L’Italia non è nuova ai fenomeni virali, ma il caso di Antony Sansone e Rita De Crescenzo segna un punto di non ritorno: i social non sono più solo un passatempo, ma strumenti di potere in grado di piegare anche le istituzioni. La vicenda di Roccaraso, travolta da un’orda di turisti attirati dai due tiktoker partenopei, dimostra come l’influenza digitale abbia ormai superato quella della politica tradizionale. Antony Sansone, soprannominato “lo sceicco napoletano”, è un organizzatore di eventi che da anni porta centinaia di persone in gite di gruppo. Rita De Crescenzo, ex cantante neomelodica e volto trash di TikTok, è ormai un’icona del folclore digitale campano. Entrambi sono riusciti a trasformare il loro seguito social in un fenomeno reale, capace di riempire piazze e stazioni sciistiche, ma anche di scatenare polemiche nazionali.

L'ultima scintilla di questo nuovo fenomeno si è accesa a Roccaraso, storica meta sciistica abruzzese, quando un’ondata di turisti organizzati da Sansone e spinti dai video della De Crescenzo ha travolto la cittadina, creando caos e disagi. Il sindaco, Francesco Di Donato, ha espresso preoccupazioni, attirandosi l’ira dei due influencer. Il confronto è degenerato: Sansone ha chiesto scuse pubbliche, mentre la De Crescenzo ha gridato allo scandalo per i prezzi alti del cibo in loco, facendo esplodere altre proteste sui social. Non è la prima volta che la politica si trova ostaggio di questi personaggi. Il deputato Francesco Borrelli (Alleanza Verdi e Sinistra) ha apertamente criticato i due, parlando di “influencer che danneggiano l’immagine di Napoli”. Ma il punto è un altro: siamo di fronte a un cambiamento epocale. Il potere di un video virale supera ormai quello di una comunicazione istituzionale. Se un tempo i politici dovevano rispondere alla stampa, oggi devono inseguire i trend di TikTok per non perdere il controllo della narrazione. Il trash digitale è ormai un’arma potentissima. E mentre i sindaci e i parlamentari tentano di mettere una pezza, Sansone e De Crescenzo continuano a dettare l’agenda. Non sarà l’ultima volta che la politica dovrà inseguire i like, ma fino a quando potrà durare?
