La ciclista svizzera Muriel Furrer, caduta il 26 settembre durante la gara su strada delle donne junior dei mondiali di ciclismo a Zurigo, è deceduta presso l’ospedale universitario della città. La giovane campionessa aveva riportato un grave trauma cranico a seguito di una caduta in un boschetto della discesa di Kusnacht. Sulla tragedia, sono subito scoppiate le polemiche. Sembrerebbe infatti che la ragazza sia rimasta agonizzante nel bosco per circa un'ora e che si siano accorti del problema al traguardo, una volta riscontrato che mancava il suo passaggio. Da lì sarebbe partita l'attivazione dell'elisoccorso.
Durante una conferenza stampa d’emergenza convocata in risposta alla tragica morte di Furrer, il direttore sportivo dell’Uci, Peter Van den Abeele ha dichiarato: “L’incidente è ancora oggetto di indagine da parte delle autorità competenti. L’Uci e il comitato organizzatore rispettano il desiderio della famiglia affinché i Campionati del Mondo si svolgano come previsto”. Pare che la 18enne fosse rimasta staccata dal gruppo e che pedalasse da sola, motivo per cui la sua uscita dal percorso non sarebbe stata notata da nessuno. In più, come scrive Eurosport, se le radioline ci fossero state, vietate ai Mondiali per garantire una maggiore equità agonistica a tutte le Nazionali, “si sarebbe notato subito che qualcosa non andava”. Al momento, a seguito della disgrazia che ha tragicamente interrotto la promettente carriera della giovane, sono in corso le indagini da parte delle autorità competenti. Stiamo a vedere.