All’economista Riccardo Puglisi è sorto il dubbio: Dario Fabbri, il più noto analista di politica internazionale oggi in Italia, ha veramente la laurea in Scienze Politiche, come si legge nelle biografie reperibili in rete? L’interrogativo l’ha messo nero su bianco sul proprio Twitter, taggando anche Open (il giornale online diretto da Enrico Mentana), Limes (la rivista con cui Fabbri collaborava) e la giornalista Alessandra Sardoni: "Ho provato a chiedere a Dario Fabbri dove abbia preso la sua laurea in scienze politiche, ma non ho ricevuto risposta. Dite che la mia curiosità è ultra vires (superflua, ndr)?”. E immediatamente si è scatenato il dibattito fra i suoi follower, criticandone o elogiandone l’uscita. Il docente di Scienze Politiche e Sociali dell’università di Pavia si è poi messo sulle tracce del titolo di studio, con tanto di screenshot dal sito della Luiss, ipotizzando che sia l’ateneo dove Fabbri potesse averlo conseguito. Risultato: “Ho verificato negli archivi di @UniLUISS che - almeno dal 2006/07 in avanti - non c'è nessun Dario Fabbri che si sia laureato lì” . Ma ci chiediamo: perché Puglisi prende come prova gli archivi della Luiss a partire dal 2006? E se Fabbri si fosse laureato in un'altra università o comunque alla Luiss, ma in anni precedenti? Puglisi, che abbiamo contattato, non ha voluto rilasciare commenti, trincerandosi dietro una frase ambigua viste le accuse che rivolge pubblicamente: "Devo fare ancora delle ricerche". In ogni caso, c'è da dire che per Fabbri, che non riveste ruoli pubblici per cui sia previsto un titolo accademico, non esiste alcun obbligo a riguardo.
Fra gli utenti di Puglisi non sono mancati ironici accostamenti ad altri esperti che in passato millantarono titoli curriculari inesistenti: “Un emulo di #Giannino che ha studiato negli USA? Della serie, Oscar2 la Vendetta”, ha scritto un utente, ricordando il caso del giornalista Oscar Giannino, che dopo essere entrato in politica fu beccato ad aver “gonfiato” il curriculum vitae, per poi ammettere: “Mi sono inventato le lauree per un complesso di inferiorità". Fabbri, che dirige il mensile di geopolitica Domino, in politica non ha mai messo piede, ma a quanto pare risulta essere apprezzato da enti pubblici legati all’intelligence. Sul sito dell’Istituto di Alti Studi Strategici e Politici si legge: “Ha tenuto seminari di geopolitica mediorientale presso la Scuola di formazione del Dipartimento per le informazioni di Sicurezza", che per conto Presidenza del Consiglio dei Ministri ha il compito di formare, addestrare e vigilare sul personale in servizio presso DIS, AISE e AISI. in buona sostanza gli 007 italiani.
Sulle sue doti di divulgatore, non si discute. Ma a farne esplodere la notorietà, dopo già vari passaggi televisivi ai tempi di Limes, è stato il direttore delle news di La7, Enrico Mentana, che lo ha reso un “personaggio” chiamandolo come ospite e commentatore fisso nelle “Maratona Mentana” nei primi cento giorni di conflitto russo-ucraino. Dal sodalizio dei due è nato successivamente anche Domino, rivista specializzata in temi di politica internazionale, edita da Mentana e, non a caso, legata al mentaniano Open. Sul sito web di Domino, si legge che Fabbri è direttore editoriale, mentre Mentana è direttore responsabile. Ma il professor Puglisi, solleticato anche da qualche partecipante al dibattito sul suo profilo, è venuto un altro dubbio (“mera curiosità cattiva”, l’ha definita lui): Fabbri ha la tessera dell’Ordine dei Giornalisti? Chiariamo subito: per assumere la direzione editoriale di una testata regolarmente registrata non è necessario averla, al contrario del direttore responsabile che invece deve avere almeno quella dell'Albo Pubblicisti dell'Ordine. Noi di MOW abbiamo provato a verificare sul sito dell'Ordine dei giornalisti: effettivamente, non risulta nessun iscritto con il nome "Dario Fabbri". Però lo stesso Fabbri, nelle sue bio, si definisce giornalista. Qui si aprirebbe una diatriba che dura da quando esiste l'Ordine: una persona può definirsi giornalista senza avere la tessera? Le scuole di pensiero sono diverse. Noi comunque siamo andati alla fonte. Contattato, Fabbri ci ha inviato il seguente messaggio: "Non rispondo mai ad attacchi personali, come non ho mai rilasciato interviste di tipo personale su mie preferenze politiche o sulla vita privata. Amo essere giudicato solo per il mio lavoro". E su questo, a ragione della verità, c'è poco da discutere.