Ilaria Salis, ancora dalla parte giusta della storia. Candidata alle prossime elezioni europee con Alleanza Verdi e Sinistra, ha da poco aperto un profilo Instagram per ricordare che l’antifascismo sarà sempre la bussola del suo agire: “La storia e il presente d'Europa parlano chiaro. La battaglia contro l'oppressione e le discriminazioni è la più importante per vivere come persone libere e uguali. Ho provato sulla mia pelle che 'il grado di civiltà di un Paese si misura osservando le condizioni delle sue carceri'. E nei mesi passati là dentro ho riflettuto parecchio sulle reali implicazioni di questa frase di Voltaire. Perciò voglio sostenere i diritti umani delle persone detenute e oppormi alle umiliazioni, alle privazioni e ai soprusi che subiscono nelle carceri d'Italia e d'Europa”. Ilaria, accusata di aver partecipato all'aggressione di due neonazisti (nel giorno di una commemorazione delle SS), si trova ora agli arresti domiciliari a Budapest, dopo più di un anno di detenzione in condizioni più che discutibili. Uno dei primi a dare voce in Italia alla vicenda di Ilaria è stato Zerocalcare. Il fumettista romano ha pubblicato due fumetti su Internazionale in cui ha seguito passo paso l’evolversi del caso Salis. Prendendo posizione e, proprio come Ilaria, scegliendo la parte giusta della storia in cui schierarsi.
Così Michele Rech aveva commentato a noi di MOW la scelta di Ilaria di accettare la candidatura al Parlamento Europeo: “Non esiste per lei la possibilità che ci sia un processo equo, nel senso che lì è tutto scritto. Io non mi sento di giudicare una decisione che penso che oltre a non mettere nei guai nessuno riguarda solo lei. Non c’era alternativa per cercare di avere un processo giusto”. Poi, come ha ribadito nelle ultime ore nelle stories del suo profilo Instagram, lungi da lui indicare alle persone chi votare o se votare. E, nel farlo, ha condiviso il profilo di Ilaria, per permettergli di avere una maggiore visibilità. E per far sì che il suo messaggio raggiunga più persone possibili: “Non sono una politica di professione. Ho sempre fatto politica dal basso. Nei movimenti, nelle lotte sociali e fra le persone comuni. Continuerò a dare respiro e forza ai temi e alle battaglie che hanno caratterizzato la mia storia". C’è ancora una grande difficoltà nel riuscire a empatizzare con Ilaria, che continua a non essere identificata come vittima, perché nel suo agire a Budapest non l’ha fatto passivamente, perché è scesa in strada per combattere i suoi ideali. Per l’antifascismo, ed ora per gettare luce sulle attuali condizioni all’interno delle carceri. Discorso che, come ricordato anche Zerocalcare, viene sempre più spesso accantonato: “Negli ultimi vent’anni di carceri in questo paese se ne è parlato pochissimo, e a sinistra lo si è fatto solo nell’arco istituzionale e parlamentare, per dire che Berlusconi doveva andare in galera e bisognava buttare via la chiave. Nient’altro. Il carcere è scomparso completamente dal discorso pubblico”. Con Ilaria potrà esserci un’inversione di tendenza?