L'entrata in vigore del Nuovo Codice della strada ha acceso il dibattito pubblico e politico a causa delle ambiguità legate alla gestione dei test antidroga applicati durante i controlli stradali. In particolare, la riforma introduce rilevanti cambiamenti normativi che potrebbero avere impatti significativi sulla vita dei conducenti. Con la riforma, il nuovo articolo 187 elimina il riferimento allo “stato di alterazione psico-fisica” per chi guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti. Basta un test positivo per far scattare il ritiro della patente e il rischio di un processo penale, anche se l'assunzione è avvenuta molti giorni prima e non influisce sulle capacità di guida. Il rischio è concreto soprattutto per chi ha consumato cannabis: studi recenti, come quello dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dimostrano che il Thc può essere rilevato nella saliva fino a 48 ore dopo il consumo, con casi estremi che arrivano a 96 ore. Questo genera incertezze giuridiche, poiché la presenza della sostanza non indica necessariamente uno stato di alterazione al momento del controllo.
La polizia stradale utilizza il sistema “SoToxa Mobile Test System”, capace di rilevare sei sostanze principali: anfetamine, benzodiazepine, cannabis (Thc), cocaina, metanfetamine e oppiacei. Tuttavia, il dispositivo presenta limitazioni significative: non rileva il metadone, la buprenorfina e il fentanyl, sostanze altamente pericolose e spesso coinvolte in casi di overdose. Diversa è la dotazione dei carabinieri, che utilizzano il test “DrugWipe 5S”, capace di individuare cinque sostanze ma con un limite di rilevabilità più basso per il Thc (10 ng/ml contro i 25 ng/ml del test della Polizia). Tale disparità nei parametri di riferimento introduce una variabilità nell’applicazione delle norme, potenzialmente generando trattamenti diversi a seconda dell’ente di controllo coinvolto. Le criticità emerse dal nuovo quadro normativo evidenziano la necessità di una revisione delle modalità operative e dei criteri di valutazione legale. La mancata inclusione di sostanze rilevanti come il fentanyl e le discrepanze nei test rappresentano un punto cruciale per l'efficacia del sistema di prevenzione stradale. Il dibattito resta aperto, con un crescente interesse da parte delle istituzioni e dell’opinione pubblica su eventuali correttivi normativi.