema di Venezia Per Capezzone è il solito teatrino, un misto di “ignoranza e inconsapevolezza da togliere il respiro”. E c’è da credere alla buona fede dei vip che si schierano?

di Redazione MOW Redazione MOW

Daniele Capezzone ci va leggero con i cinquemila, forse diecimila, che sono arrivati al Lido, sabato 30 agosto, per manifestare contro il genocidio a Gaza. Free Free Palestine, con un’attenzione mediatica altissima anche grazie a un appello di Venice 4 Palestine che ha generato non poche polemiche (non da ultimo quella di Carlo Verdone, che sostiene di essere stato incastrato). Una perdita di tempo, secondo Pupi Avanti, una stupidaggine secondo Giancarlo Giannini, e pure Paolo Virzì non si sente molto bene. Insomma, c’è una buona quota di intellettuali che potrebbero anche dare ragione al direttore editoriale di Libero, che esordisce nel suo editoriale per l’edizione domenicale così: “Smandrappati a Venezia e gondolieri per Hamas: e potremmo tranquillamente aprirla e chiuderla così”. Ma non lo fa: “Con un’ignoranza e un’inconsapevolezza da togliere il respiro”. Per Capezzone “è stata una scena da b-movie: attori scarsi, figuranti raccattati tra i soliti gruppettari di sinistra, tanto odio, e altrettanta smania di presentarsi come quelli ‘buoni e giusti’. Gli inglesi usano un’espressione sgradevole ma azzeccatissima: virtue-signaling, letteralmente ‘segnalazione di virtù’, per indicare un’attitudine farisaica a esibire posizioni generalmente accettate, per cercare l’applauso facile, il consenso a buon mercato, il like a costo zero”.

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Insomma, una pantomima a non finire, un circo in cerca di conferme quasi populistiche, secondo Capezzone. Ma il problema, oltre alle apparenze, è il messaggio che secondo il giornalista passa: “Tolto il velo di cipria (e di ipocrisia), cosa resta? Una super sintesi orrenda come sostanza politica della chiassata: tutto tranne Israele, tutti tranne che gli ebrei, dialogo sì ma più che altro con Hamas”. E dentro ci sono tutti: “Centri sociali del Nord Est, Anpi, Venice for Palestine e una miriade di altri gruppi – ce lo si perdoni ma esce proprio dal cuore – irrilevanti e intercambiabili”. Certo, non si salva nessuno. “Siamo sempre lì, dentro la nuvoletta di tristezza che avvolge i vari Michele Riondino (con bandierina palestinese sullo smartphone, e siamo praticamente all’assemblea del liceo okkupato), Tecla Insolia, Roberto Zibetti, Donatella Finocchiaro, più l’inevitabile Zerocalcare in omaggio, e (riferiscono le agenzie) un cameo di Ottavia Piccolo. Questa la fauna, accanto agli sbarcati dalla nave da Marghera”. Tutto bello, ma forse, almeno per Capezzone, anche molto finto: “Ps: Ovviamente ieri sera, a fine corteo, gli smandrappati semplici sono andati a casa, mentre gli smandrappati-vip sono tornati sul red carpet. Smoking e abiti lunghi. Ciak si odia, ma restando chic, mi raccomando”.

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