Signori, signore, c'è poco da fare: nel porno c'è dentro il mondo. È uscito il consueto report annuale di Pornhub e be', eccola qua una descrizione della realtà efficace come poche altre. Guardiamo a noi per esempio: siamo il sesto Paese al mondo nella fruizione. Anche qui entriamo nel G7, evvai. Prima parola ricercata dai nostri pornonauti e dalle nostre pornonaute: italiano. Ovvero: dialoghi in italiano. Chissà se gli spin doctor della Meloni se ne erano già accorti di questa onda autarchica che imperversava nella Penisola, di sicuro è una spiegazione della vittoria di Fratelli d'Italia e provate a dire di no. Prima pornostar ricercata: Martina Smeraldi. Seconda: Malena (solo al quarto l'intellettuale Valentina Nappi). La giovane e l'esperta: vi dice qualcosa questo cliché? Un ritratto perfetto.
Ma apriamoci al mondo. La categoria più gettonata global è hentai. Ora, che minchia significa hentai? Fumetti, manga, parola giapponese che significa anormalità o anormale o pervertito. Della serie: il mondo ne è pieno, nessuno è normale, la normalità non piace. Fatevene una ragione oh voi bigotti, oh voi che non volete che si parli di sesso, oh voi che fingete di scandalizzarvi, oh voi che ci rompete le palle su ciò che è morale e ciò che non è. Andiamo a vedere le ricerche invece: reality è cresciuta del 169 percento, real homemade del 179 e solo negli US del 310. La gente vuole verità, ed ecco spiegata anche l'esplosione di OnlyFans. E ancora, tra le key word più in crescita c'è transgender. Dite quel che vi pare, ma tant'è. Ecco la realtà, LA REALTÀ direbbe Cruciani a La Zanzara. Più 75 percento a livello mondiale che la portano a essere la settima category al mondo e la prima in Brasile (in Italia la sesta).
E se ancora non siete convinti che il porno racconta il mondo diamo uno sguardo alle ricerche made in Ukraine. La categoria Russian homemade precipita di sei posizioni, mentre entra in classifica la parola: nurse, infermiera. Non credo siano necessari commenti. È una fotografia che manco il miglior fotoreporter di guerra. Ah, e poi c'è la cartina degli Stati Uniti d'America con, al posto dei nomi degli Stati, il nome delle parole più ricercate. Così da capire in un colpo d'occhio che in zona New York è il/la Black che tira, che in zona Miami è il BBC (no, non la televisione pubblica britannica), che in Texas è Panties (eh, le cavallerizze...) e in California, dove risiedono le più grandi comunità thai e cinesi e asiatiche in generale, è proprio l'Asian. Il sesso non mente. Il porno nemmeno. Una domanda sorge quindi spontanea ed è anche un suggerimento per i prossimi che li intervisteranno: ma Salvini chissà cosa cerca? E Pillon? E Adinolfi? E la Murgia? E Fedez? Se tanto mi dà tanto qualche idea ce l'avrei.
Insomma, altro che Lady Souhamoro, le tangenti nel Parlamento Europeo e il Qatar Gate, la vera notizia della settimana è questa ricerca. Il sesso ha rivoluzionato ogni epoca, il porno le descrive. Lo ha scritto anche Fabri Fibra in una canzone: il mondo è cambiato da quando c'è il porno amatoriale. E mi viene in mente quello che si diceva su Montezemolo (se non mi sbaglio) anni e anni fa: se non stai parlando di lui è perché sei al telefono con lui. Se non stai guardando il porno è perché, con molta probabilità, hai appena finito di farlo. E così sia (e viva i dialoghi in italiano!).