C’è un’atmosfera frizzantina, a destra e a sinistra, per alcuni sondaggi riservati delle regionali in Sardegna: a una settimana dal voto - nell’isola si andrà alle urne domenica 25 - Alessandra Todde, candidata di Schlein e Conte, avrebbe due punti di vantaggio sul meloniano Paolo Truzzu, mentre Renato Soru, terzo incomodo terzopolista, non farebbe alcuna differenza. In vista delle europee, una vittoria di Todde in una contesta che è stato per settimane al centro dell’attenzione nazionale sarebbe un pessimo segnale per Meloni, che già è alle prese con i malumori della Lega, ma anche per quella parte di opposizione che vede come il fumo negli occhi una possibile alleanza tra Partito Democratico e il Movimento Cinquestelle.
Chi è
Nata a Nuoro nel 1969, Todde si laurea in Scienze dell'informazione e, successivamente, in Informatica. Vive per circa undici anni negli Stati Uniti dove si occupa di energia ed evoluzione digitale, poi diventa manager per società che sviluppano software per il settore dell’energia e in società di consulenza informatica. Fino all’aprile 2019, quando si dimette per candidarsi alle elezioni europee di quell’anno, come capolista nella circoscrizione Italia insulare per il Movimento Cinque Stelle. Quasi 90mila preferenze non bastano a farla eleggere, ma pochissimi mesi dopo nasce il governo Conte 2 (Cinque Stelle e Pd) e Todde viene nominata sottosegretaria di Stato al Ministero dello sviluppo economico, affiancando il pentastellato Stefano Patuanelli. Dopo un anno e mezzo è la volta di Mario Draghi, che la promuove viceministra nel medesimo dicastero. Non solo: nell'ottobre 2021 Giuseppe Conte la designa a vicepresidente del M5S, assieme a Paola Taverna, Mario Turco, Riccardo Ricciardi e Michele Gubitosa. Nel frattempo, è diventata anche deputata alle elezioni del settembre 2022. Una carriera politica fulminante.
Chi la sostiene
Se in ambito nazionale l’alleanza tra centrosinistra e contiani è tutt’ora in alto mare, a livello locale si tenta il tutto e per tutto, o almeno di sperimentare. Il centrosinistra si è così compattato subito su Todde. Contro Truzzu - sindaco uscente di Cagliari e candidato governatore per Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia - il vero avversario è diventato lei, e non quel Renato Soru già presidente di Regione che ha non ha per niente digerito la scelta del “campo largo” e che quindi, per dispetto, si è gettato nella mischia pure lui - appoggiato da Azione e Italia Viva. Mal gliene è incolto, a Soru: la figlia, Camilla, iscritta al Pd e che appoggia Todde, ha scatenato uno psicodramma in famiglia. Il padre 'non ha lasciato nulla', ha spiegato al Corriere. “Non una classe politica, non un’eredità. Zero. Non so se riuscirò a perdonarlo per la stronzata che ci ha fatto”. E contro la decisione di correre da solo dice: “Mio padre è circondato da gente che lo consiglia male, da persone che hanno paura di lui. Avete presente gli adepti di una setta col santone? Così”.
Cosa propone
Nel suo programma “La Sardegna che Vogliamo” la salute è al centro con la ristrutturazione del sistema sanitario e l'implementazione della telemedicina. Poi ci sono proposte sociali che mirano a garantire alloggi dignitosi e supporto alle famiglie vulnerabili. Nel settore del lavoro, l'obiettivo è invertire l'emigrazione, attrarre talenti e promuovere la cultura delle start-up. Todde propone anche riforme in ambito istituzionale e ambientale, con un pieno sostegno alla transizione verde e alla gestione sostenibile delle risorse. Durante la sua partecipazione al governo, si ricorda Todde per una ospitata a Piazzapulita riguardo al gasdotto transadriatico (Tap). Nonostante l'opposizione iniziale del Movimento 5 Stelle al progetto, Todde ha difeso la scelta, sottolineando i benefici derivati dai 10 miliardi di metri cubi di gas dall'Azerbaijan, affermando che diversificare le fonti era positivo. L'ex vicepresidente del M5S, più realista del re, ha sostanzialmente incarnato l’evoluzione del M5S: eletta con i voti antisistema che rivendica alcune scelte compromissorie senza nemmeno accennare alla possibile contraddizione.
Perché rischia di vincere
Fino a qualche giorno fa sembrava che la sinistra si dovesse mangiare le mani per non avere trovato un accordo in comune con tutte le forze che compongono l'attuale opposizione in Parlamento. E invece Dagospia ha raccolto indiscrezioni su un sondaggio sulle regionali del 2024. Alessandra Todde, candidata del centrosinistra, raggiunge il 45%, mentre Truzzu, imposto da Giorgia Meloni nel centrodestra, si ferma al 42,5%. Renato Soru, con la “Coalizione sarda”, ottiene l'11,2%. L’ex patron di Tiscali non sarebbe così riuscito ad andare oltre i voti di un centro schizzinoso e benestante incapace di compromettersi con la parte più sofferente del Paese. Se domenica prossima, tali rilevazioni diventassero realtà, il centrodestra perderebbe la regione Sardegna e per Giorgia Meloni sarebbe la prima bruciante sconfitta dall’inizio del suo mandato Non certo l’inizio della frime, ma in una brutta premonizione in vista delle Europee di giugno. E in una scusa in più per la Lega, che chiedeva un altro nome, di rompere le scatole. Mentre la prospettiva di una alleanza Pd-M5S, da tempo suggerita da Conte che già se ne sente l’egemonizzatore, potrebbe diventare realtà nazionale. Todde, intanto, intervistata a L'attimo Fuggente, trasmissione condotta da Luca Telese e Giuliano Guida Bardi su Giornale Radio, dice di scegliere volutamente quelle che definisce 'parole grosse': “Bisogna usarle nei confronti di chi è fascista. A chi mi riferisco? Il governo nazionale non si può definire diversamente. Sono fascisti e va detto”. Occhio alla questione sarda, dunque, e alla sua inaspettata protagonista.