Quando c’era Lei, Chiara Appendino, come Sindaco di Torino, la città sul Po aveva vinto il bando insieme ad Amsterdam organizzato dall’azienda americana Local motors. E non era un challenger qualunque: premiava il miglior contesto urbano al fine di poter testare, per la prima volta in un contesto cittadino, uno shuttle senza conducente interamente elettrico. Un anno dopo è realtà.
A Torino infatti partirà la sperimentazione di Olli, questo mezzo dal peso di oltre 2mila chili e un telaio stampato per l’80% in 3D con polimeri compositi e alluminio che si muoverà per le strade di Torino senza conducente. Il primo step delle due fasi di sperimentazione previste partirà fra marzo e aprile, chiamata fase pre-demo, poi, da aprile e maggio, inizierà una fase di testing di cinque mesi. Per il momento è previsto l’utilizzo soltanto di due navette.
L'intera fase di sperimentazione è stata autorizzata dal Gtt, il Gruppo Torinese di Trasporti, e rientra nell’ambito delle iniziative del progetto Show, che come spiega La Stampa, è un programma gestito con i fondi europei Horizon2020, messi a disposizione per attività di mobilità urbana per il trasporto sostenibile.
Ma se vi stanno antipatiche le nuove modalità da smart city tutto app e automatismi, statene alla larga. Olli infatti si sbloccherà tramite un’app esclusivamente dedicata e potrà contenere un massimo di 12 passeggeri di cui otto seduti. Potrà raggiungere una velocità massima di 25 km/h e si muoverà in un raggio perimetrale di 5 km, nel quartiere della Città della Salute e della scienza. I passeggeri prenoteranno sull’app il proprio posto comunicando fermata e orario e Olli - abituiamoci a chiamarlo così - li passerà a prendere seguendo il suo tragitto, solo all’interno dei cinque chilometri previsti.
A breve, dunque, le due navette si sposteranno nel traffico della città della Mole, ma a gennaio 2020 già la città si era vista recapitare i mini bus autonomi. Circolavano infatti all’interno del campus universitario ITC-ILO lungo il fiume Po, come servizio di trasporto interno. Quell’esperimento era servito alla Local motors per testare i movimenti del veicolo e ricevere i primi feedback dei passeggeri. L’iniziativa di Olli e che coinvolge la General motors rientra nel progetto Sperimentazione Italia, un programma dedicato alla mobilità sostenibile che punta a creare piccoli centri di sperimentazione. Dei progetti locali che serviranno da testing in piccole realtà per poi proporle in contesti macroscopici. Il tutto è stato realizzato tramite la collaborazione tra il Dipartimento per la trasformazione digitale, il ministero dello Sviluppo Economico e il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.
Sicuramente non si tratta della novità del secolo né una nuova forma di turismo tecnologico. Ma con Olli, Torino continua a sfamare la sua nomea di startup city, luogo incubatore di realtà in via di sviluppo che sotto la Mole possono trovare il giusto equilibrio urbano per portare avanti i propri esperimenti. Se poi Olli funzionerà veramente nella città delle macchine, boh, staremo a vedere.