Del caso di Giulia Cecchettin si è detto di tutto. C’è chi ha definito Filippo Turetta un mostro, chi ha pianto con la famiglia, chi ha seguito i funerali criticandone l’eccessiva copertura mediatica. C’è invece chi, come Irene Mele, ha deciso di concentrarsi sul superfluo: la salma di Giulia e la preparazione del corpo in vista della sepoltura. Selvaggia Lucarelli ha ripreso sui social il video in cui Mele annunciava per lunedì 11 dicembre una live su TikTok dove il pubblico avrebbe potuto fare tutte le domande del caso: “Per favore, vi chiedo di utilizzare intelligenza e tatto”, chiarisce l’influencer e tanatoestetista. Di certo, lei, di tatto e intelligenza sembra volentieri farne a meno. La tanatoestetica è quella pratica che si occupa della pulizia e dell’eliminazione dei segni della morte sui cadaveri. Una disciplina che fa parte degli ordinari procedimenti funebri. Niente di strano, quindi. Ciò che va decisamente oltre l’ordinario è il tentativo di rendere fruibile a una community l’analisi di un caso come quello di Giulia. Ci sono delle indagini in corso, è stata fatta un’autopsia e l’effetto della morte della ragazza sul pubblico è ancora tangibile. Perché, quindi, mettersi a osservare dei dettagli ininfluenti rispetto alla situazione? Perché rendere un feticcio il corpo di una vittima di cui si sono appena celebrati i funerali? Domande a cui Irene Mele sembra non aver cercato risposta. Ecco chi è l’autrice del video postato da Selvaggia Lucarelli.
La tanatoestetica e la nascita della passione
In un’intervista rilasciata a Prima il Levante nel novembre del 2021, Irene Mele ha parlato così dell’inizio della sua carriera da tanatoestetista: “Tutto è iniziato quando nel 2015 è mancata mia nonna, la persona più importante della mia vita: quando sono andata a trovarla in camera mortuaria, non la riconoscevo. Ho avuto il mio primo attacco di panico e mi sono resa conto che il non riconoscerla non mi aveva fatto rielaborare il lutto. Così mi è scattato qualcosa dentro, trasformare la mia professione, truccatrice professionista, in qualcosa di più”. Questo “qualcosa in più" si è tradotto in un mestiere che in Italia non è ancora riconosciuto da un Contratto Collettivo. Prosegue nell’intervista: “ll servizio consiste nella preparazione e nella vestizione della salma: si cerca in sostanza di rallentare il processo di decomposizione, anche con la pulizia dei cavi orali, e poi il tutto viene terminato con un intervento di camouflage e trucchi correttivi”. Il procedimento, inoltre, “include il lavaggio del corpo e dei capelli, oltre alla vestizione accurata della salma. Più volte mi è capitato di togliere cateteri, o fare un massaggio in una determinata zona per far fluire il sangue depositato in alcune zone”. Una pratica complessa, quindi, che “non è mettere, come credono molti, solo il fard sul viso e basta”.
La divulgazione sui social e la formazione
Su Instagram e TikTok Irene Mele crea contenuti divulgativi sulle pratiche di tanatoestetica: il funzionamento, le specificità, i “trucchi” del mestiere. Ma tra le offerte dei suoi canali social ci sono anche workshop dedicati a chi si volesse avvicinare alla disciplina. Formazione, dunque, e non solo curiosità su un mestiere poco conosciuto.
Il video e la live annunciata su Giulia Cecchettin
Se la tantoestetica è una disciplina che vuole ridare dignità al corpo di una persona morta, organizzare una live fregandosene del dolore della famiglia produce l’effetto contrario. I particolari macabri non aggiungono niente a una discussione già caotica. La scelta di rendere pubblici i funerali è una scelta della famiglia, e per questo va rispettata. Ma voler sbirciare fin nella bara della ragazza per descriverne il corpo nei dettagli è semplice strumentalizzazione. “Apprezzate il gesto”, dice Irene Mela, che aggiunge che parlerà insieme ad altri professionisti del settore. Questa, forse, è la cosa ancora più preoccupante.
Passino (si fa per dire) gli amanti del macabro, gli insensati curiosi che non vedono l’ora di sapere come Giulia era vestita, truccata, sistemata. Ma che degli esperti, coloro che sono a conoscenza delle norme sulla privacy, che sanno cosa significa per una famiglia compiere quelle pratiche, non hanno davvero provato niente nel prestarsi a una live su TikTok? Difficile, se non superfluo, parlare di pudore. Intendiamoci, non dobbiamo criminalizzare un intero settore, come la funeral planner Lisa Martignetti ha detto a MOW. Qui, però, in gioco è la professionalità dell’istituto (sì, Mele parla addirittura di un istituto) incaricato di svolgere l’analisi. È in gioco, soprattutto, il diritto della famiglia Cecchettin di non ritrovarsi a sentire certe cose su Giulia. Sono i giorni in cui rimbombano le parole di Gino Cecchettin (“Come può accadere tutto questo? Come è potuto accadere a Giulia? Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti: famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione…”), ma, evidentemente, qualcosa deve essere sfuggito a Irene Mele e colleghi.