Da tutta questa storiaccia di Antonio Scurati a CheSarà più che una destra che censura e zittisce emerge una destra alla Willy il Coyote. Il canis latrans (nome scientifico), il lupo della prateria, il protagonista del cartone animato della Looney Tunes che costruisce trappole dove poi finisce per cadere. Che chiunque possa zittire e censurare chiunque con la quantità di media e piattaforme che esistono è un concetto da grasse e potenti risate. Che il presidente del Consiglio Giorgia Meloni l’abbia voluto fare è improbabile. Più facile che sia stato qualche dirigente Rai secondo i classici meccanismi della (e delle) Tv di stato che vediamo all’opera da decenni: si blocca quello che il dirigente pensa possa irritare la compagine politica in quel momento al Governo.
Il monologo di Scurati è l'apoteosi meravigliosamente sponsorizzata del risaputo
Il risultato è stato uno splendido trappolone per il Governo, e una altrettanto splendida campagna di advertising per il monologo di Scurati, che altrimenti -via, tra noi possiamo dircelo- sarebbe caduto nel vuoto. Il vile assassinio di Matteotti è un fatto conosciuto, storicizzato, raccontato nella cultura pop, universalmente condannato. L’idea di chiedere, oggi, a Giorgia Meloni e alla cultura politica da cui proviene, di rinnegare Mussolini e gli atti scellerati del regime fascista anche quella non è nuova: lo fanno tutti continuamente. Il monologo di Scurati è l'apoteosi meravigliosamente sponsorizzata del risaputo.
E la riduzione della letteratura (e dello scrittore) al contenuto, all’assunto ideologico o ideale anche sacrosanto non fa un buon servizio né alla letteratura né agli ideali. Magari fa bene all’identità della sinistra, anzi a un identitarismo di sinistra speculare a quello della destra quando chiama l’Italia “nazione” o si occupa (quasi solo a parole) del tema della sovranità alimentare.
Canfora ha attaccato non tanto la destra quanto la tecnocrazia, ha raccontato il processo secondo cui la sovranità che secondo Costituzione appartiene al popolo è stata via via delegata ad altri organismi
E a proposito di sovranità, proprio in questi giorni Luciano Canfora è stato rinviato a giudizio per aver attaccato la Meloni in un incontro pubblico. E anche qui, al di là di implicazioni e motivazioni politiche, siamo a un altro trappolone alla Willy il Coyote che la destra si è costruita. Più che chiamare in tribunale uno studioso ottantunenne che ha scritto decine di libri seri e approfonditi sarebbe stato il caso di invitarlo per un caffè, se mai, e a chiarire. Anche perché in varie occasioni come nel suo ultimo libro Canfora ha attaccato non tanto la destra quanto la tecnocrazia, ha raccontato il processo secondo cui la sovranità che secondo Costituzione appartiene al popolo è stata via via delegata ad altri organismi. Tutti temi da cui Meloni e la compagine a cui appartiene dovrebbero essere sensibili. Non dico sovranisti, ma attenti alla sovranità, un po’, dovrebbero essere. Ma più che la razionalità potè l’istinto, pare. Quello di Willy il Coyote.