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Ok, ma le navette a guida autonoma di Torino funzionano davvero?

  • di Riccardo Belardinelli Riccardo Belardinelli

18 febbraio 2022

Ok, ma le navette a guida autonoma di Torino funzionano davvero?
Niente alla "Blade runner" o alla "Io robot", ma se vi stanno antipatici le nuove modalità da smart city tutto app e automatismi statene alla larga - siamo sempre nel campo dell’Internet of things. Arrivano per la prima volta in Italia i mezzi di trasporto pubblico senza conducente, da otto posti. Si prenota con un’app e può portare fino a 907 chili. La città piemontese sarà l’unica ad averne uno in Italia, mentre l’altra in Europa è Amsterdam

di Riccardo Belardinelli Riccardo Belardinelli

Quando c’era Lei, Chiara Appendino, come Sindaco di Torino, la città sul Po aveva vinto il bando insieme ad Amsterdam organizzato dall’azienda americana Local motors. E non era un challenger qualunque: premiava il miglior contesto urbano al fine di poter testare, per la prima volta in un contesto cittadino, uno shuttle senza conducente interamente elettrico. Un anno dopo è realtà.

A Torino infatti partirà la sperimentazione di Olli, questo mezzo dal peso di oltre 2mila chili e un telaio stampato per l’80% in 3D con polimeri compositi e alluminio che si muoverà per le strade di Torino senza conducente. Il primo step delle due fasi di sperimentazione previste partirà fra marzo e aprile, chiamata fase pre-demo, poi, da aprile e maggio, inizierà una fase di testing di cinque mesi. Per il momento è previsto l’utilizzo soltanto di due navette.

L'intera fase di sperimentazione è stata autorizzata dal Gtt, il Gruppo Torinese di Trasporti, e rientra nell’ambito delle iniziative del progetto Show, che come spiega La Stampa, è un programma gestito con i fondi europei Horizon2020, messi a disposizione per attività di mobilità urbana per il trasporto sostenibile.

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Gli interni di Olli, la navetta a guida autonoma

Ma se vi stanno antipatiche le nuove modalità da smart city tutto app e automatismi, statene alla larga. Olli infatti si sbloccherà tramite un’app esclusivamente dedicata e potrà contenere un massimo di 12 passeggeri di cui otto seduti. Potrà raggiungere una velocità massima di 25 km/h e si muoverà in un raggio perimetrale di 5 km, nel quartiere della Città della Salute e della scienza. I passeggeri prenoteranno sull’app il proprio posto comunicando fermata e orario e Olli - abituiamoci a chiamarlo così - li passerà a prendere seguendo il suo tragitto, solo all’interno dei cinque chilometri previsti.

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Olli e l'app per prenotare il percorso

A breve, dunque, le due navette si sposteranno nel traffico della città della Mole, ma a gennaio 2020 già la città si era vista recapitare i mini bus autonomi. Circolavano infatti all’interno del campus universitario ITC-ILO lungo il fiume Po, come servizio di trasporto interno. Quell’esperimento era servito alla Local motors per testare i movimenti del veicolo e ricevere i primi feedback dei passeggeri. L’iniziativa di Olli e che coinvolge la General motors rientra nel progetto Sperimentazione Italia, un programma dedicato alla mobilità sostenibile che punta a creare piccoli centri di sperimentazione. Dei progetti locali che serviranno da testing in piccole realtà per poi proporle in contesti macroscopici. Il tutto è stato realizzato  tramite la collaborazione tra il Dipartimento per la trasformazione digitale, il ministero dello Sviluppo Economico e il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.

Sicuramente non si tratta della novità del secolo né una nuova forma di turismo tecnologico. Ma con Olli, Torino continua a sfamare la sua nomea di startup city, luogo incubatore di realtà in via di sviluppo che sotto la Mole possono trovare il giusto equilibrio urbano per portare avanti i propri esperimenti. Se poi Olli funzionerà veramente nella città delle macchine, boh, staremo a vedere.

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