Nunzia De Girolamo torna in tv, su Rai 1, in seconda serata, con “Ciao maschio”. I primi ospiti? Carlo Conti, Lele Adani e Giovanni Esposito. Con lei facciamo il punto sulle ultime novità del pianeta uomo (visto dalle donne) e parliamo di Giorgia Meloni premier (e sul suo compagno “first gentleman” apparentemente un po’ in difficoltà nel ruolo), del rapporto con suo marito Francesco Boccia, delle disavventure di Aboubakar Soumahoro con la moglie, di Harry e Meghan e…
Nunzia, partiamo dalla nuova edizione di “Ciao maschio”: il programma parte in un mondo già un po’ diverso da quello che aveva lasciato dopo l’edizione precedente. Oltre a questo, ci sono novità?
La grande novità è il mio studio, che non è solo un fatto fisico ma anche di racconto. Prima erano i maschi a venire da me nello studio televisivo, mentre adesso abbiamo riprodotto un club per soli uomini, sul modello di quelli che ci sono a Londra (anche se ci sono pure a Milano in verità), nel quale mi insinuerò per scoprire il mondo maschile, facendo questa volta anche un percorso generazionale. Mi piacerebbe molto, non nella prima puntata perché gli ospiti sono già definiti, ma nelle future puntate avere delle generazioni diverse di maschi, per capire com’è cambiato il maschio anche alla luce di tutte le variazioni che ci sono state nella società rispetto alla donna, analizzando come si è evoluto (o non evoluto) il mondo maschile riguardo a una serie di temi. Al mio fianco avrò sempre le Karma B (due drag queen, ndr), dopo che nella prima edizione c’era Drusilla: mi aiuteranno a scoprire il mondo maschile avendo loro particolare competenza sia da uomini che da donne, diciamo.
A proposito di mondo maschile, Giorgia Meloni premier può rappresentare il colpo finale per un certo tipo di uomo?
Io ritengo l’elezione di Giorgia Meloni una vittoria targata donna, di tutte le donne. Al di là di come la si pensi e delle ideologie e del partito che si vota, penso che sia una vittoria di tutte le donne perché tutti noi sogniamo ciò che vediamo, e vedere una donna premier è una speranza per tutte le donne di poter arrivare ai vertici dello Stato, delle aziende, dei giornali, e comunque di avere un ruolo prioritario che oggi sembra un’eccezione (perché la Meloni e la prima donna a guidare questo Paese), ma apre alla normalità, a che finalmente anche il maschio italiano sia culturalmente abituato all’idea che a governare un Paese ci possa essere anche una donna. Questo non toglie al maschio, è una vittoria per la donna, quindi non va letta come una diminutio maschile: è finalmente un riconoscimento al mondo femminile delle proprie capacità.
C’è chi dice che Salvini e a Berlusconi la leadership di Meloni non vada molto giù proprio in quanto maschi…
Che l’uomo si senta spaventato, messo in discussione o indebolito da una donna che prende la supremazia è una cosa delle vecchie generazioni. La cosa che ho notato nella scorsa edizione del programma intervistando ragazzi (il maschio 2.0 o 3.0) è che loro hanno meno ansia di dover apparire dei maschi alfa, che non chiedono mai, che non piangono mai, che non soffrono mai, che non hanno delle debolezze. Le nuove generazioni sono molto più aperte, molto più all’avanguardia sul tema femminile, sul genere, anche sulle provocazioni che vengono dai due sessi. C’è molta più integrazione e complicità rispetto al passato. Non bisogna spaventarsi delle diversità, ma analizzarle, viverle, sperimentarle, e anche superarle in un certo senso. Quindi io penso che l’elezione di Giorgia per le donne giovani è una grande speranza, per far loro pensare “anche io ce la posso fare” e “noi donne possiamo tutto”, mentre per i ragazzi credo che sia abbastanza normale. Non sono cresciuti con le nostre nonne, i ragazzi di oggi sono figli di quelle come me e come Giorgia, donne che già sono forti di carattere, intraprendenti e affermate nella società. Pertanto questo non ha impatto sul maschio contemporaneo. Al massimo può impattare un po’ sul maschio della prima Repubblica.
“I maschi vanno educati perché la vecchia generazione di uomini non è del tutto abituata al fatto che noi abbiamo raggiunto l’indipendenza e l’autonomia. L’uomo deve ancora mettersi al passo con le nostre conquiste”
In un’intervista rilasciata al Corriere, il compagno di Giorgia Meloni, Andrea Giambruno, giornalista televisivo Mediaset, appare abbastanza battuto e provato dal ruolo di partner del primo ministro, con tutte le conseguenze del caso: dover fare delle rinunce e fare il proverbiale “passo indietro”, avere poco l’altra persona in casa, doversi occupare più della figlia… Che ne pensi?
