“Io una sera mi sono vestito da Minnie, vuol dire che sono Minnie?”. Era il giorno 1 novembre 2022, e il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, ospite di Myrta Merlino nella trasmissione L’aria che tira su La7, difendeva così Galeazzo Bignami, collega di partito e viceministro delle Infrastrutture coinvolto in quel frangente in una polemica legata a una foto d’amarcord particolarmente imbarazzante: immortalato con una fascia con svastica al braccio, a una festa di celibato quando era un 29enne (oggi Bignami ha 47 anni). “Galeazzo è una delle persone più intelligenti che esista – spiegava allora Donzelli - Sfido chiunque a trovare una sua dichiarazione che non sia a difesa della democrazia. È tra le persone di destra che ha avuto più amici in Israele ancor prima che Fini si recasse in visita. Raccontare che la persona è nazista per un travestimento in una festa privata…”. Il travestimento da Minnie del parlamentare meloniano, divenuto nel frattempo vicepresidente del Copasir (il comitato parlamentare sui servizi segreti) e negli ultimi giorni al centro di una bufera politica sulle sue rivelazioni riguardo il caso Cospito, è tornato agli onori della cronaca per un fendente di Paolo Mieli, commentatore fisso a 24 Mattino su Radio 24, che nel ricordarlo ha affibbiato il nomignolo di “Topolino” al viceministro della Giustizia Claudio Del Mastro, visto che quest’ultimo e Donzelli condividono l’appartamento a Roma. Minnie e Topolino, appunto.
Giovanni Donzelli è, assieme al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovan Battista Fazzolari e al ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, uno degli uomini più vicini a Giorgia Meloni. 46 anni, fiorentino, il suo cursus honorum è analogo a quello del Capo (al maschile, Giorgia preferisce così), avendo mosso i primi passi della carriera politica nelle strutture giovanili: in età studentesca, nel missino Fuan, e poi, nella seconda metà dei ’90, spiccando il volo da presidente di Azione Universitaria e, immediatamente dopo, da portavoce nazionale della Giovane Italia. Risale a quegli anni e a quel crogiuolo (la cosiddetta “generazione Atreju”), il rapporto di fiducia con la Meloni, allora a capo di Azione Giovani, la sigla che raggruppava le organizzazioni di Alleanza Nazionale dedicate agli under 30. Un sodalizio durato nel tempo, visto che Donzelli è diventato il dominus dell’apparato di Fratelli d’Italia, gli occhi e le orecchie della Meloni in un partito passato dal 2% del 2013 al 26% di oggi.
Una delle chiavi per comprenderne l’ascesa è la lunga marcia nelle amministrazioni degli ultimi vent’anni. Doppietta da consigliere comunale a Firenze con An nel 2004 e nel 2009, l’anno successivo è eletto consigliere regionale, e nel 2012 diventa coordinatore di FdI in Toscana, storica roccaforte di sinistra. Dai banchi della Regione si fa notare come il classico mastino di minoranza: esposti su esposti, alla vecchia maniera. Nel 2018 è deputato, incarico confermato in questa tornata in cui, fra parentesi, si è preso la personale soddisfazione di brindare a Fratelli d’Italia lista più votata in assoluto. Il suo talento più vero, però, è gestionale: la Meloni gli ha affidato da anni la non facile missione di tenere le redini della sterminata mappa delle sezioni territoriali. Con una particolare attenzione, tradottasi nella famosa “circolare Donzelli” del 2022, nel mettere la museruola alle esternazioni autolesioniste che ogni tot scappano a qualche dirigente locale. Leggi: uscite pubbliche, sui social o meno, in cui traspare qualche nostalgia non del tutto sopita per le origini fasciste. Annotazione: diplomato al liceo scientifico, boyscout, il giovin Donzelli ha lavorato come strillone per la società dei genitori di Matteo Renzi, la Speedy Srl. “Voleva spiegare a noi come si vendevano i giornali ai semafori senza averne mai venduto uno”, ha ricordato a Libero nel 2016. Carattere da bastiancontrario, pare che la Meloni dica di lui che, durante il fascismo, sarebbe stato antifascista. Di certo, è uno che non ha remore né ad attaccare a testa bassa l’avversario, né a dare lui stesso in pasto ai media immagini di sé su cui poter banchettare con gusto.