Negli ultimi giorni, il Manifesto di Ventotene è stato al centro del dibattito pubblico italiano. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo ha citato in Aula il 19 marzo 2025, durante un confronto sul futuro dell'Europa, suscitando reazioni controverse. Parallelamente, l'attore e regista Roberto Benigni lo ha elogiato nel suo monologo "Il Sogno", trasmesso su Rai1, sottolineandone l'importanza storica e valoriale.
Il Manifesto di Ventotene, redatto nel 1941 da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, con la collaborazione di Eugenio Colorni, è uno dei documenti fondanti dell'idea di un'Europa unita e federale. Nato durante il confino politico imposto dal regime fascista, il Manifesto rappresenta un pilastro del pensiero europeista e ha gettato le basi per il processo di integrazione che ha portato alla nascita dell'Unione Europea. Vi spieghiamo qualcosa qui.
Gli Autori del Manifesto
I tre autori del Manifesto di Ventotene erano intellettuali antifascisti con percorsi diversi ma accomunati dalla volontà di superare il nazionalismo e promuovere un'Europa federale. Altiero Spinelli, ex comunista poi convertitosi al federalismo, fu il principale ispiratore del documento e in seguito uno dei padri fondatori del progetto europeo. Ernesto Rossi, economista e giornalista, era noto per la sua opposizione alle dittature e per la sua visione di un'Europa basata su libertà economica e giustizia sociale. Eugenio Colorni, filosofo e politico, si occupò di diffondere e completare il Manifesto, aggiungendo una prefazione che ne enfatizzava il valore rivoluzionario.

Contesto Storico
Il Manifesto fu scritto nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, in un'Europa devastata da regimi totalitari e conflitti tra Stati nazionali. Spinelli, Rossi e Colorni, convinti che il nazionalismo fosse la causa principale delle guerre, immaginarono un'Europa post-bellica basata su una federazione di Stati democratici, capace di garantire pace, giustizia sociale e libertà. Il confino di Ventotene, una piccola isola del Mar Tirreno, fu il luogo in cui questi intellettuali antifascisti poterono riflettere sulla necessità di un nuovo assetto politico per il continente. Il Manifesto fu inizialmente diffuso clandestinamente e, dopo la caduta del fascismo, divenne una fonte d'ispirazione per i movimenti federalisti europei.
I Contenuti del Manifesto
Il documento si articola in tre sezioni principali: La crisi della civiltà moderna: analizza il fallimento degli Stati nazionali, ritenuti responsabili di guerre e oppressione. Il Manifesto afferma che "la civiltà moderna ha posto il mondo di fronte a una alternativa: il ritorno alla barbarie o la costituzione di una solida unità internazionale". La missione del dopoguerra: propone la creazione di un'Europa federale come unica soluzione per garantire stabilità e sviluppo. Gli autori scrivono che "l'unità europea rappresenta la condizione necessaria per lo sviluppo della civiltà moderna". Compiti del Movimento Federalista: descrive le azioni necessarie per realizzare questa visione, promuovendo una sovranità condivisa tra gli Stati membri. Si legge nel Manifesto: "Non basta abbattere il fascismo: bisogna creare un ordine nuovo che non riproduca gli errori del passato".

Il Manifesto e l'Unione Europea
L'idea di un'Europa unita venne ripresa dopo la guerra e portò alla nascita di istituzioni come la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (CECA) nel 1951 e la Comunità Economica Europea (CEE) nel 1957. Questi passaggi furono fondamentali per la creazione dell'Unione Europea nel 1993, concretizzando molte delle aspirazioni contenute nel Manifesto. Tuttavia, il sogno di un'Europa federale rimane ancora incompiuto. Oggi, l'UE è un'aggregazione di Stati sovrani con poteri condivisi, ma senza una vera unione politica e fiscale. Il dibattito sulla necessità di una maggiore integrazione continua a essere attuale e controverso.

Il Dibattito Attuale in Italia
Il 19 marzo 2025, Giorgia Meloni ha menzionato il Manifesto di Ventotene in Aula, esprimendo scetticismo verso il concetto di un'Europa federale. La Premier ha dichiarato: "Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia", criticando un'UE percepita come burocratica e distante dai cittadini. Dall'altra parte, il 18 marzo 2025, Roberto Benigni ha celebrato il Manifesto nel suo monologo "Il Sogno" su Rai1, sottolineandone il valore come strumento di pace e progresso. L'attore ha ricordato come Ventotene abbia rappresentato un faro di speranza in un periodo oscuro della storia europea, invitando a riscoprirne il messaggio per affrontare le sfide attuali. Il Manifesto di Ventotene rimane un punto di riferimento imprescindibile per chi crede in un'Europa più unita e solidale. Sebbene il dibattito politico attuale mostri visioni contrastanti sul futuro dell'Unione, il documento continua a offrire spunti di riflessione su come costruire una convivenza pacifica e prospera tra i popoli europei. In un'epoca segnata da crisi geopolitiche ed economiche, il messaggio di Spinelli e Rossi conserva un'attualità straordinaria, ponendosi come un richiamo alla responsabilità collettiva di costruire un'Europa più equa, democratica e coesa. Come recita il Manifesto: "L’Europa non può limitarsi a essere un’alleanza tra Stati, ma deve diventare una federazione con un’unica struttura politica stabile e duratura".