Conoscendo la coppia non credo che lui viva davvero una difficoltà. È chiaro che è il primo maschio che si ritrova ad avere una donna presidente del Consiglio, tant’è vero che diciamo “first lady” ma non abbiamo un termine per indicare il compagno di un premier donna. È chiaro che essendo oggi Giorgia un’eccezione, è un’eccezione per tutti, ed è una novità anche per il suo partner, che ovviamente come lui ha detto dovrà collaborare molto di più anche nell’educazione e nella crescita della figlia e nella gestione della famiglia, cosa rispetto alla quale come dicevo magari i ragazzi di oggi (che studiano fuori, che hanno mamme superimpegnate) sono già abituati (stirarsi una camicia, badare alla casa, fare la spesa). È chiaro che per Andrea è una novità come lo è per la stessa premier. Però è giusto andare verso questo. Il maschio oggi si deve mettere alla prova. A livello estremo da marito dal presidente del Consiglio, ma a livello di normalità c’è comunque la donna che ormai lavora, perché è formata e vuole farlo ma perché con la crisi che stiamo vivendo ce n’è anche l’esigenza. Una famiglia non va avanti se non lavora anche la moglie, quindi questo comporta che il marito della terza Repubblica comunque deve collaborare e dividere gli impegni familiari al 50%. È una novità, un cambiamento rispetto al quale non possiamo far finta che non sia accaduto. Si farà i conti lui, si farà i conti la sua famiglia, ci faranno conto i tanti maschi italiani che hanno donne impegnate a vari livelli. D’altra parte lo stesso Zuckerberg si è preso una sorta di congedo parentale quando è diventato padre.
“Quando sei accanto a una persona che ha un ruolo importante dovresti avere l’obbligo dell’equilibrio e del garbo. E questo non vuol dire per forza essere subordinato, ma un po’ regolarsi sì”
Oggi comunque stare con una donna di successo mette spesso ancora alla prova il maschio. Da donna di successo, hai rintracciato anche tu questa cosa nel tuo rapporto con Francesco Boccia?
Io e mio marito abbiamo fatto anche lo stesso lavoro (parlamentari e pure ministri, ndr) e siamo stati sempre superimpegnati, Diciamo che lui è molto maschio italiano, con le tre L (lavoro, lavoro, lavoro), e lo devo un po’ obbligare a trovare gli spazi per darci una mano nella gestione familiare e di nostra figlia. Con lui non è un 50-50, è un 70-30 a cui siamo arrivati, un 65-35 nei momenti di massimo bisogno. Il fatto è che i maschi vanno educati a questa nuova stagione di donne molto più forti e molto più affermate. Credo che questo ci sia anche nella premier e in Andrea, o almeno l’ho sempre visto in tutti questi anni che li conosco, ma sicuramente c’è in me e in mio marito. Io e lui siamo molto complici: il successo di uno o dell’altro è un successo reciproco, di cui godiamo e che non ha mai significato competizione. È la chiave di un rapporto soprattutto tra due persone esposte, la chiave della manutenzione dell’amore, uno dei temi che affronterò in puntata. E la manutenzione dell’amore passa anche dalla tolleranza e dalla collaborazione e dalla condivisione di un successo. Lo dobbiamo fare noi, lo dovranno fare Giorgia e Andrea e lo dovranno fare tante altre persone. Mi vengono in mente Fedez e la Ferragni. Fedez è un cantante di successo, ma lei è una donna di successo e di potere che ha una famiglia e dei figli e sicuramente al di là degli aiuti che possiamo avere noi persone privilegiate anche loro dovranno coniugare gli impegni con la gestione familiare e l’educazione. Ma per fortuna non ci sono più solo gli uomini di successo. Ci sono anche le donne, impegnate e con grandi carriere.
Dicendo che “i maschi vanno educati” sembra però che siano fallati all’origine… Cosa intendi?
Vanno educati perché la vecchia generazione di maschi non è del tutto abituata al fatto che noi abbiamo raggiunto l’indipendenza e l’autonomia. Il percorso della donna negli ultimi cinquant’anni, anche nel nostro Paese, è corredato da tante tappe, molte di conquista. Per fortuna. L’uomo deve ancora mettersi al passo con le nostre conquiste.
Chi invece non pare aver avuto un apporto molto positivo dalla propria compagna è per esempio Soumahoro…
Soumahoro obiettivamente è stato affossato dalla sua compagna, abbiamo visto quello che è accaduto ed è un caso inverso. È chiaro che in una famiglia può anche accadere che la persona che ti sta accanto diventi un limite più che un’opportunità. È per questo che bisogna avere anche tanto equilibrio. Quando sei accanto a una persona che ha un ruolo importante dovresti avere l’obbligo dell’equilibrio e del garbo. E questo non vuol dire per forza essere subordinato, ma un po’ regolarsi sì.
Sul caso di Harry e Meghan? Secondo molti lui è un po’ (o un bel po’) succube di lei. Come la vedi?
Il libro e le confessioni di Harry dimostrano che nella storia recente del Regno Unito le vere protagoniste sono sempre state le donne. Vedi Diana, la Regina, poi Camilla, oggi Meghan: hanno sempre fatto discutere e hanno determinato qualcosa. A me Meghan è una donna che piace, so che sarò controcorrente, anche se mi sembra piuttosto predominante sul marito nel rapporto. Però questa grande discussione su quello che avviene nella famiglia è una grande novità e mi rende gli inglesi più normale: si parla sempre degli scandali italiani, ma evidentemente succede qualcosa anche da loro.
Che ospiti ti piacerebbe avere a “Ciao Maschio”?
Tra gli italiani mi piacerebbe tantissimo avere Amadeus e Fiorello assieme, perché li trovo bravi e molto divertenti. Come ospite internazionale invece vorrei avere Obama.
Anche lui ha una compagna forte…
Esatto. Ci sarebbe tutto il discorso di una donna forte accanto che però è anche una opportunità. Nel suo caso Michelle è stata una figura meravigliosa, diversa chiaramente di Meghan. Quindi l’ideale sarebbe avere anche Harry con Obama, per evidenziare le differenze nell’evoluzione del maschio in base alla donna che lo accompagna.