Dopo Marco Accetti adesso è il turno di Alì Agca. Ce lo aspettavamo? Sì, ce lo aspettavamo. Con la partenza dei lavori della Commissione d’inchiesta incaricata di indagare sul caso di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno 1983, uno alla volta stanno tornando a far parlare di sé tutti i personaggi che, in un modo o nell’altro, gravitano attorno a questa vicenda. E di Emanuela, di chi era davvero la ragazzina con la fascetta nera impressa nella nostra memoria, si continua a non parlarne mai. “Sono malato di cancro e ho poco tempo da vivere. Perciò voglio liberarmi la coscienza e spiegare quel che so su Emanuela Orlandi”. A dichiararlo, alla buon’ora, a Ali Ağca, l’autore dell’attentato a Papa Giovanni Paolo II nel maggio del 1981. Condannato all’ergastolo per tentato omicidio di Capo di Stato estero, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2000 gli concesse la grazia, e successivamente venne estradato dall’Italia per tornare in Turchia, dove vive ancora oggi. Da anni sostiene di essere a conoscenza dei particolari che si celano dietro la scomparsa di Emanuela Orlandi, e adesso l’ex lupo grigio (dal nome dell’organizzazione a cui apparteneva) chiede di essere ascoltato dalla Commissione d’inchiesta. Touché. “Voglio rivelare la verità storica contro tutte le menzogne che da 41 anni stanno infangando mezzo mondo. Ho delle prove documentali indiscutibili che dimostrano come il complotto su Emanuela Orlandi fu organizzato soltanto per ottenere la mia liberazione. Non esiste nessun altro motivo. Porterò i miei documenti. Se dirò una sola menzogna allora lo Stato italiano dovrà arrestarmi. Sono stato considerato controverso soprattutto in Italia e anche in Turchia per molto tempo. Ma adesso ho il cancro e sto vivendo gli ultimi anni della mia vita. Perciò voglio liberare la mia coscienza da questo pesante segreto. Non ho bisogno di nulla tranne che Dio. Quando vengo a Roma mi compro da solo il biglietto aereo andata e ritorno”.
Secondo Agca nel rapimento di Emanuele non ci sarebbe nessun coinvolgimento della criminalità organizzata: “In questa vicenda i servizi segreti di diversi paesi hanno avuto un ruolo. Basti ricordare una frase sfuggita dalla bocca del giudice Ilario Martella in un documentario televisivo: “La polizia non riusciva a controllare i rapitori, al contrario erano i rapitori di Emanuela che controllavano la polizia”. Noi di MOW abbiamo incontrato Martella, magistrato istruttore nell'inchiesta sull'attentato a Papa Giovanni Paolo II, secondo cui ci troviamo davanti a un vero e proprio depistaggio di matrice internazionale: “Dopo quell’arresto si attivarono le autorità bulgare, nello specifico il Ministero degli Interni che, insieme alla Stasi, si diedero una regolata sul da farsi. Decisero che doveva essere messa in moto un’operazione di distrazione di massa, che distraesse dal caso Antonov. Da lì a qualche mese si verificarono sia la scomparsa di Mirella Gregori che quella di Emanuela Orlandi. Questa coincidenza non dice proprio nulla? Ha un significato. Arrivarono delle minacce riguardanti me, mia figlia e mia nipote, che al tempo aveva due anni. Chi ha agito aveva delle nozioni di carattere anagrafico, circa i nomi dei miei familiari, precisissime. La Banda della Magliana? Dietro questa vicenda c’è qualcuno con una potenza spionistica incredibile”.
Tutto bellissimo, ma non dimentichiamo che negli anni Alì Agca ha ritrattato tante volte le proprie dichiarazioni, cambiando in continuazioni le carte in tavola ma sostenendo sempre che Emanuela vivrebbe segregata in un convento di clausura: “Non posso pronunciarmi adesso su questo argomento delicato. Ho la certezza assoluta che i miei amici hanno trattato Emanuela con la massima umanità e dignità”. Agca ha scritto anche a Pietro Orlandi, fratello di Emanuela che da più di quarant’anni si batte per ottenere verità a giustizia: “Ha ragione al cento per cento. Per me è un vero eroe del nostro tempo che lotta per una causa giusta. Orlandi dichiara logicamente che la verità è nascosta dal Vaticano, e così tutto il Vaticano e tutti i Papi saranno sempre sospettati. Questa della Commissione è l’unica e ultima occasione per far trionfare la verità storica contro le troppe menzogne che girano”. Ma siamo ancora disposti a credergli? Se avresse voluto realmente parlare il tempo dal 1983 non è di certo mancato, così come non manca la continua ricerca di attenzioni mediatiche.